Capolavori della pittura riprodotti sui cartelloni pubblicitari di Parigi

 

Immagine.logo Parigi Arte di strada o arte urbana (in inglese street art) è il nome che è stato dato dai mezzi di comunicazione di massa a quelle forme di arte che si manifestino in luoghi pubblici, spesso illegalmente, nelle tecniche più disparate: spray, sticker art, stencil, proiezioni video, sculture ecc.

Di solito l’arte compare sui cartelloni pubblicitari solo per la promozione di una mostra: nell’evento che da pochi giorni sta interessando Parigi la street art si allontana ora dai suoi stilemi e fa sua l’arte classica appropriandosi delle moderne cornici rappresentate dagli spazi pubblicitari, che hanno trasformato il paesaggio urbano della capitale parigina.

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Souvenir di Mortefontaine, Camille Corot, 1864 (Louvre)

L’iniziativa è del noto street artist e fotografo francese Etienne Lavie che si è chiesto come sarebbe la città se al posto degli invasivi cartelloni della pubblicità ci fossero dei dipinti ed è voluto partire  da un progetto, riportato anche su twitter, dal quesito irriverente: Who stole my ads? (Chi ha rubato la mia pubblicità).

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La lettura, Auguste Renoir, 1890-1895 (Louvre)

Per rispondere alla domanda ha sostituito le pubblicità con copie dei dipinti del Louvre.

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Ritratto di monsieur Bertin, Jean-Auguste-Dominique Ingres, 1832 (Louvre)

Con questo progetto Etienne Lavie ha voluto immaginare un nuovo contesto urbano, nel quale la bellezza estetica prende il posto degli slogan dei prodotti commerciali.

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Gabrielle d’Estrées e una delle sue sorelle, Anonimo della Scuola di Fontanebleau, 1594 ca.

Con un effetto è strepitoso questo creativo si è divertito a tappezzare Parigi con opere d’arte, sostituendole ai consueti cartelloni pubblicitari e trasformando così la città in grande museo a cielo aperto, che permetterà a chiunque di ammirare i più importanti quadri della storia.

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L’odalisca bruna, Francois Boucher, 1745 (Louvre)

Tutti i cartelloni pubblicitari che riempiono le strade del centro sono stati sostituiti con le immagini di opere classiche.

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Immacolata concezione, Anton Raphael Mengs, 1770-1779 ca.

«Il mio scopo – ha affermato l’artista – è ridisegnare il paesaggio, sostituendo gli onnipresenti cartelloni con capolavori della pittura».

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Ritratto di Madame de Florian, Giovanni Boldini, 1898.

La bellezza è un bene pubblico.

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 Vista dall’alto di Suresnes, Constant Troyon, 1856 (Louvre)

La frenesia cittadina subisce un rallentamento improvviso, le  metropolitane, gli incroci e le piazze vengono spogliate di quei continui e assillanti messaggi pubblicitari per far posto alla celebrazione della bellezza nella sua forma più classica.

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 Rinaldo nel giardino di Armida, Jean-Honoré Fragonard 1763 (Louvre).

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 San Pietro piangente davanti alla vergine, Giovanni Francesco Barbieri, 1647 (Louvre)

D’altronde, chi sentirebbe mai la mancanza degli onnipresenti consigli per gli acquisti?

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Il sonno di Endimione, Anne-Louis Girodet , 1818.

Inoltre quei quadri non si comprano, si ammirano, allietano l’occhio dell’astante senza chiedere nulla in cambio.

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Pierrot, Antoine Watteau, 1718-19 (Louvre)

Il fotoprogetto di Lavie ridisegna la vita urbana, dandole un po’ di respiro dalla soffocante mercificazione e commercializzazione alla quale siamo ormai assuefatti.

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Ritratto di Madame Regnault de Saint-Jean d’Angely, François Pascal Simon Gérard, 1798 (Louvre)

Di solito l’arte compare sui cartelloni pubblicitari solo per la promozione di una mostra, l’artista pare invece partire da un quesito irriverente: chi ha rubato la mia pubblicità? Cosa accadrebbe se la sostituissimo con opere del nostro patrimonio artistico.

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Così, camminando per Montmartre ci si può imbattere nella Libertà che guida il popolo (1830) di Eugène Delacroix

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La libertà che guida il popolo, Eugène Delacroix, 1830.

o sorprendere la dea della caccia mentre si immerge nelle acque di un ruscello ne Il bagno di Diana (1742) di François Boucher.

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Il bagno di Diana, Francois Bucher, 1742.

La città di Parigi ha così cambiato volto, disseminata di quadri riprodotti su grande scala mostrandosi, se possibile, ancora più bella.

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La Baigneuse, dite de Valpinçon, Jean-Auguste Dominique Ingres 1808.

L’evento è molto simile a uno britannico, Art Everywhere (arte dovunque), lanciato da Richard Reed e e sostenuto da istituzioni culturali di grande  rilievo come l’Art Fund, la Tate Gallery, Posterscope, Vizeum, 101 Creative Agency, Easyart, Blippar e ArtsMediaPeople.

Nell’estate 2013, 57 opere d’arte sono state riprodotte su 22 mila poster, occupando gli spazi della città.

Sono stati i cittadini a scegliere i lavori che più preferivano, ponendo al primo posto The lady of Shalott, del pittore preraffaellita John William Waterhouse, del 1888,

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The lady of Shalott, John William Waterhouse, 1888

seguito dall’Ofelia di John Everett Millais (1851)

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Ofelia, John Everett Millais, 1851

e dal viso spettrale di Head VI (1949) realizzato da Francis Bacon.

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Head VI , Francis Bacon, 1949

Un esempio di iniziative artistiche simili si è avuto a Roma con il progetto “Postcard from Rome”, promosso dalla S.r.l. “Agenzia Affissioni Pubblicità” (APA) negli anni 2011 e 2012 e realizzato in collaborazione con “Il Pastificio Cerere”: ha visto l’affissione di opere di 10 artisti di arte moderna fra cui Damien Hirst.

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Immagine.Postcard fronm Rome

Chissà se un giorno sui cartelloni pubblicitari di Firenze e di Roma potremo ammirare i capolavori che si trovano al Museo degli Uffizi o ai Musei Vaticani.  

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