Mose: prima di nascere, ha già la ruggine

Articolo di Alessio Schiesari pubblicato con questo titolo il 4 novembre 2014 su “Il Fatto Quotidiano”.

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Alessio Schiesari 

Ruggine sulle paratoie, tonnellate di zinco riversate in mare e costi di manutenzione destinati a esplodere rispetto alle stime iniziali. 

A soli 12 mesi dall’installazione delle prime paratoie mobili, e a pochi giorni dalla richiesta di commissariamento di Raffaele Cantone per il Consorzio Venezia Nuova, i dubbi sull’efficienza sulla grande opera che dovrebbe difendere Venezia dall’acqua alta continuano a crescere. 

Immagine.Mose

A lanciare l’ultima denuncia su la Nuova Venezia è Fernando De Simone, da 25 anni architetto progettista di opere sottomarine, che commenta quello che i veneziani osservano tutti i giorni: le paratoie già calate in acqua hanno perso l’originale colore giallo fosforescente e sono diventate rosso-brunastro, l’inconfondibile colore della ruggine.

 Immagine.Fernando De Simone

Fernando De Simone

«Per risparmiare hanno usato paratoie in normale lamiera rivestita di vernice, invece che il più resistente acciaio inossidabile. Ma sa che cosa succede alla lamiera quando rimane sott’acqua?

Si guardi le foto della Costa Concordia», attacca De Simone facendo riferimento al relitto della nave corroso dal sale. 

E, difatti, anche le navi più moderne, costruite con materiali simili a quelli del Mose, vengono riportate in cantiere ogni anno per la pulizia dello scafo. 

«Il direttore del Consorzio, Hermes Redi, sostiene che la pulizia, che consiste nella rimozione delle paratoie e nella manutenzione in Arsenale, si farà una volta ogni cinque anni e costerà 40 milioni di euro, ma è impossibile lasciarle in mare così a lungo.  

Andranno pulite ogni anno». 

E il conto non lo pagherà il Consorzio, ma le casse pubbliche, perché il contratto prevede che il costruttore garantisca la manutenzione solo per i primi due anni. 

«Pulire delle strutture grandi come palazzo, questa è la dimensione di una paratoia, ogni 5 anni è follia pura», gli fa eco Stefano Boato, docente allo Iuav e membro per la Commissione salvaguardia di Venezia. 

 Immagine.Stefano Boato

Stefano Boato

«Ma non si tratta di un errore di valutazione: il Consorzio ha sempre puntato ad aggiudicarsi anche le gare milionarie per la manutenzione delle dighe. L’avevano perfino promesso ai dipendenti che l’hanno ammesso. E l’ha detto pure Redi la settimana scorsa. Si è riusciti a commissariarli, ma hanno creato un sistema in cui il Consorzio diventa insostituibile, per sempre. E la manutenzione costerà almeno tre volte e mezzo quanto preventivato inizialmente». 

Non sono solo le paratoie a corrodersi, ma anche i pani di zinco, cioè gli elementi installati proprio per ridurre il deterioramento delle paratoie. 

Stando alle stime Cnr, oltre che insufficienti queste protezioni causeranno il deposito di 12 tonnellate di metallo sul fondo della Laguna, là dove crescono cozze e vongole destinate alla pesca.

 

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