L’informazione si fa in movimento

Articolo di Paolo Cacciari pubblicato con questo titolo il 25 agosto 2014 nel sito ww.eddyburg.it con questa premessa: Il problema, come al solito, è adoperare ogni strumento in modo appropriato e adatto al bisogno che può soddisfare:  come una spada non è un aratro, così un quotidiano non è una rivista, sfogliare un libro non è leggere una e-mail, una mailing list non è come un portale, facebook non è tweet. Comune.info.net, 25 agosto 2014(http://www.eddyburg.it/2014/08/linformazione-si-fa-in-movimento.html)

Immagine.Informazione via web
Ignacio Ramonet (già direttore di Le Monde Diplomatique e autore di L’esplosione del giornalismo, Intramoenia e Democraziakmzero) afferma che internet ha avuto sul mondo dell’ informazione lo stesso effetto del meteorite che colpì la terra provocando l’estinzione dei dinosauri (la carta stampata) senza però essere compensata dalla speciazione di esseri viventi più evoluti. 

I media digitali si diffondono grazie agli smartphone con cui siamo istantaneamente connessi, ma l’effetto è un frastuono che non migliora le relazioni umane. 

Uno dei tanti casi in cui quantità e qualità non coincidono. 

Il giornalismo di inchiesta sparisce mentre emergono nuove forme di accentramento e concentrazione attorno ai siti di vecchi e nuovi brand dell’informazione: il NYT, The Guardian, Huffington Post, per dirne alcuni. 

Da noi, la solita Repubblica e il nuovo Fatto Quotidiano.

Eppure le potenzialità democratiche della rete sono enormi. 

Lo abbiamo visto da Seattle a Gezy Park, da Occupy Wall Street alle primavere arabe, dal partito dei pirati di Berlino a Podemos. 

Immagine.Occupy Wall Street

Immagine.Podemos

Senza i “giornalisti di strada” del Centro Media di Genova non avremmo mai saputo del “massacro messicano” in corso alla Diaz nel 2001.

I social network creano reti includenti e interattive, conviviali, senza apparenti mediazioni. 

Producono linguaggi e appartenenze sociali. 

Aiutano l’organizzazione di campagne, eventi, mobilitazioni. 

La sitografia dell’autoproduzione comunitaria delle notizie (gratuita e senza editori) è vastissima. 

Ecco alcuni esempi random: comune-info.net, dirittiglobali.it, eddyburg.it, redattoresociale.it, lavoroculturale.org, cronachediordinariorazzismo.org, globalproject.info, dinamopress.it, sbilanciamoci.info, comedonchisciotte.org, articolo21.org, eco-magazine.info… oltre agli internazionali: zetanet.com, rebellion.co.uk, diagonalperiodico.net

Immagine.Dinamo Press

Immagine.Rebellion

Ma nel mondo delle buone pratiche resistono anche baluardi di carta come Altreconomia e Aam Terra Nuova e una galassia di periodici locali come Altrapagina in Umbria. 

Marco Geronimi Stoll ha scritto un manuale, Smarketing (edizioni Altreconomia), per consigliare ai “partigiani Centro Media di Genova della comunicazione” (piccole Ong, comitati, associazioni, ecc.) come essere se stessi per bene comunicare usando canali ecologici, economici, etici.

 

 

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