Stop alla primavera transgenica

 

Immagine.OGM Italia A seguito della semina di 7000 metri quadri di mais OGM avvenuta in Friuli l’allora Governo Letta ha firmato il Decreto interministeriale del 12 luglio 2013 che vieta la coltivazione del mais Monsanto MON810 nel nostro Paese: vieta in modo esclusivo la coltivazione del mais geneticamente modificato su tutto il territorio italiano.

Immagine.Mom 810

Il decreto interministeriale, firmato dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Nunzia De Girolamo, dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e dal Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare, Andrea Orlando, ha rappresentato un passo importante per la tutela della biodiversità in agricoltura.

Resta in vigore fino all’adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 179/2002 e, in ogni caso, per un periodo massimo di 18 mesi.

Ma ora un ricorso al Tar del Lazio “rischia di annullare il decreto interministeriale del luglio 2013 che vieta in Italia la semina di Ogm. Per fermare questa minaccia, otto associazioni appartenenti alla ‘Task Force per un’Italia Libera da Ogm‘ presentano al Tar del Lazio un atto d’intervento a sostegno del Governo e dei tre ministeri competenti contro il ricorso presentato da un agricoltore friulano“.

Immagine.cibo OGM no

Lo rende noto la Task force spiegando che “in prima linea, a difendere i terreni agricoli nazionali dalle semine di mais geneticamente modificato sono Aiab, Associazione Nazionale Città del Vino, Coldiretti, Federbio, Fondazione Univerde, Greenpeace, Legambiente e Slow Food insieme con i dicasteri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute. Dall’altra parte l’agricoltore che – dopo aver seminato e raccolto mais Mon810 in Friuli nel 2013 – ha presentato ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento del decreto stesso“.

In vista della pronuncia del Tar il prossimo 9 aprile, le otto associazioni hanno depositato in questi giorni, insieme con i ministeri e la senatrice di SEL Loredana De Petris, “un intervento ad opponendum al ricorso presentato contro il decreto. Il rischio di semine Ogm nella prossima primavera – avverte la Task Force – deve essere affrontato con la massima urgenza perché potrebbe compromettere l’intero comparto agricolo italiano“.

Se il Tar dovesse accogliere il ricorso, “è probabile che già dai giorni successivi verranno effettuate semine incontrollate di mais Mon810 in diverse regioni d’Italia. Un colpo durissimo per il nostro Paese” afferma la Task force osservando, tra l’altro, che sarebbero vanificate “tutte le azioni portate avanti finora per tutelare il nostro Made in Italy e compromettendo l’intera filiera del biologico“.

Un colpo durissimo per il nostro Paese.

La coltivazione di OGM, infatti, può avere ricadute molto pesanti per le produzioni agricole e alimentari italiane basate sull’identità e il legame con il territorio d’origine, vanificando tutte le azioni portate avanti finora per tutelare il nostro Made in Italy e compromettendo l’intera filiera del biologico, perché dove si semina OGM la certificazione per la produzione biologica rischia di decadere a causa dei livelli di contaminazione genetica che si determinano.

La stessa Task Force, che agisce in rappresentanza di milioni di italiani, ha inviato, sul tema, un appello al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, perché il governo sia pronto per qualsiasi evenienza e faccia di tutto per evitare il vuoto legislativo.

Tutto questo, anche in vista del prossimo Expo 2015 dedicato, appunto, ai temi della nutrizione. Un evento al quale il nostro paese deve presentarsi come leader di un nuovo modello di agricoltura e alimentazione, fondato sulla biodiversità, sulla sostenibilità, sulla giustizia sociale, sulla qualità: valori che non possono convivere con l’agricoltura OGM.

Per tutti questi motivi, le associazioni della Task Force per un’Italia Libera da OGM si sono schierate a fianco dei tre Ministeri.

È doveroso per difendere la volontà della maggioranza degli agricoltori e gli interessi di milioni di italiani che sono a favore di un’Italia libera da OGM.

Della Task Force per un’Italia libera da OGM fanno parte Acli • Adoc • Adiconsum • Adusbef • Aiab • Amica • Associazione per l’Agricoltura Biodinamica Assoconsum • Campagna Amica • Cia • Città del Vino • Cna Alimentare • Codacons • Coldiretti • Crocevia • Fai • Federconsumatori • Federparchi • Firab • Focsiv • Fondazione Univerde • Greenaccord • Greenpeace • Lega Pesca • Legacoop Agroalimentare • Legambiente • Lipu • Movimento dei consumatori • Movimento difesa del cittadino • Slow Food Italia • Unci • Upbio Vas • Wwf

 

 

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