In occasione del vertice di New York sul clima di domani 23 settembre, in tutto il Mondo, per dire stop ai cambiamenti climatici, si stanno sviluppando innumerevoli iniziative che vedono la partecipazione di milioni di cittadini. Anche la Rete Campana della Civiltà del Sole e della Biodiversità sente intensamente la necessità di partecipare a tale movimento e perciò a tal fine, insieme ad altre associazioni e gruppi di base, nello stesso giorno del vertice, Domani Martedì 23 Settembre ha organizzato un incontro a Napoli – in piazza del Gesù Nuovo, dalle ore 17,00 a cui chiede a tutti di partecipare.
Archivi Giornalieri: 22 Settembre 2014
Continua il monitoraggio sui due cuccioli dell’orsa Daniza da parte dei forestali della Provincia autonoma di Trento i quali hanno registrato i loro movimenti attraverso i versanti della Val Rendena. Il personale forestale li sta seguendo a debita distanza – informa la Provincia – in modo da non interferire con i loro spostamenti e comportamenti. Sono stati tuttavia avvistati in un paio di occasioni e questo ha consentito di acquisire ulteriori elementi sul loro stato di salute, che sono stati trasmessi alla Procura di Trento che conduce le indagini sulla morte di Daniza. Accanto al monitoraggio – sottolinea la Provincia – sono state messe in atto diverse attività, tutte rivolte a favorire la sopravvivenza dei cuccioli. Sono state già definite apposite linee guida per la gestione di cuccioli orfani, basate sulla bibliografia specialistica esistente in materia. Queste linee guida – prosegue la Provincia – sono ora oggetto di confronto con le istituzioni nazionali competenti e con i maggiori esperti a livello europeo “per produrre un documento tecnico che si proporrà come punto di riferimento non solo per il caso in questione e per il territorio trentino, ma anche per contesti e situazioni diverse che dovessero verificarsi in futuro“. Sono stati inoltre collocati segnali stradali luminosi in corrispondenza dei tratti stradali ad alta percorrenza dove si ritiene più probabile che gli orsetti possano attraversare. Questo anche in relazione a quelli che sono stati gli spostamenti dell’orsa Daniza, già protagonista di due investimenti in passato, ricorda la Provincia. È poi intenzione della Provincia autonoma di Trento convocare nel capoluogo trentino – entro il mese di ottobre – un tavolo tecnico ristretto, con i migliori esperti europei, “per un confronto che da un lato costituisca occasione di riflessione ed analisi sulle attività messe in campo ad oggi per la migliore gestione dei cuccioli, […]
L’ Amazzonia è una foresta pluviale, in gran parte compresa in territorio brasiliano, che copre una superficie pari al 42% di quella dell’Europa. Dall’estremo limite occidentale della foresta, ai piedi delle Ande, fino alla rive dell’Atlantico vi sono 3200 km, all’incirca la distanza tra Roma e l’Islanda. Il Rio delle Amazzoni, inoltre, possiede il più vasto bacino del mondo ed è il secondo fiume per lunghezza dopo il Nilo. A ragione è stato detto che l’Amazzonia è una specie di pianeta a sé stante. La foresta pluviale vi prospera nelle sue forme più ricche: il sottobosco è molto sviluppato, le fronde degli alberi e la vegetazioni aerea, formano una copertura pressoché continua, che filtra i raggi del sole e mantiene l’ambiente in una penombra perenne, satura di umidità. Qui vivono 750 specie di alberi, 400 specie di uccelli e 125 mammiferi, 100 specie di rettili e 60 di anfibi. E’ stato calcolato che in ogni singolo albero vivano 400 tipi di insetti. Il governo brasiliano ha dichiarato lo scorso anno che la distruzione della foresta amazzonica è aumentata del 28 per cento, dopo quattro anni consecutivi di declino. Sulla base delle immagini satellitari, si stima che 5.843 chilometri quadrati di foresta pluviale sono stati abbattuti tra l’agosto 2012 e il luglio 2013. La foresta amazzonica è considerata una delle più importanti difese naturali del pianeta contro il riscaldamento globale a causa della sua capacità di assorbire enormi quantità di anidride carbonica. La deforestazione è responsabile di circa il 75 per cento delle emissioni del Brasile, a causa degli incendi e della biomassa lasciata a marcire: circa 400 milioni di tonnellate di anidride carbonica rientrano in atmosfera ogni anno, rendendo il Brasile, il sesto paese per emissioni di anidride carbonica. ***************** Turiaçu è un comune del Brasile nello […]
Comunicato stampa del 16 settembre 2014 del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Roma. Solo venerdì è stato pubblicato il testo del cosiddetto decreto “Sblocca Italia”. [Si tratta del Decreto-Legge n. 133 del 12 settembre 2014, ndr.] Ci sono voluti quasi 15 giorni prima che venisse alla luce essendo stato licenziato nel Consiglio dei Ministri del 29 Agosto scorso. Un lungo travaglio che, però, non è servito per migliorarne il contenuto. Anzi si tratta di un provvedimento che segnala un deciso cambio di fase nelle politiche governative costruendo un piano complessivo di aggressione ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere, misure per favorire la dismissione del patrimonio pubblico, l’incenerimento dei rifiuti, nuove perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti, oltre a semplificare e deregolamentare le bonifiche. Ma ciò che, come Forum dei Movimenti per l’Acqua, c’interessa maggiormente evidenziare è la gravità di quelle norme che, celandosi dietro la foglia di fico della mitigazione del dissesto idrogeologico (Capo III, art. 7), mirano di fatto alla privatizzazione del servizio idrico. Infatti, con questo decreto si modifica profondamente la disciplina riguardante la gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico gestore in ciascun ambito territoriale e individuando, sostanzialmente, nelle grandi aziende e multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa, i poli aggregativi. Ciò si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena realizzazione del piano di privatizzazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la Legge di Stabilità. In questo provvedimento, probabilmente, verranno inserite quelle norme, in parte già presenti nelle prime versioni del decreto circolate all’indomani del Consiglio dei Ministri di fine agosto, volte a imporre agli Enti Locali la collocazione in borsa delle azioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici, oltre a quelle che costringono […]
SULMONA (L’AQUILA) – “Sono uscito con il fucile per difendere la mia famiglia poi quando mi sono trovato davanti l’orso ho avuto paura e indietreggiando mi è partito un colpo. Non pensavo di averlo colpito poi quando lo hanno ritrovato ho capito che il colpevole ero io“. Questo un passaggio delle dichiarazioni spontanee rese da Antonio Centofanti , assistito dal suo avvocato Valentino Zurlo, davanti al procuratore della Repubblica del Tribunale di Sulmona, Aura Scarsella, e ai vertici del Corpo forestale dell’Aquila che hanno condotto le indagini sull’orso trovato morto lo scorso venerdì 12 settembre sul ciglio di una pista ciclabile di Pettorano sul Gizio (L’Aquila). Ha confessato Antonio Centofanti, 57 anni, cantoniere dell’Anas e proprietario di un piccolo pollaio a Pettorano Sul Gizio, paesino alle porte del Parco Nazionale d’Abruzzo e del Molise. Davanti al procuratore di Sulmona, Aura Scarsella, ha messo a verbale le sue responsabilità sull’uccisione dell’orso bruno marsicano avvenuto in Abruzzo nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana con una fucilata. Aura Scarsella “Avevo subito diversi assalti alla mia struttura” ha dichiarato “ero molto spaventato. Giovedì notte quando ho sentito dei rumori sono uscito fuori con il fucile. Sono caduto a terra e per paura di essere aggredito ho sparato… Non avevo capito che si trattava dell’orso“. Il Corpo forestale dello Stato che ha condotto le indagini ha trovato a casa dell’uomo sia il fucile che i pallettoni utilizzati solitamente per la caccia al cinghiale. Secondo gli inquirenti, il plantigrado sarebbe stato ucciso per vendetta. Centofanti infatti una settimana prima dell’uccisione dell’animale aveva avuto con l’orso un altro incontro ravvicinato dentro la sua struttura e per paura era caduto a terra sbattendo la testa. In base a quanto stabilito dall’esame autoptico, sarebbe stato ammazzato con sei colpi di fucile, molti dei quali alle […]
Le aree protette nel nostro Paese sono 871, per una superficie di 32mila kmq, ai quali si aggiungono oltre 28mila kmq di mare e circa 2.300 siti di importanza comunitaria identificati dalle Regioni. I soli parchi occupano invece un’area di 15mila kmq, pari al 5% del territorio italiani, un’area vasta quanto la Calabria Una realtà di enorme valore sia sotto il profilo ambientale, sia per quanto riguarda la storia, la cultura e le tradizioni del nostro Paese. Per conoscerla approfonditamente, scoprendone anche le dinamiche economiche, il tessuto produttivo che in esse opera e quindi la possibilità di creazione del valore, Ministero dell’Ambiente e Unioncamere hanno promosso la realizzazione della prima edizione del Rapporto su “L’economia reale nei parchi nazionali e nelle aree naturali protette”. Il Rapporto Economia reale nei parchi nazionali è stato presentato a Roma il 16 settembre. Obiettivo dell’analisi è offrire gli strumenti conoscitivi per individuare, valutare e valorizzare iniziative economiche in grado di affiancare conservazione della biodiversità, produzione di beni comuni e sviluppo. “Le aree protette costituiscono un grande laboratorio di nuove pratiche innovative e ecocompatibili”, ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Ferruccio Dardanello “Un polmone verde che, negli ultimi anni, è al centro di un interessante risveglio socio-economico. Nella sostenibilità e nell’economia a dimensione delle comunità locali c’è la vera essenza del modello produttivo italiano. Per questo l’attenzione alle aree naturali protette è per noi congeniale al tema dello sviluppo e del rilancio dell’economia. Un modello vincente che insieme al dicastero dell’Ambiente, con il quale abbiamo avviato da alcuni anni una preziosa collaborazione nel campo della blue economy e della green economy, vogliamo sostenere, accompagnando la transizione delle economie locali verso una crescita sostenibile”. Dal rapporto emerge che tra il 2011 e il 2013, a fronte di una perdita media di valore […]