Clima: Ban Ki-moon, siamo qui per fare la storia

Siamo qui per fare la storia“: così’ il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha dato il via al vertice dei capi di stato e di governo sul ‘climate change’, al quale sono poi intervenuti tra gli altri il presidente americano, Barack Obama e il premier italiano Matteo Renzi.

Immagine.Summit per il clima

Nel mondo centinaia di migliaia di persone chiedono azione, e chiedono che i loro leader guidino tale processo“, ha aggiunto Ban.

E l’Onu farà la sua parte nella lotta al riscaldamento globale, sarà a impatto climatico zero entro il 2020“.

Il costo umano, ambientale e finanziario del riscaldamento climatico sta rapidamente diventando insostenibile” ha rilevato il segretario generale dell’Onu osservando che “un futuro con basse emissioni di carbonio sarà un futuro migliore, più pulito, più sano, più stabile e più giusto.  

Non per qualcuno, ma per tutti – ha aggiunto Ban – Ecco perché siamo qui oggi: dobbiamo tagliare le emissioni“.

Il segretario generale ha poi sottolineato: “Non dobbiamo emettere più carbonio di quello che il nostro pianeta può assorbire“.

Nessuno é immune dal climate change, neppure il Palazzo di Vetro, allagato a causa dell’uragano Sandy – ha aggiunto – Dobbiamo investire in una società resistente ai cambiamenti climatici che protegga tutti, soprattutto i più vulnerabili“.

Chiedo a tutti i governi di impegnarsi per un accordo universale sul clima a Parigi nel 2015 e di fare la loro parte per limitare l’aumento della temperatura globale a meno di 2 gradi centigradi“: è l’appello lanciato da Ban Ki-moon che ha aggiunto: “Per farlo dobbiamo lavorare insieme per mobilitare finanziamenti“.

Ban ha precisato come gli economisti mostrano che “investire in soluzioni rinnovabili ha un minimo costo aggiuntivo, ma i benefici per il nostro pianeta sono enormi“.

C’é bisogno dell’impegno di tutte le istituzioni finanziarie per portare avanti la sfida, e il settore privato non deve rimanere ai margini – ha sottolineato – Dobbiamo soddisfare l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari all’anno preso a Copenhagen, e dobbiamo tassare chi inquina“.

Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon intende convocare per il prossimo anno un vertice senza precedenti di capi di Stato e di governo sul clima, per preparare un accordo per contrastare il riscaldamento globale ed evitare alla Conferenza internazionale sul clima di Parigi del 2015 un flop clamoroso come quello avvenuto a Copenaghen nel 2009 (la Conferenza di quest’anno si terrà a Varsavia a novembre e si annuncia inconcludente come le precedenti quattro).

Secondo fonti delle Nazioni Unite l’annuncio del vertice avverrà in settimana a New York nel corso dell’Assemblea generale dell’Onu.

Obama, è la prima minaccia del secolo

La minaccia del clima è la minaccia ‘numero uno’ del secolo” ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama al vertice sul clima delle Nazioni Unite aggiungendo che “nessuna nazione é immune dal cambiamento climatico“.

Immagine.Summit clima.1

Il nostro clima sta cambiando molto più velocemente dei nostri sforzi per affrontarlo” ha proseguito “Dobbiamo agire come una comunità globale per affrontare la minaccia prima che sia troppo tardi“, ha avvertito Obama rivolto a tutti i Paesi spiegando che “possiamo avere successo nel combattere il cambiamento climatico solo se siamo uniti in questo sforzo. Nessun Paese può rimanere in disparte.  

Bisogna superare le divisioni“.

Gli Usa hanno fatto investimenti ambiziosi nell’energia pulita e nel ridurre le emissioni di anidride carbonica, ma chiedo agli altri Paesi di unirsi a noi.

Non il prossimo anno, ma ora” ha aggiunto rilevando che “i cittadini marciano, non possiamo fare finta di non sentirli”. Il presidente degli Usa ha aggiunto che “l’accordo sul clima deve essere “ambizioso, inclusivo, flessibile“.

Renzi, servono accordi vincolanti,Italia farà propria parte

I nostri figli si attendono che il prossimo anno a Parigi si raggiungano accordi vincolanti e globali. L’Italia è pronta a contribuire al fondo Onu nella lotta ai cambiamenti climatici con una dotazione specifica in grado di testimoniare il suo impegno“.

Così il premier Matteo Renzi è intervenuto al summit sui cambiamenti climatici, che apre l’Assemblea dell’Onu, assicurando che l’Italia farà la sua parte.

 Immagine.Summit clima.2

La scienza ce lo dice chiaramente: non c’é tempo da perdere. Dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra e limitare l’incremento di temperatura” ha aggiunto il premier sottolineando che “combattere i mutamenti climatici è anche una chiave per una nuova economia a misura d’uomo che contrasta la crisi economica.  

Possiamo darci obiettivi più ambiziosi. Dall’economia verde verranno milioni di nuovi green Jobs che abbiamo il dovere di costruire assieme“.

Tra le azioni individuate dal presidente “per trovare una via d’uscita” ai danni provocati dai cambiamenti climatici “azioni di mitigazione, finanza per il clima, adattamento, trasferimento tecnologico, ‘capacity building’, trasparenza“.

Ma “per combattere il cambiamento climatico quello che serve è soprattutto una forte volontà politica. Abbiamo bisogno di una decisione comune e di soluzioni condivise“.

Abbiamo la possibilità – afferma Renzi ricordando l’incontro del giorno prima San Francisco con i ricercatori italiani – di costruire un mondo nuovo e un futuro sostenibile per i nostri figli. Ho trascorso la giornata di ieri in compagnia di giovani imprenditori e scienziati dai quali ho tratto grande energia e ispirazione. Dobbiamo essere alla loro altezza“.

Il primo passo “è la riduzione a livello mondiale delle emissioni di gas a effetto serra. Tra gli strumenti il carbon pricing, il miglioramento dell’efficienza energetica, l’incremento delle fonti di energia rinnovabili, la riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili. In poche parole: stimolare la crescita sostenibile attraverso azioni coordinate” ha detto il premier.

Parlando anche da presidente di turno dell’Ue, Renzi ha ricordato che “come Unione Europea, abbiamo accettato di partecipare a un secondo periodo di impegno giuridicamente vincolante del Protocollo di Kyoto, fino al 2020” e sottolinea che “l’Ue sta mantenendo il suo impegno al 2020 di riduzione di gas serra e sta addirittura per andare oltre, fissando nuovi obiettivi al 2030“.

Per quanto riguarda l’Italia, invece, “in agosto – ha detto il premier – il 45% della energia elettrica prodotta in Italia proveniva da fonti rinnovabili e il 22% delle imprese italiane hanno investito in ambiente e in Italia sono quelle che esportano di più, innovano di più e producono più posti di lavoro (circa il 40% nel 2013)“.

I bambini di Pechino, Shanghai, Copenaghen, Coney Island, è l’esempio di Renzi, “giocano su giostre italiane perché sono belle, divertenti ma anche perché consumano meno energia“.

Ma certo, ha concluso, il cammino per la soluzione dei temi del cambiamento climatico “é ancora molto impegnativo“.

Realacci, Renzi indica strada per superare la crisi

Renzi all’Onu lega la lotta ai mutamenti climatici alla risposta alla crisi e al futuro della nostra società. È questa la strada: innovazione, qualità, green economy. L’Italia deve essere protagonista nella fida del clima“, così Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, commentando l’intervento del premier Renzi al vertice Onu sul Clima.

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Di Caprio, non é finzione é problema reale

Come attore io devo fingere, e l’umanità ha guardato al cambiamento climatico nello stesso modo, come se si trattasse di finzione, ma ci sono eventi innegabili che mostrano come invece sia un problema reale“: cosi’ la star di Hollywood Leonardo Di Caprio, nuovo messaggero di pace dell’Onu, parlando al vertice sul clima al Palazzo di Vetro di New York.

 Immagine.Leonardo di Caprio

Aria pulita e un clima vivibile sono diritti umani inalienabili“, ha aggiunto.

Di Caprio ha poi sottolineato che “il disastro del clima va oltre le scelte che possono adottare i singoli individui“.

Si tratta delle industrie e dei governi“, ha detto.

Ora c’é bisogno di agire“, ha aggiunto poi la star, sottolineando la necessità di una tassa sull’inquinamento. 

IPCC – Il quinto rapporto dell’IPCC – Intergoverntal Panel for Climate Change (il cui vertice si è aperto lunedì sera 22 settembre a Stoccolma) sarà ufficialmente pubblicato venerdì, ma sono stati anticipati alcuni dati.

 Immagine.IPCC

Tra cui quelli più controversi: la tendenza del riscaldamento globale pare essersi bloccata (gli scienziati utilizzano il termine hiatus=interruzione) nel corso degli ultimi 15 anni.

Tanto è basato a far dire ai negazionisti che il global warming è una grande bufala e serve solo per finanziare investimenti giganteschi nelle energie rinnovabili e drenare denaro pubblico.

Rapporto – Il rapporto, però, dice ben altro tra cui il fatto che la responsabilità dei cambiamenti climatici – che ormai nessuno nega – è da attribuire alle attività umane con una certezza di almeno il 95%.

Il testo, 2.200 pagine frutto di due anni di lavoro di centinaia di scienziati esperti di clima e non solo, illustra quattro scenari: il peggiore parla di un aumento del livello dei mari fino a 81 cm nel 2100 con l’incremento delle temperature di 4,8 gradi, scenari che potrebbe essere ridotti con profondi tagli alle emissioni di gas serra.

400 PPM – Ban Ki-moon avrebbe deciso questa mossa in quanto il Protocollo di Kyoto è scaduto nel 2012 e i vertici per un nuovo trattato globale sul clima sono giunti a un punto morto mentre le emissioni di gas serra, nonostante i coraggiosi e costosi impegni assunti da alcuni Stati per tagliare le emissioni entro il 2020 (ma oltre questa data non c’è nessun impegno), continuano a crescere con decisione: all’inizio di maggio per la prima volta da 2,5 milioni di anni la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera ha raggiunto i 400 ppm (parti per milione), quando prima dell’inizio delle rivoluzione industriale circa 200 anni fa si assestava intorno a 280 ppm.

Allarmi – Autorevoli agenzie che certamente non possono essere sospettate di «simpatie verdi» tra le quali l’Agenzia internazionale dell’energia e la Banca mondiale hanno lanciato avvertimenti: se non si agisce subito e in modo deciso, l’aumento delle temperature potrebbe essere addirittura di 6 gradi, con conseguenze disastrose come alluvioni, siccità, carestie, milioni di profughi ambientali.

Conseguenze che potrebbero anche essere più rapide e peggiori delle più negative previsioni.

 

 

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