Comunicato Stampa di VAS del 31 gennaio 2014 V.A.S.: CANCELLARE L’ASSURDA SPESA PER GLI ARMAMENTI ED INCREMENTARE QUELLA PER LA SICUREZZA AMBIENTALE L’Associazione di protezione ambientale V.A.S. (verdi Ambiente e Società) – da sempre attiva anche nelle battaglie eco pacifiste contro la militarizzazione e la nuclearizzazione del territorio italiano e dei suoi mari – esprime assoluta contrarietà nei confronti di una politica nazionale che incentiva la spesa per gli armamenti, mentre taglia quelle per la salute dei cittadini e la sicurezza ambientale. V.A.S. – dichiara il Presidente nazionale Guido Pollice – concorda con le giuste prese di posizione di chi giudica profondamente immorale investire quantità enormi di denaro pubblico in strumenti di guerra e di morte – come gli inaffidabili e costosissimi aerei F35 o i previsti nuovi elicotteri e sommergibili – invece di rispondere alle vere esigenze, che riguardano l’occupazione, il dissesto idrogeologico ed il risanamento ecologico o anche le alternative energetiche. Gli oltre 40 miliardi di euro destinati ai programmi militari – ha aggiunto Ermete Ferraro, referente nazionale VAS per l’ecopacifismo – costituiscono dunque una responsabilità gravissima di un governo che non sa fronteggiare le gravi emergenze sociali ed ambientali, ma insiste nello sperperare i soldi dei cittadini in strumenti di distruzione ed in scelte militariste contrastanti con la Costituzione. “Per quanto ci riguarda – ha concluso il presidente Pollice – ci adopereremo per manifestare pubblicamente il nostro dissenso, ma anche per portare avanti le iniziative già avviate da VAS sul territorio, come quelle per la smilitarizzazione e denuclearizzazione dei porti civili fra cui quello di Napoli – nell’interesse della vera sicurezza delle comunità locali, in difesa dei delicati equilibri ambientali e per promuovere una visione non armata e civile della stessa difesa nazionale.” UFFICIO STAMPA VAS
Archivi Giornalieri: 31 Gennaio 2014
Il 30 gennaio 2014 su sito www.repubblica.it è stato pubblicato il seguente articolo dal titolo “Il caccia F-35 fragile e inaffidabile”. Il Pentagono sferza la Lockheed. <<Non finiscono mai i problemi dell’F-35: doveva essere il cacciabombardiere del futuro, ma i guai di messa a punto rischiano di renderlo operativo in tempi così lontani da rendere insignificante il vantaggio strategico tanto apprezzato dagli Stati maggiori. A sottolineare le difficoltà del sistema d’armamento più costoso della Storia sono ancora una volta i tecnici del Pentagono, che seguono con pignoleria lo sviluppo del programma Joint Strike Fighter e in passato ne hanno già evidenziato i punti deboli, dal casco di comando alla vulnerabilità ai fulmini. A firmare l’ultimo rapporto è il capo della sperimentazione del Pentagono, Michael Gilmore: secondo i test condotti sul campo, in questa fase dello sviluppo “le prestazioni sull’operatività complessiva continuano ad essere immature” e rendono necessarie “soluzioni industriali con assistenza e lavori inaccettabili per operazioni di combattimento“. Michael Gilmore In altre parole, la macchina è inaffidabile. Sotto accusa è fra l’altro la robustezza complessiva di fusoliera e motori: in almeno cinque occasioni i tecnici hanno trovato “significativi segni di cedimento“, cioè crepe, che richiederanno nuovi aggiustamenti e con tutta probabilità un aumento del peso, con conseguente diminuzione delle prestazioni. L’azienda sostiene che le debolezze delle paratie segnalate nel rapporto Gilmore sono già state sistemate, ma non precisa con quali aumenti di peso, limitandosi a segnalare che l’uso dell’alluminio permette di evitarecarichi eccessivi. In realtà il peso del cacciabombardiere è ormai vicino al limite stabilito nelle specifiche previste dalle Forze armate Usa, e questo significa che lo spazio per le correzioni è molto limitato, sostiene Gilmore. Anche il software di gestione, estremamente complicato, è un problema, soprattutto nella versione “B” a decollo corto e atterraggio verticale, destinata al corpo […]
Con il Decreto Legislativo n. 185 del 21 aprile 2000 sono stati riconosciuti “Incentivi all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego“ dettando disposizione dirette ad “agevolare l’accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile” ed a “promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi”: l’art. 5 dispone che “possono essere ammesse ai benefici .. le società, ivi comprese le cooperative di produzione e lavoro …. composte esclusivamente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ovvero composte prevalentemente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 29 anni che abbiano la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione, che presentino progetti per l’avvio di nuove iniziative“ anche nel settore agricolo. “Al fine di favorire il ricambio generazionale e lo sviluppo dell’imprenditorialità agricola giovanile anche attraverso interventi di ricomposizione fondiaria”, l’art. 4-quinques della Legge n. 102 del 3 agosto 2009 consente l’ “Affitto di beni agricoli di proprietà dello Stato e degli enti pubblici” anche ai giovani agricoltori così come sopra definiti, che possono accedere in tal modo ai benefici fiscali del D.Lgs. n. 195/2000. Con l’art. 7 della Legge n. 183 del 12 novembre 2011 (legge di stabilità 2012) sono state dettate anche delle “Disposizioni in materia di dismissioni di terreni agricoli” che hanno impegnato il Ministero delle Politiche Agricole ad emanare entro 3 mesi uno o più decreti di natura non regolamentare i terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola (non utilizzabili per altre finalità) da alienare, con diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli (così come definiti ai sensi del D.Lgs. n. 185/2000). Il 4° comma dell’art. 7 dispone che “le Regioni, le Province, i Comuni possono vendere, … , i beni di loro proprietà aventi destinazione agricola”. Nel merito […]
Il 29 gennaio 2014 il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Sergio Arcuri” ha emanato il seguente Comunicato. ANCORA UN NULLA DI FATTO SULLA DELIBERA A SOSTEGNO DELLA LEGGE REGIONALE DI INIZIATIVA POPOLARE SULL’ACQUA Anche l’ultima seduta del Consiglio Comunale di Cosenza non ha approvato la delibera di adesione alla proposta di legge regionale di iniziativa popolare sottoscritta da oltre undicimila cittadini calabresi che punta ad una gestione pubblica e partecipata dell’acqua dopo i disastri compiuti dalla Sorical. Siamo alla terza seduta che questa delibera viene sottoposta alla discussione in Consiglio e solo al momento del dibattito la maggioranza si è accorta che era necessario un passaggio in Commissione. Avendo invertito i punti all’ordine del giorno, nel prossimo Consiglio la discussione della delibera dovrebbe risultare tra i primi. Speriamo sia la volta buona. Altrimenti dovremmo ricrederci sui buoni propositi della maggioranza. L’approvazione da parte del Consiglio Comunale rappresenterebbe un contributo importante per la discussione ed il varo in seno al Consiglio Regionale di una legge che va incontro ai tanti cittadini calabresi, circa 800.000, che hanno votato al referendum del giugno 2011 per rendere pubblico e fuori dal mercato un bene comune come l’acqua. Nei giorni scorsi con il presidio svolto davanti al Consiglio Regionale abbiamo ottenuto l’audizione in Commissione Ambiente che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni. Con l’approvazione della delibera nel prossimo Consiglio Comunale di Cosenza si rafforzerà l’istanza che proviene dalle istituzioni con 17 amministrazioni comunali che hanno già deliberato per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua come prevede la nostra proposta di legge.