Il 1 novembre 2013 si è chiusa la raccolta delle firme per l’iniziativa popolare europea “STOP VIVISECTION” che ha superato di molto l’obiettivo minimo del milione di firme in tutta Europa. A quasi due mesi di distanza Caterina Simonsen, studentessa di Veterinaria all’università di Bologna colpita da quattro malattie genetiche rare, ha postato su Facebook una foto che la ritrae con il respiratore sulla bocca e un foglio in mano con la seguente scritta: “Io, Caterina S., ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro“. Caterina Simonsen ha quattro malattie rare che le sono state man mano scoperte, a partire dal deficit di Alfa 1 Antitripsina, una patologia genetica rarissima legata al cromosoma 14, di cui entrambi i suoi genitori (lo hanno scoperto dopo) erano portatori sani: negli anni successivi le hanno trovato altre tre malattie rare, come la immunodeficienza primaria che capita in un caso su centomila, deficit di proteina C e proteina S e neuropatia dei nervi frenici), abbinate al prolattinoma, un tumore ipofisario, e a reflusso gastroesofageo, asma allergica e tiroidite autoimmune. Sopravvive grazie a un respiratore a cui rimane attaccata dalle 16 alle 22 ore al giorno. Ha bisogno di un’apparecchiatura che le fa vibrare i polmoni aiutandola a eliminare muco ed è costretta ad assumere numerosi medicinali spray, per bocca e in vena: fra questi, ci tiene a sottolineare lei, alcuni sono indicati per curare cani, gatti, furetti, rettili e uccelli. Il suo video appello, fatto alcuni giorni prima di Natale, ha scatenato una discussione violenta sulla sperimentazione animale, culminata come lei stessa ha fatto sapere in “oltre 30 auguri di morte e oltre 500 offese” ricevuti su Facebook, materiale che Caterina ha consegnato alla polizia postale, […]