Articolo di Carlo Petrini pubblicato con questo titolo il 5 ottobre 2014 sul quotidiano “La Repubblica”. Carlo Petrini Da mesi seguo i copiosi interventi che si susseguono sulla stampa italiana a proposito di organismi geneticamente modificati, devo ammettere che qualcosa non mi è chiaro. La prima perplessità nasce quando chi si dichiara a favore degli Ogm destinati all’alimentazione umana sembra ritenersi, per ciò stesso, autorizzato a concedere patenti di scientificità o di emotività. La scientificità va a chi concorda con le sue opinioni, tutti gli altri sono vittime dell’emotività. Questo non riguarda solo le persone, ma anche le pubblicazioni: gli studi a supporto delle tesi pro-Ogm vengono citati come scientificamente validi; quelli che indagano su problemi — a livello ecologico, economico o giuridico — legati a quelle coltivazioni e al consumo di quei prodotti invece non esistono, non sono affidabili, oppure non sono, indovinate? scientifici. L’INTERVISTA A REPUBBLICA DI VANDANA SHIVA /ENGLISH VERSION Del resto tutti sanno o dovrebbero sapere, che il mondo scientifico è tutt’altro che concorde su questo argomento. Ma tant’è in questo momento chi si presenta tenendo alta la bandiera della scientificità pro-Ogm suscita più attenzione di chi con curricula altrettanto rispettabili, posizioni accademiche indiscusse e valanghe di pubblicazioni all’attivo, ritiene che quei prodotti non siano una scelta opportuna per la nostra agricoltura, per la nostra economia e — nel senso più complesso e completo — per la salute dei nostri ecosistemi. LA REPLICA DI ELENA CATTANEO Quello che mi diverte osservare, però, è che a fronte di tanta agitazione a mezzo stampa, le aziende produttrici non fiatano. Il New Yorker si lancia, con sacro furore, contro una persona che ha un nome e un cognome, la mia amica e compagna di tante riflessioni e battaglie, Vandana Shiva; una senatrice della nostra repubblica si schiera a […]