Acqua, terra, lavoro, reddito, casa, diritti sociali e democrazia in Italia e in Europa. L’Europa che vogliamo deve combattere le disuguaglianze: sono questi i temi della manifestazione che si tiene il 17 maggio a Roma, ad una settimana dalle elezioni europee. Sabato 17 maggio diverse realtà si riuniranno nella capitale per un corteo “per beni comuni, contro le privatizzazioni e l’attacco ai diritti sociali”, che è stato indetto dal centro sociale Acrobax e dai Movimenti per l’acqua e che si snoderà da piazza delle Repubblica a piazza Navona. In piazza i comitati per l’acqua pubblica, realtà impegnate nelle lotte ambientali (tra cui anche Legambiente), teatri occupati (come il Teatro Valle occupato), studenti, movimenti per il diritto all’abitare e centri sociali. Gli organizzatori sottolineano: «Se la straordinaria vittoria referendaria del 2011 ha dimostrato la fine del consenso all’ideologia del “privato è bello”, e se la miriade di conflittualità aperte sulla difesa dei beni comuni e la difesa dei territori suggeriscono la possibilità e l’urgenza di un altro modello sociale, la crisi, costruita attorno alla trappola del debito pubblico, ha riproposto con forza e ferocia l’ideologia del “privato è obbligatorio e ineluttabile”. L’obiettivo è chiaro: consentire all’enorme massa di denaro accumulata sui mercati finanziari di potersi impossessare della ricchezza sociale del Paese, imponendo un modello produttivo contaminante, mercificando i beni comuni e alienando i diritti di tutti. Le conseguenze sono altrettanto chiare: un drammatico impoverimento di ampie fasce della popolazione, sottoposte a perdita del lavoro, del reddito, della possibilità di accesso ai servizi, ai danni ambientali e ai conseguenti impatti sulla salute, con preoccupanti segnali di diffusione di disperazione individuale e sociale». L’appuntamento è alle 14 da piazza della Repubblica, con arrivo a piazza Navona. Il corteo – che inizialmente doveva arrivare a piazza del Popolo – si snoderà lungo via Terme […]
Archivi Giornalieri: 16 Maggio 2014
Con il titolo fra virgolette il 15 maggio 2014 è stato pubblicato il seguente articolo di Roberta De Rossi sul quotidiano “La Nuova di Venezia e Mestre”. Il Comitato No Grandi navi serra le fila in vista «di quest’ultimo mese che porterà al Comitatone e nel quale ci giochiamo tutto per fermare lo scempio», per dirla con chi è intervenuto ieri alla grande assemblea pubblica che ha affollato Sala San Leonardo. Il programma è fitto. Intanto c’è la lettera-appello-diffida inviata al presidente del Consiglio Renzi per avvisarlo – come spiega Luciano Mazzolin – «che qualora il governo da lei presieduto, nell’ambito del decreto Clini-Passera, autorizzi lo scavo di un qualsiasi canale di accesso alla Marittima (sia Contorta Sant’Angelo voluto dal Porto, quello lungo la Giudecca sostenuto da Scelta civica e Vtp o il Vittorio Emanuele caldeggiato dal Comune), partirà immediata una richiesta alla Commissione europea per mettere l’Italia sotto procedura di infrazione per violazione delle direttive Acque 2000/60». Luciano Mazzolin Poi sabato prossimo, a Roma, lo striscione “No grandi navi” aprirà il corteo dei comitati territoriali alla manifestazione nazionale per l’acqua pubblica e contro le grandi opere. E in mattinata ci sarà annunciata visita al ministro Lupi: in partenza 3 pullman. Quindi sabato 7 giugno – per dirla con Tommaso Cacciari – «corteo da piazzale Roma ai cancelli della Stazione Marittima: pacifico, ma molto ben determinato a produrre un disturbo e il blocco all’imbarco dei passeggeri». Tommaso Cacciari Domenica 8 giugno, «sorprese eclatanti allo studio» in vista dell’inaugurazione della Biennale d’Architettura e della Vogalonga. Il Comitato Nograndi navi rilancia poi i progetti che portano fuori dalla laguna lo scalo passeggeri: «Sono 4, perfezionabili, ma puntiamo su quelli», sottolinea l’urbanista Stefano Boato. Stefano Boato E attacca chiunque voglia scavare, Comune compreso. Così, il vice presidente di Italia Nostra, […]
A quanto pare anche quel che sembra del tutto inutilizzabile può aiutare a far rinascere una città. Accade a Detroit, nella capitale americana dell’auto, che a causa della crisi che ha colpito il settore ha subito il degrado e l’abbandono di vaste aree urbane ove dagli scarti delle auto si realizzeranno moduli abitativi. Un vero e proprio piano urbanistico per recuperare le aree abbandonate dalla crisi automobilistica e aiutare l’intera città a ripartire… dai suoi stessi scarti. In base ad un progetto ideato dall’associazione no profit Michigan Urban Farming Initiative (MUFI) è stato infatti avviato un piano per recuperare le aree urbane abbandonate dotandole di abitazioni indipendenti e trasformando i terreni in coltivazioni agricole. Il progetto ha il fine di risollevare dal degrado le numerose aree di Detroit, la capitale americana dell’automobile, abbandonate a causa della crisi del settore e di riportarle a condizioni di vivibilità e di sfruttamento sostenibile. Un primo insediamento ‘pilota’ verrà realizzato nei prossimi giorni grazie alla collaborazione della General Motor che offrirà container dismessi ed altri materiali di recupero provenienti dallo stabilimento di Detroit Hamtramck. Questo primo progetto consiste in un monolocale installato su un terreno agricolo di Detroit e gestito per due anni, senza scopo di lucro, dall’associazione no profit Michigan Urban Farming Initiative (MUFI). Il progetto prevede la conversione di container standard da 40 piedi di lunghezza (quelli che si usano normalmente per i trasporti via mare o via ferrovia) in abitazioni da 30 metri quadrati circa di superficie, con zona living, due camere da letto, cucina e bagno. All’interno troverà alloggio uno studente universitario, coinvolto nel progetto, che avrà il compito di vivere tutto l’anno nel prototipo della casa, fungere da custode e gestire un piccolo terreno per le attività di ricerca agricola. Questo gli permetterà di verificare sul […]