La partecipazione di VAS a RAI Uno Mattina su Roma deturpata dai cartelloni pubblicitari abusivi

 

Immagine.Uno Mattina Giovedì 6 febbraio 2014 la mia lettera aperta al Sindaco Ignazio Marino (trasmessa con Nota VAS prot. n. 2 del 4 febbraio 2014) è stata pubblicata anche su www.cartellopoli.net: il giorno dopo sono stato contattato per telefono da un giornalista della RAI che ha voluto sapere se il Sindaco avesse già risposto alla mia lettera i cui contenuti lo hanno comunque indotto ad invitarmi a partecipare alla trasmissione di Uno Mattina andata poi in onda alle ore 7,37 di martedì 11 febbraio 2014.

Mi ha anche chiesto di trasmettergli le cifre esatte di quanti sarebbero attualmente gli impianti pubblicitari esistenti a Roma, che gli ho trasmesso per posta elettronica quello stesso giorno.

Prendendo per buone le cifre relative agli impianti facenti parte del “riordino”, aggiornate riguardo agli “SPQR” che da 3.235 sarebbero scesi a circa 2.600, si arriva ad un totale certo di 23.231 impianti pubblicitari, a cui vanno aggiunti quanto meno un terzo dei 23.128 impianti di cui è stata chiesta l’installazione, avvenuta senza aspettare il rilascio del titolo autorizzativo.

Si arriva così ad un totale abbastanza presumibile di 31.000 impianti pubblicitari che farebbero parte della procedura del “riordino”, a cui devono essere aggiunti tutti gli impianti pubblicitari installati abusivamente, ma autodenunciati ed in quanto tali registrati come “senza scheda” nella nuova Banca Dati del Comune.

Ne deriva che il totale comunque accertabile degli impianti pubblicitari registrati in Banca Dati ammonterebbe a circa 35-36.000 cartelloni, che non sono però tutti quelli attualmente  esistenti sul territorio di Roma perché ad essi debbono essere sommati i cartelloni pubblicitari installati del tutto abusivamente ma non ancora accertati: per un opportuno confronto all’inizio della trasmissione di Uno Mattina il conduttore Duilio Giammaria ha fatto sapere  che il dato fornito dal Comune è invece di 28.700 impianti pubblicitari !

Immagine.Duilio Giamamria

Duilio Giammaria

Sono arrivato per primo negli studi di Saxa Rubra anche per chiedere al giornalista che mi aveva contattato quali tempi di intervento mi sarebbero stati concessi: mi ha risposto che la trasmissione sarebbe durata 12 minuti, preceduta da un servizio filmato e mi sarebbero state rivolte almeno tre domande, che si sono poi ridotte ad una soltanto, anche per dare spazio ad un altro filmato dedicato anche alle buche di Roma.

Il primo ad arrivare dopo di me nella saletta di attesa è stato il Vicepresidente per lo Sviluppo del Territorio Tesoriere di Confcommercio di Roma Capitale Antonio Pellone, che alla mia domanda sulle ragioni per cui fosse stato invitato a partecipare ad una trasmissione riguardante i cartelloni pubblicitari mi ha chiarito di essere in prima linea nel combattere questa forma sleale di abusivismo commerciale.

Immagine.Antonio Pellone

Antonio Pellone

Gli ho chiesto allora se fosse disposto a sottoscrivere un documento congiunto per combattere assieme i cartelloni pubblicitari abusivi, dopo averne ovviamente valutato il testo: mi ha dichiarato la sua piena disponibilità, che ho ottenuto poco dopo anche dall’Avv. Laila Perciballi, responsabile del Movimento Consumatori, che si è dichiarata pienamente disponibile anche a promuoverci una Class Action nella malaugurata ipotesi che ci fossimo costretti in un immediato futuro.

 Immagine.Laila Perciballi

Nella saletta di attesa è arrivata per ultima l’Assessore Marta Leonori che ho immediatamente salutato con una stretta di mano, senza che mi riconoscesse: dopo che le ho ricordato l’unica volta che mi ha concesso di incontrarla come VAS assieme alla associazione “Basta Cartelloni-Francesco Fiori” e mi sono presentato per nome e cognome ha fatto la faccia storta di chi sta chiaramente pensando “buono questo … come rompiscatole, con le sue mille segnalazioni”, come le ho fatto di persona esplicitamente presente.

 Immagine.Marta Leonori

Marta Leonori

Il mio tono franco da una parte, ma anche ironico dall’altra, è servito a rompere il ghiaccio con lei, che per tutta riposta mi ha detto che doveva ancora finire di leggere (e digerire) la mia lettera aperta di 9 pagine che il 4 febbraio scorso ho trasmesso al Sindaco e per conoscenza anche a lei.

Ne ho approfittato per farle notare che la lettera riguarda di riflesso anche lei, perché agli impegni assunti in termini di metodo non ha poi fatto seguito nessun fatto in termini di merito: ho tenuto a rimarcarle che sto sempre dalla sua parte, ben cosciente delle pressioni a cui è sottoposta, per cui non mi sarei permesso di attaccata durante la trasmissione in diretta, ma le avrei comunque chiesto di dare un segnale concreto di una vera e propria inversione di tendenza, prendendo impegni ben più precisi in termini di merito.

La trasmissione di Uno Mattina è stata voluta dedicare alle “città deturpate” dalla cartellonistica pubblicitaria abusiva con un giro di perlustrazione delle nostre città che è voluto partire dalla capitale.

Immagine.città deturpate.1

È stato proiettato un breve servizio filmato introduttivo della situazione esistente a Roma, che è stata spiegata anche con una intervista rilasciata dal responsabile del blog www.cartellopoli.net Massimiliano Tonelli, che ha spiegato come i problemi siano fondamentalmente due, quello delle pubbliche affissioni (su impianti di proprietà comunale) e quello della impiantistica pubblicitaria (su cartelloni di proprietà privata).

Immagine.M. Tonelli

Riguardo alle pubbliche affissioni Massimiliano Tonelli ha parlato di una “piccola tassa” che ci sarebbe da pagare per avere la locazione degli impianti cosiddetti “SPQR”, quando così non è esattamente, visto che il canone che si paga per essi è più alto del Canone Iniziative Pubblicità (CIP) che pagano le ditte per i loro impianti: il motivo è dovuto alla migliore rendita di posizione che hanno commercialmente questi impianti e che nel tempo si è persa quasi del tutto proprio per colpa degli impianti abusivi che sono cresciuti come funghi attorno ad essi.

Tonelli ha anche messo in evidenza come in tutte le capitali europee i cartelloni portano dei servizi alle città, facendo sapere ad esempio che a Parigi il servizio di Bike Sharing, così come delle toilettes pubbliche, è pagato dai cartelloni: ha fatto quindi un paragone con la città di Roma per rimarcare che l’ammanco annuo dei canoni da pagare per la pubblicità sarebbe di 60 milioni circa, soldi che potrebbero essere impiegati per recuperare anche il degrado delle strade della capitale.

Il conduttore Duilio Giammaria ha tratto lo spunto proprio dal suddetto paragone per chiedere all’Assessore Leonori i motivi per cui il Comune non riesce a farsi pagare il dovuto dalle ditte pubblicitarie né a combattere il degrado causato dal forte inquinamento visivo provocato dai cartelloni pubblicitari abusivi.

Immagine.Marta Leonori.1

Marta Leonori ha fatto preliminarmente un distinguo tra il tema delle buche, per il quale il Comune chiederà ragione alle ditte di quelle che si sono riaperte sulle strade da essi asfaltate di recente, ed il tema dei cartelloni, riguardo al quale ha fatto presente che a Roma da 20 anni manca il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP), evidenziando che questo ha fatto sì che tutto il settore fosse senza controllo creando un danno non solo alla città ma anche stesse ditte pubblicitarie “serie”: al conduttore che le ha sottolineato che a Roma i cartelloni sono 28.700 l’Assessore ha risposto dicendo che ad essi si devono aggiungere i 5.000 cartelloni che vanno rimossi perché assieme alla Giunta Capitolina da  dicembre “abbiamo tolto una sanatoria di 5.000 cartelloni che non avevano diritto di esistere sul territorio”.

Immagine.la guerra ai cartelloni abusivi. png

Alla domanda del conduttore se ci dobbiamo tenere comunque tutti gli altri cartelloni da cui siamo costellati, la Leonori ha risposto che dei 28.700 rimanenti cartelloni si sta controllando “non solo chi paga ma quanto viene pagato e che impatto c’è sulla città” e che “a breve porteremo in Giunta e poi in Consiglio Comunale e nei Municipi il Piano Regolatore degli Impianti pubblicitari”.

Alla richiesta esplicita del conduttore di dare una data precisa l’Assessore ha detto che pensa che possa essere entro il mese di marzo, precisando subito dopo che deve intendersi una data di massima: lo ha detto sorridendo perché “l’avvocato Bosi sta strabuzzando gli occhi”.

Con la mia laurea di “dottore in architettura” e non certo di “avvocato” faccio presente ai fini di un opportuno confronto che da fonti vicine all’Assessore era stato assicurato il licenziamento del PRIP da cui ripartire entro la fine della scorso mese di gennaio.

Il conduttore mi ha quindi  chiesto se si stia esagerando con questa emergenza: rispondendo assolutamente di no, ho fatto le 2 seguenti precisazioni.

Immagine.i cartelloni che deturpano le città

1 – Riguardo alla cifra dei 28.700 cartelloni, che non so da chi sia stata data, ho fatto presente che alla data del 9 maggio del 1997, fissata come termine ultimo per la chiusura della 1° fase del cosiddetto “procedimento di riordino”, è stato di circa 28.000 il numero dei cartelloni per i quali è stata presentata domanda di rinnovo delle rispettive concessioni: ho dimenticato di dire che sono state 3.235 le domande di rinnovo delle locazioni degli impianti “SPQR” e 1.796 gli impianti installati senza aspettare il rilascio delle rispettive autorizzazioni.

Immagine.la giungla dei manifesti abusivi

Ho anche ricordato l’indagine svolta dalla Agenzia per il controllo e a qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma in cui è stato riportato che ad ottobre del 2010 i cartelloni registrati nella Nuova Banca dati del Comuni erano circa 32.000 (per l’esattezza 32.915).

Ho quindi precisato che “il fenomeno dei 5.000 impianti senza scheda si è verificato perché l’amministrazione precedente consentiva di installare impianti abusivi per i quali ti potevi autodenunciare: pagavi una quota, una indennità pari per giunta al canone degli impianti regolari, ti veniva assegnato un numero di codice identificativo e tu con quello comparivi”.

Quindi un autocondono meraviglioso insomma, fantastico” ha commentato il conduttore: “sì perché in attesa di una istruttoria mai avvenuta per cui restavano sul territorio” ho precisato a mia volta.

2 – Con riguardo ai 5.000 impianti “senza scheda” che quindi fanno parte dei 28.700 dichiarati (e non sono invece in aggiunta come ha detto l’Assessore) ho fatto presente che “siccome so dall’esperienza fatta in precedenza che non ci saranno i tempi per rimuoverli materialmente, ed è una discussione che abbiamo affrontato insieme nell’unico incontro avuto con l’assessore, un consiglio che ripeto e ribadisco è che –  prima ancora di trovare e reperire i fondi per rimuoverli forzatamente là dove le ditte non ottemperano all’invito a farlo da sole  – non vanno presi dal bilancio comunale come ha fatto la Giunta di Alemanno (“ah perché oltre il danno anche la beffa che grava sulle tasche dei consumatori ” ha commentato il conduttore) sono stato costretto a denunciare l’amministrazione alla Corte dei conti per distrazione di fondi”.

Immagine.Rodolfo Bosi.2

Ho quindi concluso affermando che “l’attuale normativa prevede come possibilità (ma che vorrei che diventasse un dovere) in attesa di reperire i fondi per poterli rimuovere forzatamente di oscurarli perché quello è il miglior deterrente. L’impianto abusivo viene installato per specularci per il tempo che tu non lo rimuovi con la pubblicità irregolare: se te lo oscuro alla fonte, ti passa la voglia”.  

Chiamata in causa a sua volta l’Avv. Laila Perciballi ha sottolineato il pericolo a cui vengono esposti i cittadini anche con gli impianti pubblicitari installati in violazione del Codice della Strada: faccio presente al riguardo che solo nel biennio 2011-2013 sono stati registrati a Roma ben 33 incidenti stradali provocati da tali impianti, con addirittura 6 morti.

Immagine.Laila Perciballi.1

Ha anche messo in evidenza che le sanzioni per i cartelloni abusivi vanno fatte pagare tanto dalle ditte che li collocano quanto da chi vi ci fa la propria pubblicità.

Immagine.Laila Perciballi.2

Il conduttore ha quindi coinvolto il Vicepresidente della Confcommercio, perché “è anche parte lesa ma anche parte in causa”: Antonio Pellone ha detto che “la Confcommercio Roma vuole essere un interlocutore privilegiato con l’amministrazione … della lotta all’abusivismo”.

Immagine.Antonio Pellone.2

Ha manifestato l’intenzione di avviare una campagna mettendo a disposizione un numero verde per segnalare tutti i casi di abusivismo.

Il conduttore ha ridato quindi la parola all’Assessore che l’aveva richiesta e che ha tenuto a precisare che “è vero che noi  dobbiamo mettere in bilancio delle risorse per rimuovere i cartelloni e se non lo facciamo giustamente le associazioni ci sollecitano a rimuovere i cartelloni e sono spese ingenti. Sicuramente lavoreremo sull’oscurare  dopo di che – dicevo con una battuta – noi dobbiamo avviare il percorso: il percorso deve avere delle tappe forzate perché dobbiamo passare il piano regolatore in aula dove deve essere approvato, deve essere approvato  dall’Assemblea Capitolina, cosa che non è avvenuta in passato. Ma poi dovremo fare altre cose. Il piano regolatore è uno strumento di pianificazione, poi abbiamo bisogno dei Piani di Localizzazione che ci diranno esattamente su una strada dove possono essere i cartelloni … La cosa più importante … Nel momento in cui avremo fatto i Piani di Localizzazione e su questo stiamo dialogando anche con le associazioni, abbiam fatto una gara .. “.

Immagine.le lobby dei cartelloni abusivi

Anche se le è stato impedito di dirlo compiutamente, l’Assessore Leonori ha ribadito l’intenzione dell’Amministrazione Capitolina di entrare a regime con i bandi di gara che assegneranno la gestione di volta in volta decennale di tutti gli impianti pubblicitari individuate nelle rispettive posizioni dai Piani di Localizzazione.       

Tirando personalmente le somme in estrema sintesi di come si è svolta questa trasmissione lampo, mi sento di dire che ne sono derivati comunque i due seguenti aspetti positivi: 

1) la data del mese di marzo come termine ultimo per far congedare dalla Giunta Capitolina una proposta di PRIP da cui ripartire;

2) l’impegno ad oscurare preventivamente quanto meno i 5.000 impianti cosiddetti “senza scheda” di cui la deliberazione di Giunta Capitolina n. 425 del 13 dicembre 2013 ha prescritto la rimozione entro 90 giorni.

A trasmissione finita il conduttore Duilio Giammaria si è voluto intrattenere con tutti e 4 noi partecipanti in presenza anche di altri due giornalisti della RAI che si sono rivelati molto interessati alla discussione che c’è stata fra di noi: gli ho fatto presente i tempi “politici” che ci vogliono per arrivare ad approvare definitivamente dapprima il PRIP nelle sue varie fasi (pareri dei 15 Municipi e osservazioni di cittadini, associazioni e ditte, controdeduzioni della Giunta Capitolina, esame e relazione della Commissione Commercio e voto finale dell’Assemblea Capitolina), poi i Piani di Localizzazione ed infine i bandi per poter entrare finalmente a regime.

Come commento di stampo “politico” ho detto davanti a lui alla Leonori che pur apprezzando le sue dichiarazioni di impegno, lei vale pur sempre per uno (come direbbe Beppe Grillo) mentre in democrazia le decisioni sono collegiali e non sempre vanno nella direzione che vorremmo: ho anche precisato alla Leonori che appare ai miei occhi come se fosse un piccolo vaso d’argilla circondato da tanti orci di coccio molto più duro.

Con riguardo ai bandi, le ho fatto presente (sempre davanti a tutti) che Milano che ha la metà della popolazione di Roma è riuscita a dotarsi di 190 stazioni di Bike Sharing che gestisce la Clear Channel pagandosi i costi del servizio con la pubblicità che le è stata data in concessione, per cui – facendo un paragone con la Capitale che ha il doppio della popolazione – Roma dovrebbe avere quanto meno 380-400 stazioni che l’Amministrazione potrebbe assicurarsi a costo zero concedendo a chi vincerà l’apposito bando circa 6.000 mq. di superficie pubblicitaria, che sarebbe pari soltanto al 4 %  circa dei 162.500 mq. previsti dal PRIP così come redatto da “Aequa Roma”.

Le ho fatto presente che la nostra proposta unitaria va proprio in questo senso, ma che nelle linee guida del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) presentato il 29 gennaio scorso dal suo collega Assessore Guido Improta sono previste 80 misere stazioni di Bike Sharing che per dirla alla Totò sono solo quisquilie e pinzellacchere e che per giunta il Comune non vuole nemmeno far finanziare dalla pubblicità,  perdendo così addirittura 3 milioni di € (che è quanto costa un servizio di 80 stazioni) perché si vogliono prendere dai ricavi pur sempre del pubblico bilancio del Car Sharing. 

Immagine.obiettivi del nuovo PGTU

Ho fatto capire senza mezzi termini alla Leonori  che o il Comune fa marcia indietro su questo fronte o entriamo allora nostro malgrado in rotta di collisione

Ho approfittato anche per dirle che è ormai ora che faccia sapere in termini di “merito” da quale PRIP intende ripartire, riportandole le voci secondo le quali si vorrebbe ripartire sostanzialmente dal PRIP di “Aequa Roma” congedato dalla Giunta di Alemanno: me l’ha più o meno confermato dicendomi che si vorrebbe ripartire però da quello corretto d’ufficio dalla stessa “Aequa Roma”.

Le ho allora dovuto contestare che, oltre a dover chiarire chi è stato a dare l’imput ad “Aequa Roma” di correggere uno solo dei diversi errori materiali da me riscontrati e di redigere una bozza di Norme Tecniche di Attuazione, a tutt’ora sconosciuta a tutti, non mi trova per niente d’accordo questo modo di procedere perché non tiene in nessun conto la nostra proposta unitaria e si affida ciecamente ad un lavoro che ci farà entrare sicuramente in rotta di collisione, anche perché a questo punto c’è da chiedersi come farà la Commissione Commercio a scegliere quale debba essere il PRIP da cui proporre di ripartire, quando il Dott. Francesco Paciello si sarà deciso (senza più ritardare ulteriormente la scadenza fissata ma non rispettata) a chiudere il parere di sua competenza sulla regolarità tecnica ed amministrativa di tutte le proposte presentate e pervenute entro il 17 dicembre scorso.

A tal riguardo c’è da sapere che con messaggio di posta elettronica trasmesso il 18 gennaio 2014 al Presidente della IX Commissione Commercio Orlando Corsetti ed a tutti i membri della medesima Commissione avevo lamentato gli impegni finora disattesi della Commissione Commercio riguardo alla scelta del PRIP da cui ripartire ed ho chiesto <<pertanto al Presidente della IX Commissione Commercio Orlando Corsetti di spiegare le ragioni di questo grave ritardo e di voler provvedere a convocare immediatamente una riunione straordinaria per decidere la proposta di PRIP da sottoporre alla attenzione dell’Assessore Leonori e della Giunta Capitolina>>.

 Immagine.Orlando Corsetti.A

Orlando Corsetti

Con lo stesso messaggio trasmesso all’Assessore Leonori ho chiesto in  forza della sentenza della Sentenza della Corte Costituzionale n. 355 del 17 luglio 2002 di far approvare entro 30 giorni dalla Giunta Capitolina la proposta di PRIP da cui far ripartire l’intero iter finalizzato alla sua definitiva approvazione da parte dell’Assemblea Capitolina, anche indipendentemente dalla scelta che dovrebbe fare la IX Commissione Commercio.

A quel messaggio non si è degnato di rispondere nessuno: con nota VAS prot. n. 2 del 4 febbraio 2014 ho allora inviato al Sindaco la lettera aperta che ha determinato l’invito a farmi partecipare alla trasmissione di Uno Mattina e che ho trasmesso per conoscenza – oltre che all’Assessore Leonori – al Presidente Corsetti ed a tutti i capigruppo di maggioranza.

Alla lettera aperta Orlando Corsetti si è deciso a darmi una risposta con una Nota del 6 febbraio 2014 trasmessami via fax con cui mi fa sapere di essere <<in attesa delle valutazione degli uffici sulle proposte ed osservazioni pervenute poiché, come inserito nel dichiarato documento, solo dopo la verifica di fattibilità dal punto di vita normativo ed amministrativo la medesima potrà prendere posizione politica>>: ha tenuto a precisare che <<ovviamente, ottenuti i predetti pareri, i lavori riprenderanno in modo tempestivo così come comunicato anche al consigliere Stefàno, che legge per conoscenza, con nota prot. RQ 2065 del 3 febbraio 2014>>

A tal ultimo riguardo l’Assessore Leonori mi ha fatto sapere che il dott. Francesco Paciello ha finito il suo lavoro, perdendosi cavillosamente a valutare anche le proposte chiaramente fuori tema, come quella di rimuovere i 100 cartelloni installati in via della Scafa: questo vuol dire che Orlando Corsetti non ha ora più scuse e deve ormai riunire la Commissione Commercio per decidere una volta per tutte da quale PRIP scegliere di ripartire.

Quando ho esternato alla Leonori le mie preoccupazioni sull’idea che aveva in un primo momento di assegnare la redazione dei Piani di Localizzazione alla Agenzia per la Mobilità, per risparmiare gli alti costi che presumeva  che avrebbe chiesto “Aequa Roma”, sono venuto a sapere da lei della ulteriore grossa novità che la S.p.A. “Aequa Roma”, sollecitata da Paciello, ha fatto un preventivo di spesa di soli 500.000 € che il Comune di Roma è in grado di sostenere: con questo ulteriore tassello la Giunta Capitolina dovrebbe congedare un PRIP modificato ed integrato che nelle sue Norme Tecniche preveda di disciplinare a priori tutte e tre le fasi, predisponendo di assegnare ad “Aequa Roma” la redazione dei Piani di Localizzazione secondo l’importo convenuto.

Con la Leonori sono riuscito a toccare anche il tasto dei bandi, chiedendole quanti intende farne e con quali “pacchetti”: mi ha risposto che sono orientati a fare 10 lotti territoriali senza riuscire a chiarirmi con quali differenziazioni l’uno dall’altro.

Le ho allora strappato l’impegno di concederci una sua personale audizione da qui a breve per discutere assieme anche a “Basta cartelloni-Francesco Fori” nel merito di tutto quanto bolle in pentola.

L’Assessore Leonori ha anche ammesso che probabilmente non si riuscirà comunque a rispettare la scadenza prefissata del prossimo 31 dicembre 2014: ho tenuto a farle presente (sempre davanti a tutti) che per tutto il tempo che bisognerà aspettare almeno l’approvazione del PRIP non intendo nella maniera più assoluta permettere che si continui con la cartellopoli che infanga il decoro di Roma e le ho anticipato davanti a tutti della proposta di risoluzione da me promossa per ora in ben 9 dei 15 Municipi per ridare ad ognuno il decoro che gli spetta, precisandole che è finalizzata a dare una chiara inversione di tendenza anche e soprattutto dal basso, in sinergia con quanto dovrebbe fare lei dall’alto, ma anche in eventuale sostituzione di compiti e funzioni che spettano soprattutto ai vertici e che non venissero da questi applicati.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

 

 

 

 

 

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