II Canale Contorta altererebbe l’equilibrio idrodinamico della laguna

Articolo di Ennio Fortuna pubblicato con questo titolo il 20 settembre 2014 su “Il Gazzettino di Venezia”.

Ennio Fortuna dall’8 aprile 2010 Ennio Fortuna è membro del Consiglio Comunale di Venezia (Gruppo: UDC).

Torno non senza qualche disagio sulla questione del Contorta.

Ovviamente per ribadire con forza la mia opinione assolutamente contraria, ma anche per sottolineare gli svantaggi obiettivi della decisione.

La Laguna – diceva qualche settimana fa Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale – è un ambiente naturale in cui però l’opera dell’uomo ha fatto e disfatto nei secoli fino a ridurla alla attuali condizioni.

Secondo questa impostazione i danni dello scavo del nuovo canale sarebbero limitati, se pure esistenti, e in ogni caso si tratterebbe di un ulteriore intervento tra i tanti del passato remoto e recente che sarebbe doveroso coniugare con gli innegabili vantaggi dell’opera. 

Non intendo affatto negare che il canale realizzerebbe una strada celere e diretta verso la Marittima, consentendo ai gestori del porto la possibilità di mantenere in attività e magari di aumentare ancora il traffico delle grandi navi.

É un vantaggio? 

Forse sì sotto il profilo economico sempre importante e oggi praticamente preponderante. 

Posso del resto testimoniare da Consigliere Comunale di maggioranza (ma senza rinuncia all’autonomia personale, soprattutto con riferimento alle opere riguardanti la città) che tutte le volte che si è votato a CA Farsetti sulle grandi navi, il partito di maggioranza e ancora di più quelli dell’opposizione hanno sempre fatto pesare in modo determinante l’aspetto economico. 

Mai il Pd si è fatto promotore di una mozione contro il traffico delle grandi navi e addirittura una volta sono rimasto il solo su 46 a votare decisamente contro, soprattutto perché nel documento mancava – e non certo per caso o per errore – una data finale oltre la quale il transito doveva ritenersi bloccato.

Ancora oggi il profilo economico e occupazionale appare prioritario, e purtroppo non solo tra i poteri forti e le autorità. 

Ma basta questo a giustificare lo scavo? 

Certamente no. 

Malgrado le teorie di Costa sulla laguna, da decenni si sono compiuti studi importanti che hanno portato a risultati definitivi. 

La legge 171 del 1973 è appunto il frutto di quegli studi, e se quella normativa dice senza equivoci che l’unità della laguna deve essere garantita, e così il suo equilibrio idrodinamico, è necessario attenersi alle regole ivi dettate per evitare disastri ecologici che comprometterebbero per sempre la sopravvivenza della città e del bacino che la circonda. Forse il problema può essere espresso in modo più semplice.

La legge speciale è superata o è ancora oggi un irrinunciabile termine di riferimento? 

Se non è superata, e nessuno lo sostiene, a quanto mi consta basta probabilmente confrontare il canale con la legge e dedurne che l’opera è compatibile con le sue norme oppure che sicuramente il canale, così come progettato, rappresenta una clamorosa violazione delle sue direttive. 

Siccome la verità, del tutto incontestabile, è la seconda, non occorre altro per bocciare l’opera. 

E non occorre neppure verificare gli effetti dello scavo perché in termini giuridici questo controllo risulta già eseguito a monte, quando si è detto in sede di approvazione della legge che l’unità e l’equilibrio idrodinamico del bacino sono valori intoccabili, e che esigono il più assoluto rispetto. Ora il Contorta taglia in due, brutalmente, la laguna sacrificandone l’unità, e certamente ne altera l’equilibrio idrodinamico, come risulta innegabile se si tengono presenti la sua lunghezza, larghezza e profondità. 

In pratica il Contorta porta o avvicina il mare alla laguna facendo o facilitando proprio quello che con la legge si è voluto impedire. 

Il canale dei petroli aveva già provocato danni estesi e gravi, e proprio per questo si è approvata la 171, ora il Canale Contorta minaccia di moltiplicarli fino alla rovina della città e della sua laguna. 

È questo che si vuole? 

Personalmente trovo che c’è un solo modo per giustificare l’opera. 

Si riesamini la legge 171, e se questa risultasse superata o in qualche modo derogabile il canale potrà essere scavato. 

Ma in uno Stato di Diritto, che ha fatto con sofferenza le sue scelte, non si può procedere contro la legge, specie se si tratta di una legge essenziale e di vitale importanza; anzi di preminente importanza nazionale, come si è detto a suo tempo, proprio con riferimento ai principi che oggi si pretende di violare con disinvoltura o con colpevole leggerezza. 

Al contrario, se la legge viene abrogata o modificata sarà stato il Paese ad assumersi la responsabilità della deroga, sarà un grave errore (dal mio punto di vista), ma almeno tutto avverrà nel rispetto delle regole in vigore.

 

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