Pubblichiamo il seguente articolo di Tomaso Montanari ripreso su “Il Fatto Quotidiano” del 31 Marzo 2014 e pubblicato su www.eddyburg.it del 31 marzo con la seguente premessa. A proposito della proposta di rottamazione delle Soprintendenze: «“Resistere ai privati”: chi lo sostiene oggi è un talebano, statalista, comunista. A scriverlo, invece, era il liberalissimo Indro Montanelli». Il Fatto quotidiano, 29 marzo 2014 Indro Montanelli Al professor Tomaso Montanari (storico dell’arte, professore alla Federico II) il presidente Giorgio Napolitano ha conferito l’onorificenza di commendatore dell’ordine al merito della Repubblica. «È così premiato il suo impegno a difesa del nostro patrimonio», ha scritto a Montanari il Consigliere per il patrimonio artistico del Presidente, menzionando, tra le altre, la denuncia del saccheggio dei Girolamini. ***************************************** “Un soprintendente è tenuto a compiere sopralluoghi, controllare perizie, dirigere i lavori, pubblicare studi, redigere piani paesistici, ma soprattutto resistere ai privati che vorrebbero distruggere tutto per rifarlo in vetrocemento, quasi sempre con l’assenso e l’appoggio delle autorità”. “Resistere ai privati”: chi lo sostiene oggi è un talebano, statalista, comunista. A scriverlo, invece, era il liberalissimo Indro Montanelli, in un memorabile articolo comparso sul Corriere della Sera il12 marzo 1966. Oggi, invece, un giornale come Repubblica scrive che “troppo spesso le soprintendenze diventano fattori di conservazione e di protezionismo in senso stretto, cioè di freno e ostacolo allo sviluppo, alla crescita del turismo, e dell’economia”, sul Corriere si invoca un giorno sì e l’altro pure l’intervento salvifico di quegli stessi privati, Matteo Renzi ripete a macchinetta che “Sovrintendente è una delle parole più brutte di tutto il vocabolario della burocrazia. Stritola entusiasmo e fantasia fin dalla terza sillaba”. L’entusiasmo e la fantasia di chi – tra il 1966 e oggi – ha sepolto questo Paese sotto una colata di cemento. L’attualità dell’articolo è devastante, perché tutto è rimasto […]