INTERVENTO DEL PRESIDENE VAS GUIDO POLLICE E DELLA VICEPRESIDENTE VAS, SIMONA CAPOGNA

“La Giornata Nazionale Mangiasano è diventata, all’VIII edizione, un’occasione non solo per parlare di agricoltura e alimentazione, ma anche per ripensare il nostro modello di sviluppo che ha prodotto un eccessivo sfruttamento delle risorse, esclusione sociale e degrado ambientale” dichiara Guido Pollice, Presidente dell’associazione ambientalista VAS – Verdi Ambiente e Società.

“Con più di 30 iniziative su tutto il territorio (mercatini, cene tematiche, concerti, seminari, convegni) il 18 maggio si parlerà di “tipico sano”. Sembra una contraddizione perché quando parliamo di tipicità diamo per scontato che stiamo parlando anche di salubrità e di qualità”, continua Pollice.

“Con il mangiasano 2013 vogliamo invece ribadire che un cibo sano è possibile solamente quando il modello agricolo è sano e sostenibile (l’agricoltura convenzionale/industriale non produce gli stessi risultati di un’agricoltura biologica, biodinamica e naturale) e quando gli agroecosistemi sono puliti” ribadisce Simona Capogna, Vicepresidente VAS. “Non possiamo immaginare di fare una produzione ecologica e sana se siamo circondati da inceneritori o da discariche, se utilizziamo nella filiera gli Ogm, se le falde acquifere sono inquinate, se facciamo uso di diserbanti e pesticidi, se i nostri terreni perdono la fertilità e se brevettiamo le piante”,

Concludendo i VAS affermano che per difendere veramente il “tipico”, fiore all’occhiello del nostro sistema agroalimentare, va considerato che non possiamo prescindere da:

– La tutela del suolo (riportiamo all’attenzione la proposta di iniziativa popolare della Cia e ricordiamo le decine di iniziative che negli ultimi anni sono state organizzate, dal Manifesto del Suolo di EuroSapienza, all’associazione Salviamo il Paesaggio);

– La clausola di salvaguardia per impedire la coltivazione di Ogm nel nostro Paese (come hanno già fatto Germania, Francia, Austria, Ungheria, Polonia, Grecia, Lussemburgo)

– Filiere zootecniche Ogm-free. Il 90% degli Ogm importati in Europa diventa mangime e la dieta degli animali da allevamento è costituita per il 30% da Ogm. Siccome il 92% dei prodotti tipici italiani dipende da prodotti di origine animale, e di questi, i primi 4 valgono come fatturato il 62% dell’intero comparto DOP-IGP-STG (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Prosciutto Parma e Prosciutto San Daniele), si comprende che non si può continuare a parlare di tipico senza affrontare il problema del consumo di Ogm.
– Tutelare l’agrobiodiversità. Oggi è presente il titolare de La Capretta Bianca, produttore di un formaggio speciale, la “marzolina” che, come altri prodotti tipici non certificati rischia l’estinzione. Ma ricordiamo anche il problema della brevettazione degli organismi viventi, che metta a rischio la biodiversità, perché non permette che questa trovi una sua collocazione “in campo”, se non dietro pagamento di adeguate royalty. In questi giorni è in discussione in Europa una legge sulle sementi. Sarebbe bene che l’Italia facesse sentire la sua voce in difesa del libero scambio dei semi, contro le mire espansive delle grandi multinazionali sementiere.

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