Il 1 marzo nasce “Green Italia”, nuovo soggetto politico ecologista

 

Immagine.logo Green Italia In un articolo pubblicato il 24 giugno del 2013 Roberto Della Seta e Francesco Ferrante hanno motivato la nascita di un nuovo movimento politico che si chiamerà “Green Italia” nel modo seguente: <<In Italia non ci sono forze politiche ecologiste con un seguito elettorale apprezzabile, come in Germania o in Francia, mentre i partiti tradizionali continuano a considerare l’ambiente come un argomento di seconda o terza fila, buono tutt’al più per organizzarci qualche convegno o scriverci uno dei trenta o quaranta capitoli dei programmi elettorali.

Per questo insieme a molti altri – ecologisti con varie origini e storie, imprenditori della “green economy” – abbiamo promosso “Green Italia”, movimento politico che presenteremo a Roma il 28 giugno in un incontro pubblico all’auditorium del museo Maxxi.

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Roberto Della Seta – ex Presidente di Legambiente ed ex Senatore PD

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 Francesco Ferrante – ex direttore generale di Legambiente ed ex Senatore PD

 La nostra ambizione è semplice ed è anche, lo sappiamo, temeraria: dare una mano a interrompere la “rimozione” della questione ecologica da parte della politica italiana.

L’ecologia non è soltanto l’emblema dei problemi ambientali che affliggono l’Italia: problemi che condividiamo con tutto il mondo, dall’inquinamento al clima che cambia, problemi squisitamente nostri dalle ecomafie ai rifiuti nelle strade di Napoli o Palermo.

L’ecologia evoca grandi, grandissimi problemi ma indica anche preziose soluzioni – serve come il pane a farci uscire prima e meglio dalla depressione economica e sociale, con la “green economy” di migliaia di imprese che grazie all’innovazione “green” resistono e spesso crescono malgrado la crisi.

Serve ad archiviare per sempre l’idea malsana che sia accettabile, come accettato a Taranto per decenni, mettere l’economia, l’industria, il lavoro contro la salute umana. Serve ad affermare che c’è uno spazio dei “beni comuni” – beni materiali come l’acqua o il suolo, immateriali come la legalità o la scuola – che va tenuto al riparo da logiche di parte e mercantili.

I mali italiani non possono essere curati affidandosi alle stesse idee che li hanno generati, e d’altra parte su di essi pesa un groviglio di conservatorismi alimentati sia da destra che da sinistra: la lontananza di tutte le forze politiche e sociali tradizionali dalla cultura ecologica è parte integrante, e non marginale, di questa formidabile resistenza al cambiamento.

Accorciare almeno un poco questa distanza è la scommessa di “Green Italia”. Obiettivi concreti? Ci limitiamo a citarne uno ravvicinato: sbugiardare i negazionisti dell’ambiente, e magari fare in modo che il “Corriere della Sera”, il 5 giugno dell’anno prossimo, informi i lettori che sì, in effetti la crisi ecologica non è proprio un’invenzione degli ambientalisti>>

Oltre che da Roberto Della Seta e  Francesco Ferrante, il movimento è stato promosso tra gli altri da Monica Frassoni e Fabio Granata ed ha avuto una “incubazione” di oltre otto mesi fatta di impegni con decine di iniziative sul territorio italiano e un costante riferimento a livello europeo con l’ European Green Party, il Partito Verde Europeo che è stato fondato il 22 febbraio 2004 e che è il successore della Federazione Europea dei Partiti Verdi (EFGP), che esisteva dagli anni ’80.

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logo del Partito verde Europeo

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Monica Frassoni – co-presidente del Partito Verde Europeo

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Fabio Granata – vicecoordinatore nazionale di Futuro e Libertà per l’Italia

Il prossimo 1° marzo al Teatro Piccolo Eliseo di Roma nasce Green Italia con la sua assemblea fondativa, a cui potranno partecipare con diritto di voto tutti coloro che si saranno registrati entro il 25 febbraio seguendo le istruzioni su www.greenitalia.org.

Alla domanda sul perché di questo nuovo soggetto politico che hanno fatto in molti, anche tra coloro che sono interessati a questa sfida, è stato risposto su www.greenitalia.org con un articolo di Francesco Ferrante che <<siamo in presenza davvero di un unicum nel panorama politico del nostro Paese, nel rapporto inversamente proporzionale tra interessi ed esigenze diffuse e relativa rappresentanza politica. Nella distanza tra interessi reali, chance di sviluppo che non si colgono, sofferenze di famiglie e imprese che vengono lasciate marcire, tutto quello che può essere messo sotto ad un grande e ideale “ombrello” verde con le sue varie declinazioni, dalla sostenibilità ambientale  alla green economy, alle buone pratiche, soffre di un deficit di rappresentanza spaventoso.

I Verdi italiani da tempo hanno esaurito la spinta propulsiva autonoma che ebbero all’alba del loro manifestarsi, galleggiano su percentuali di voto insignificanti e da molto tempo infatti cercano nuove strade, nel Partito democratico c’è una sparutissima pattuglia ambientalista, il Movimento 5 Stelle è quel potpourri  in cui tutto si mescola e tutto viene soffocato dalla posizione di chiusura a qualsiasi confronto esterno, condito da comportamento e linguaggi insopportabili.

A destra, di campagne a favore dell’ambientalismo sulla scia di quanto ha fatto per esempio il leader conservatore  inglese Cameron nemmeno l’ombra, anzi.

E se nella Grosse Koalition tedesca il tema della Energiewende (la transizione energetica basata su rinnovabili e abbandono del nucleare) è stata centrale nell’accordo tra Spd e Mekel, in questi giorni di trattative per un nuovo governo nazionale qui da noi il tema è totalmente assente nel dibattito pubblico.

A sinistra – è storia di questi giorni – prova a nascere una lista, quella nel nome di Tsipras, in cui i temi ambientali sono detti, ma non praticati, e si preferiscono riferimenti europei onestamente “antichi”, alcuni dei quali con posizioni assurde su Europa, ma persino su nucleare e carbone, invece di provare a costruire davvero un’esperienza alternativa a populismi e moderatismi, ma davvero larga e includente.

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Alexis Tsipras

politico greco, candidato dalla Sinistra Europea a presidente della commissione europea per le elezioni del 2014.

A fronte di tutto questo c’è una  grande consapevolezza nell’opinione pubblica italiana delle potenzialità dell’economia verde.

Noi vogliamo provare ad accorciare la distanza tra consapevolezza e mancanza di rappresentanza. E vogliamo farlo forti delle nostre radici europee, anche da qui il richiamo esplicito all’esperienza di successo dei Verdi europei, contro ogni populismo e consci che non c’è speranza di futuro fuori dall’Europa.

Sabato 1° marzo prenderà dunque definitivamente forma  la casa politica degli ecologisti italiani e di tutti coloro che credono nel green come colore del futuro, e nella sostenibilità ambientale e sociale la strada obbligata per accompagnare l’Italia fuori dalla crisi socio-economica.

L’assemblea, che si terrà presso il Teatro Piccolo Eliseo a partire dalle ore 9.30, discuterà e deciderà sul programma, l’organizzazione interna, gli impegni di Green Italia.

Saranno presenti come ospiti, tra gli altri: Don Luigi Ciotti, il sindaco di Roma Ignazio Marino, Andrea Carandini, il critico Philippe Daverio, il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini.

Il punto di avvio di questa impresa collettiva, spiega il movimento, <<avverrà nel segno del massimo coinvolgimento: ogni cittadino potrà partecipare da ‘fondatore’ a questo evento, con diritto di voto sulle decisioni assunte nell’occasione. Unica eccezione i limiti definiti nel codice etico del movimento, che esclude dalla possibilità di aderire chi abbia avuto condanne o rinvii a giudizio per reati di criminalità organizzata e di corruzione.>>

<<Prende definitivamente forma la casa politica degli ecologisti italiani e di tutti coloro che credono nel ‘green’ come colore del futuro e vedono nella sostenibilità ambientale e sociale la strada obbligata per accompagnare l’Italia fuori dalla crisi socio-economica, civile ed ecologica>> afferma il soggetto ecologista.

Il 28 gennaio 2014 si sono concluse nel frattempo le primarie del gruppo Verdi-Alleanza Libera per l’Europa al Parlamento europeo a cui aderiscono la Federazione Europea dei Partiti Verdi, poi diventata Partito Verde Europeo, e l’Alleanza Libera Europea: sono cominciate il 10 novembre 2013 ed hanno visto la designazione di Ska Keller e del francese José Bové come capi fila del gruppo alle elezioni europee di maggio,  rappresentanti dei paesi in cui – assieme a Danimarca e Spagna – è più forte il movimento ecologista in Europa.

Immagine.Ska Keller

Ska Keller

Immagine.Josè Bovè

Josè Bovè

È così partita la campagna per le europee di maggio del partito ambientalista europeo che è stata presentata il 19 febbraio scorso a Bruxelles e che parte ufficialmente oggi 22 febbraio con la Convenzione elettorale.

Cambia l’Europa, vota Verde“: questo lo slogan della campagna.

Attuale quarta forza del Parlamento europeo dopo popolari, socialdemocratici e liberal-democratici, tra i Verdi non c’è alcun rappresentante italiano all’Eurocamera.

Obiettivo, il difficile superamento dello sbarramento elettorale.

Le prossime elezioni saranno vinte da chi riuscirà a mobilitare gli elettori attorno alle sue proposte” ha detto Monica Frassoni, indicando due linee guida: “un nuovo modo di spendere i soldi del bilancio europeo” con una svolta verso investimenti destinati alla green economy, maggiore legittimazione democratica.

Con un messaggio di cambiamento – ha detto dal canto suo il co-presidente Reinhard Buetikofervogliamo mobilitare gli elettori per trasformare il disincanto, le critiche e la rabbia nella partecipazione attiva e nella speranza per un’Europa più sociale. Il populismo anti-europeista e le politiche seguite finora ci porterebbero su un binario morto“.

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 Reinhard Buetikofer

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