Specie invasive, Ue pronta ad adottare piano d’attacco

Immagine.Commissione Europea (2)Quello delle specie invasive è un fenomeno legato principalmente all’indebolimento degli ecosistemi.

Nel caso in cui una specie importata dall’uomo in un determinato habitat non trovi competitori particolarmente ‘importanti’ può espandersi infatti in maniera incontrollata.

Sono oltre 12mila nel Vecchio Continente e circa il 15% di queste sono ritenute ‘invasive’.

L’Italia, che ne conta oltre duemila, è fra i cinque Paesi Ue con il numero record di questi “ospiti” indesiderati, subito dopo Belgio e Francia, che ne contano oltre 2.500 e la Gran Bretagna, al top (oltre tremila).

A 10 anni di distanza dai primi allarmi lanciati dagli scienziati, l’Unione europea è finalmente pronta a sferrare un piano d’attacco contro le specie ‘aliene’ invasive, animali e piante “ospiti” indesiderati degli ecosistemi europei.

La stima è che queste minacce “straniere” provochino almeno 12 miliardi di euro l’anno di danni all’economia europea.

Alla scadenza del loro mandato gli eurodeputati hanno detto sì al nuovo regolamento concordato con i 28 Stati membri, a cui ora manca solo l’adozione formale del Consiglio.

La parola d’ordine nella normativa è ‘prevenire’ le invasioni di questi flagelli animali e vegetali non solo a livello comunitario, ma nazionale.

E in caso di diffusione delle minacce più temibili a livello Ue, diventa obbligatorio lanciare l’allarme e soprattutto intervenire per eliminare il problema, laddove possibile.

Gli Stati membri dovranno accertare quali sono le vie di introduzione e diffusione di specie invasive nel proprio Paese, con l’obbligo di istituire sistemi di sorveglianza e piani d’azione.

Il testo è migliorato rispetto alla proposta iniziale: è sparito il tetto di 50 specie alla lista nera Ue, è previsto un forum scientifico indipendente che supporterà il comitato degli esperti nazionali e possibili deroghe sono limitate” afferma Piero Genovesi dell’ISPRA, a capo del gruppo di specialisti di specie aliene invasive dell’IUCN (www.issg.org) composto da oltre 200 esperti da 40 Paesi.

Immagine.Piero Genovesi

Piero Genovesi

 “Era urgente che l’Unione europea si dotasse di uno strumento normativo per fare fronte comune e soprattutto prevenzione” spiega Piero Genovesi. “Le specie di rilevanza comunitaria, che saranno definite nel giro di un anno sulla base di valutazioni scientifiche del rischio – aggiunge l’esperto dell’ISPRA – non potranno più essere introdotte, trasportate, commercializzate o liberate nell’ambiente“.

Fra i possibili candidati ad entrare nella lista c’è sicuramente lo scoiattolo grigio che soppianta quello europeo e devasta le foreste nostrane.

 Immagine.scoiattolo grigio

scoiattolo grigio

 C’è sicuramente il “gobbo della Giamaica“, un’anatra che minaccia l’esistenza del “gobbo rugginoso“, una rara anatra europea di cui esistono solo tremila coppie al mondo.

 Immagine.gobbo della giamaica

gobbo della Giamaica

 Immagine.gobbo rugginoso

 C’è sicuramente la tartaruga dalle orecchie rosse.

 Immagine.tartaruga dalle orecchie rosse

tartaruga dalle orecchie rosse

 C’è sicuramente anche la nutria.

 Immagine.nutria

nutria

C’è sicuramente il gambero rosso della Louisiana.

 Immagine.gambero rosso della Lousiana

gambero rosso della Louisiana

 

C’è sicuramente la “Vespa velutina nigrithoraxis”, un calabrone asiatico che può avere un forte impatto sull’apicoltura.

 Immagine.Vespa velutina

Vespa velutina nigrithoraxis

 

C’è sicuramente anche la famigerata zanzara tigre.

 Immagine.zanzara tigre

zanzara tigre

C’è sicuramente il tristemente famoso punteruolo rosso che distrugge le palme, l’elenco delle specie “aliene” già presenti in Europa è lungo.

 Immagine.punteruolo rosso

punteruolo rosso
C’ è anche temibile pianta “Ambrosia artermisiifolia”, che provoca allergie ad 1 europeo su 4.

 Immagine.Ambrosia

Ambrosia artermisiifolia

La normativa Ue non solo prevede un piano d’azione comune, ma incoraggia i Paesi membri ad affrontare a casa propria l’emergenza.

Con questo regolamento – afferma Genovesi – i Paesi potranno anche dotarsi di strumenti basati sulle proprie priorità: di fatto sono chiamati ad essere più attivi ed impegnati nella lotta contro le specie invasive“.

L’Italia non dovrà insomma ripetere la drammatica esperienza vissuta nel caso dello scoiattolo grigio americano (arrivato nel lontano 1948 come animale da compagnia, stanziatosi al Nord, grave minaccia per lo scoiattolo rosso e per gli alberi, con un notevole impatto economico sulle coltivazioni di noccioli e pioppi).

Nonostante gli allarmi, ci abbiamo messo anni per attuare un piano di controllo” conclude Genovesi.

E più passa il tempo più aumentano i costi.

Solo per la nutria (importata dagli anni ’20 per creare allevamenti per la produzione delle pellicce) la stima è che fra il 1995 e il 2000 abbia provocato danni per un totale di 11,6 milioni di euro, oltre alla spesa di 2,6 milioni per attività di controllo.

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