Lunedì 29 settembre, dalle ore 10.00 alle 13,00, sarà presentato il Primo Rapporto dal titolo “Telefono Antimafie e Anticorruzione” dedicato al tema dei reati ambientali e alla persona. È un’iniziativa di Vas Lombardia, già presentata nel mese di luglio in Comune a Milano. L’incontro con la stampa, le istituzioni e i comitati di cittadini, previsto presso la Sala Brigida di Piazza Scala 2 a Milano, si svolgerà con il coordinamento del Presidente del Consiglio Comunale milanese, Basilio Rizzo. L’evento sarà moderato dalla “redattrice civile” Rosy Battaglia (giornalista freelance e attivista social blogger). Introduce il Sen. Guido Pollice, Presidente dell’Associazione VAS Onlus. Interventi previsti: Rosario Fiorentino, Ass. Naz. di Lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto” Giuseppe Gennari, Magistrato Tribunale di Milano Fabrizio D’Arcangelo, Gip del Tribunale di Milano Marco Granelli, Assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Antonio Girelli, Commissione Speciale Antimafia Regione Lombardia Piero Vincenti, Comandante Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Milano Daniele Granara, Docente Diritto Costituzionale dell’Università di Genova Emilio Molinari, Presidente della sezione italiana del Contratto mondiale dell’acqua Per Vas Onlus Alfio Rizzo Il progetto del telefono verde antimafia è stato presentato il 7 Luglio 2014 alla stampa milanese e lombarda: ne è stata data notizia su questo stesso sito con un articolo pubblicato il 9 luglio 2014 (http://vasonlus.it/?p=6213). La notizia del telefono antimafie e anticorruzione dai primi di luglio è presente su 56 siti web. 18 amministrazioni lombarde hanno messo la notizia sul loro sito e due Sindaci della provincia di Monza e Brianza hanno dato la disponibilità ad organizzare degli incontri sul tema. Le segnalazioni ricevute dal numero verde di Vas Onlus sono state organizzate in otto ambiti di interesse.
Archivi Giornalieri: 25 Settembre 2014
“Siamo qui per fare la storia“: così’ il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha dato il via al vertice dei capi di stato e di governo sul ‘climate change’, al quale sono poi intervenuti tra gli altri il presidente americano, Barack Obama e il premier italiano Matteo Renzi. “Nel mondo centinaia di migliaia di persone chiedono azione, e chiedono che i loro leader guidino tale processo“, ha aggiunto Ban. “E l’Onu farà la sua parte nella lotta al riscaldamento globale, sarà a impatto climatico zero entro il 2020“. “Il costo umano, ambientale e finanziario del riscaldamento climatico sta rapidamente diventando insostenibile” ha rilevato il segretario generale dell’Onu osservando che “un futuro con basse emissioni di carbonio sarà un futuro migliore, più pulito, più sano, più stabile e più giusto. Non per qualcuno, ma per tutti – ha aggiunto Ban – Ecco perché siamo qui oggi: dobbiamo tagliare le emissioni“. Il segretario generale ha poi sottolineato: “Non dobbiamo emettere più carbonio di quello che il nostro pianeta può assorbire“. “Nessuno é immune dal climate change, neppure il Palazzo di Vetro, allagato a causa dell’uragano Sandy – ha aggiunto – Dobbiamo investire in una società resistente ai cambiamenti climatici che protegga tutti, soprattutto i più vulnerabili“. “Chiedo a tutti i governi di impegnarsi per un accordo universale sul clima a Parigi nel 2015 e di fare la loro parte per limitare l’aumento della temperatura globale a meno di 2 gradi centigradi“: è l’appello lanciato da Ban Ki-moon che ha aggiunto: “Per farlo dobbiamo lavorare insieme per mobilitare finanziamenti“. Ban ha precisato come gli economisti mostrano che “investire in soluzioni rinnovabili ha un minimo costo aggiuntivo, ma i benefici per il nostro pianeta sono enormi“. “C’é bisogno dell’impegno di tutte le istituzioni finanziarie per portare avanti la sfida, e il settore privato non […]
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente COMUNICATO STAMPA DEL 24.09.2014 “C’E’ UN BRUTTO CLIMA…STOP AI CAMBIAMENTI CLIMATICI !” “Ci vuole proprio una bella faccia tosta per parlare di scelte responsabili e vincolanti e di ‘green economy’ a New York, quando a casa propria si rilanciano le politiche energetiche più retrive, a base di trivellazioni, gasdotti, inceneritori ad alto impatto ambientale e causa di emissione di gas serra! “. È stato questo il duro commento di Antonio D’Acunto, Presidente della Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità, di fronte alle dichiarazioni del premier italiano Matteo Renzi al Vertice Mondiale sul Clima delle Nazioni Unite. Da sinistra: Antonio d’Acunto e Nicola Lamonica, responsabile del Circolo Territoriale di Napoli di VAS Promosso dal Segretario Generale Ban Ki Moon, esso avrebbe dovuto essere una risposta al fallimento delle ultime Conferenze Mondiali sul Clima, impotenti a dettare risposte serie e adeguate all’estrema gravità della condizione del Pianeta. Com’era prevedibile, invece, si è ridotto alla solita parata, per far emergere cambiamenti inesistenti nella realtà, mentre si dovrebbe agire subito e con coerenza sulle cause di fondo degli sconvolgenti cambiamenti climatici in atto. Per rilanciare un ruolo attivo di tutti per un problema che riguarda tutti, in tutto il Mondo ci sono state innumerevoli iniziative – fra cui la Marcia che ha visto a New York 300.000 manifestanti – perché i cittadini pretendano che chi li governa la smetta di recitare quella che L. Di Caprio ha chiamato una ‘fiction’, ma contrasti davvero i cambiamenti climatici con azioni chiare, coerenti ed alternative. Anche a Napoli si è tenuta nel pomeriggio del 23 settembre, in Piazza del Gesù Nuovo, un’iniziativa di protesta e di proposta, promossa dalla Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità, congiuntamente a: Assise per Bagnoli – Cittadini Campani per Piano […]
Oxfam (Oxford Commitee for Famine Relief) è una confederazione di 17 organizzazioni non governative che lavorano con 3.000 partner in più di 100 paesi per trovare la soluzione definitiva alla povertà e all’ingiustizia. Il nome Oxfam si riferisce unicamente alla confederazione internazionale, di cui fanno parte varie ONG affiliate, presenti in molti paesi, spesso denominate con il nome “Oxfam” seguito da quello del paese. La denominazione Oxfam International, invece, si utilizza con esclusivo riferimento al Segretariato internazionale. Dal 2009, anno del vertice sul clima di Copenaghen, il costo dei disastri legati ai cambiamenti climatici è stato di quasi 500 miliardi di dollari, pari a tre volte quello registrato in tutti gli anni Settanta. Il dato emerge dal rapporto ‘Il summit del rinvio?‘ dell’Oxfam, in cui si sottolinea che negli ultimi 5 anni più di 650 milioni di persone sono state colpite dai disastri legati al clima e 112mila hanno perso la vita. Il vertice convocato da Ban Ki-moon sul clima, che si è tenuto martedì 23 settembre a New York, punta a invertire la rotta. L’Oxfam, rete internazionale contro la povertà e l’ingiustizia, chiede che il vertice Onu spinga i governi a prendere nuovi impegni per fermare l’innalzamento della temperatura di 2°C, arrivare nel breve termine a una riduzione delle emissioni in atmosfera, e giungere alla definizione di nuovi standard, che permettano l’eliminazione graduale delle emissioni dei combustibili fossili. Per rendere possibile tutto questo, secondo l’Oxfam serve un impegno maggiore da parte dei leader mondiali. In particolare i governi dovrebbero aumentare i finanziamenti per il clima e raggiungere l’obiettivo di 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020, fornendo contributi al Fondo verde per un totale di 15 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Per sostenere questa richiesta l’Oxfam ha partecipato alla People’s Climate March, la marcia di […]
Articolo di Luca Martinelli pubblicato il 15 settembre 2014 con questo titolo su “Altraeconomia.it”. Luca Martinelli Lo “Sblocca Italia” libera la Orte-Mestre. Il gioco è tutto in un comma, il secondo dell’articolo 4, che modifica il “decreto del Fare” del 2013 aprendo le porte della “defiscalizzazione” per l’autostrada tra Lazio e Veneto, e garantendo così all’opera benefici per quasi 2 miliardi di euro. Era stata la Corte dei Conti, a metà luglio, a porre l’accento su un problema legale, “burocrazia” direbbe qualcuno: la norma in vigore fino alla settimana scorso in materia di defiscalizzazione prevedeva che le misure previste non fossero applicabili “agli interventi da realizzare mediante finanza di progetto le cui proposte sono state già dichiarate di pubblico interesse alla data di entrata in vigore del presente decreto”. È questo, appunto, il caso della Orte-Mestre, un’opera inserita in Legge Obiettivo (2001) e dichiarata di pubblica utilità nel lontano 2003. Sabato, però, tutto è cambiato, grazie appunto all’articolo 4 comma 2 dello “Sblocca Italia” -pubblicato venerdì sera in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal giorno dopo -, che ha soppresso la frase incriminata. La defiscalizzazione è per tutti, anche per un vecchio progetto, pensato in un altro momento storico ed economico, come la Orte-Mestre. Avevano ragione Maurizio Lupi e il ministero delle Infrastrutture, nelle settimana scorse, ad inserire l’autostrada Orte-Mestre tra le opere avviate grazie al decreto “Sblocca Italia”. Anche se il nome non figurava nell’elenco dello “Sblocca Cantieri”, c’era un comma nascosto capace di “riabilitare” il più grande progetto autostradale d’Italia, quasi 400 chilometri per oltre 10 miliardi di euro d’investimento. La bocciatura dei magistrati contabili, che avevano bocciato il progetto preliminare della Orte-Mestre, lo stesso che era stato invece approvato dal CIPE nel novembre 2013, era dovuta al fatto che senza i benefici della “defiscalizzazione”, che […]
Articolo di Gianni Belloni pubblicato il 19 settembre 2014 con questo titolo su “Il Fatto Quotidiano”. Dal Lazio al Veneto, il 20 e 21 settembre, attraversando cinque regioni, si snoderà, toccando decine di paesi e città, la protesta. L’obiettivo è quello di impedire che un domani, lungo lo stesso tracciato, entrino in campo ruspe e betoniere impegnate nella costruzione dell’opera pubblica italiana più rilevante dopo il ponte sullo Stretto. Parliamo della Orte–Mestre, un’autostrada il cui progetto preliminare è già stato approvato dal Cipe nel 2013. “La protesta in questo momento è urgente perché in linea teorica in qualsiasi momento d’ora in poi – racconta Mattia Donadel, animatore veneto della ‘Rete stop autostrada Orte Mestre’ – l’Anas potrebbe bandire la gara per il progetto definitivo e la concessione dell’opera”. Mattia Donadel Si chiama «comma 2 articolo 4» il magico dispositivo, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 12 settembre, che ha disincagliato il progetto. Un codicillo ad hoc inserito nel decreto Sblocca Italia che “permette una defiscalizzazione per 2 miliardi di euro per l’opera – sottolinea Legambiente in un comunicato – superando una barriera posta dalla Corte dei Conti per opere come questa, in finanza di progetto”. La barriera della Corte dei Conti di cui parla Legambiente riguarda la bocciatura, del 2 agosto scorso, della delibera del Cipe del 2013 in quanto secondo la Corte non era possibile utilizzare gli 1,8 miliardi di euro di defiscalizzazioni previste nel piano finanziario della Orte-Mestre visto che l’opera era stata dichiarata di pubblica utilità ben prima del 2013, anno in cui sono stati introdotte, dal ‘decreto del fare’, le agevolazioni fiscali per i progetti in project financing. Con il comma 2 articolo 4 la barriera eretta dalla Corte dei Conti è saltata nel giro di un mese. Cominciamo dai numeri: il costo è di […]
Si chiede che venga integrata la legislazione vigente con una norma che escluda ogni nuova attività di perforazione e/o esplorazione per la ricerca di idrocarburi dalla rete delle aree naturali protette e dalla Rete Natura 2000 in Italia. Nel corso dell’ultimo consiglio direttivo di Federparchi – Europarc Italia, lo scorso 15 settembre, è stato proposto dal consigliere Domenico Totaro, presidente del parco nazionale Val d’Agri, Appennino Lucano e Lagonegrese, un documento-appello riguardo al cosiddetto decreto “Sblocca Italia”, che è stato poi approvato dal direttivo all’unanimità. Ecco il testo inviato al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei Ministri, ai parlamentari, ai presidenti delle Regioni, delle Regioni Autonome e delle Province Autonome. “Premesso che il valore culturale e ambientale del Patrimonio nazionale, fatto di paesaggi e culture, biodiversità e specie, lavoro millenario dell’Uomo, costituiscono l’essenza stessa dello stare assieme del Popolo italiano, così come sancito dalla Carta Costituzionale. Atteso che il valore immateriale costituito dai beni culturali, paesaggistici, naturali, custoditi dal sistema nazionale delle aree naturali protette e dalla Rete Natura 2000, così come definiti dalla L. 394/91 sulle aree naturali protette e dagli strumenti di adozione delle Direttive UE Habitat ed Uccelli; sono un patrimonio imprescindibile che abbiamo ereditato dai nostri padri e che abbiamo il dovere di trasmettere integro ai nostri figli e nipoti. Atteso che il sistema nazionale delle aree naturali protette e della Rete Natura 2000 costituisce un forte strumento di crescita materiale ed economica, così come evidenziato anche nel recente rapporto ‘L’economia reale nei parchi nazionali e nelle aree naturali protette’ predisposto dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con Unioncamere. [vedi http://vasonlus.it/?p=7318#more-7318 ] Rilevato che una interpretazione estensiva di quanto contenuto negli artt. 36-37-38 dello Sblocca Italia potrebbero portare ad un grave nocumento all’integrità ambientale, paesaggistica, culturale, naturale del sistema nazionale delle aree naturali […]