Pubblichiamo il quinto degli articoli dedicati al Disegno di Legge del Ministro Lupi. È un articolo di Sergio Lironi pubblicato l’11 novembre 2014 su Eddyburg con questo stesso titolo e la seguente premessa: “Una convincente analisi delle ragioni per cui la nuova legge Lupi «anziché proporre un aggiornamento ed un superamento in positivo della legislazione urbanistica vigente, ne scardina alcuni dei presupposti fondamentali con prevedibili devastanti effetti su un territorio e un paesaggio già martirizzati». ” Sergio Lironi Il nuovo disegno di legge presentato dal ministro Lupi il 24 luglio 2014 si propone di sostituire la legge urbanistica del 1942 definendo al Titolo I i “Principi fondamentali in materia di governo del territorio, proprietà immobiliare e accordi pubblico privato”, principi che dovrebbero regolare l’azione dello Stato nelle materie di propria competenza e coordinare ed orientare l’azione delle Regioni e degli enti locali per le politiche territoriali concorrenti o a loro direttamente attribuite dal dettato costituzionale. Con l’introduzione del concetto di “governo del territorio” ci si sarebbe dovuti aspettare un progetto di legge in grado di riunificare e riordinare le molte discipline che oggi incidono sugli usi del suolo e sulle trasformazioni territoriali, individuando le strette connessioni ed interazioni ad esempio esistenti tra l’urbanistica, la pianificazione paesaggistica, la tutela dei beni storici e culturali, la salvaguardia idrogeologica, la protezione della natura e degli ecosistemi, la normativa antisismica, la tutela della salute, il benessere ed i diritti degli abitanti. Discipline semplicemente richiamate ma non coordinate ed integrate nel disegno di legge, che affronta unicamente i temi dell’uso del suolo a fini urbanistici e dell’edilizia, in netto contrasto con gli indirizzi e le direttive della Comunità europea che pongono al centro del governo del territorio i principi dello sviluppo sostenibile, della lotta ai cambiamenti climatici, della partecipazione dei cittadini e che quindi preliminarmente richiederebbero […]
Archivi Giornalieri: 19 Novembre 2014
Pubblichiamo il sesto degli articoli dedicati al Disegno di Legge del Ministro Lupi. È un articolo di Sergio Brenna pubblicato il 12 novembre 2014 su Eddyburg con questo stesso titolo e la seguente premessa: “Un’analisi puntuale degli arretramenti della proposta Lupi rispetto alla legislazione vigente e l’indicazione delle correzioni e aggiunte delle norme esistenti che sarebbero necessarie.” Sergio Luigi Brenna Osservazioni al testo presentato a luglio 2014 dal gruppo di lavoro “Rinnovo Urbano del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti” L’articolato presentato a luglio 2014 dal Gruppo di lavoro “Rinnovo urbano” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sembra ispirato da una vera e propria furia iconoclasta (v. in particolare art. 6, c. 6) nei confronti della tradizione di strumenti e procedure consolidatesi tra il 1967 con la L. 765/67 (c.d. Legge Ponte) e conseguente D.M. n. 1444/68 ) e il 1977 con la L. 10/77 (“Norme per la edificabilità dei suoli”, c.d. Legge Bucalossi) e sembra invece porsi come obiettivo il ritorno istituzionalizzato al “libero” confronto negoziale tra proprietà fondiario-immobiliare e amministrazioni locali che, negli anni Cinquanta-Sessanta caratterizzò, anche dopo la fase di ricostruzione emergenziale delle distruzioni belliche, il periodo di renitenza da parte dei comuni a dare seguito al compito di indirizzo del processo urbanizzativo con modalità di valorizzazione economica compatibili con gli interessi pubblici e collettivi, compito loro attribuito dalla L. n. 1150/42 (“Legge urbanistica”). Non è, infatti, casuale che alle forme di partecipazione socialmente qualificata previste dal testo tuttora vigente della “Legge urbanistica” (art. 9, c. 2: «…possono presentare osservazioni le associazioni sindacali e gli altri enti pubblici ed istituzioni interessate».) o anche alla prassi instauratasi per estensione del disposto del c. 1 (nel periodo di pubblicazione dei piani urbanistici «chiunque ha facoltà di prenderne visione») per consentire a chiunque la facoltà di presentare osservazioni […]
Articolo di Luciano Meloni pubblicato sul sito htpp://www.tibursuperbum.it. Durante un viaggio di diporto nei Balcani, effettuato a fine giugno, ho avuto modo di verificare l’enorme risalto che ha avuto sui media internazionali, stampa e televisioni estere, la decisione della Commissione Unesco di cancellare Dresda e la Valle dell’Elba dall’elenco dei siti “patrimonio dell’Umanità”. Tale decisione, ratificata nella 33a sessione del “World Heritage Committee” che si è tenuta nella città spagnola di Siviglia dal 22 al 30 giugno 2009 è arrivata alla fine di un’estenuante trattativa, riguardante la costruzione di un ponte sul Fiume Elba, tra l’Unesco e la municipalità di Dresda e il governo tedesco. È la seconda volta che l’Unesco cancella un sito, dopo un precedente caso in Oman nel 2007. In Italia l’eco di tale evento è stata coperta dall’iscrizione, nella stessa sede, delle Dolomiti tra le 176 gemme naturali della Terra, come bene seriale per la loro ”straordinaria bellezza paesaggistica e la loro specificità geologica”. La decisione dell’Unesco, che può avere conseguenze anche in merito alla gestione dei due nostri siti tiburtini, è stata presa dai 21 Paesi membri con una maggioranza di 14 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astenuti. Con tale decisione l’Unesco ha sanzionato l’amministrazione di Dresda per il ponte “Waldschloesschenbruecke” che attraversa l’Elba nei pressi del centro storico. La vicenda inizia nel 1996 con la decisione del consiglio comunale tedesco di erigere un quarto valico sul fiume motivato da problemi di traffico urbano. Dopo una vibrante protesta degli ecologisti tedeschi e a seguito di un referendum cittadino in cui il 67,9 per cento degli abitanti di Dresda si erano pronunciati a favore della costruzione del ponte, si arrivò a due pronunciamenti del Tribunale Amministrativo e della Corte Costituzionale che autorizzarono l’inizio dei lavori. il nuovo ponte di Dresda inaugurato il 25 agosto 2013 […]
Su questo stesso sito il 6 novembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Risultati della consultazione online lanciata dal MIBACT riguardo l’impatto della lottizzazione Nathan sull’area archeologica di Villa Adriana riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità”, che dava notizia della valutazione d’impatto della “lottizzazione cosiddetta Nathan” sul Patrimonio Unesco di Villa Adriana di cui era riuscita ad avere una copia dal Comune di Tivoli Sezione “Aniene e Monti Lucretili” di Italia Nostra. (http://vasonlus.it/?p=8547#more-8547) Portiamo a conoscenza degli esiti della suddetta valutazione d’impatto con l’articolo di Luciano Meloni pubblicato con questo titolo sul n. 11 di novembre del mensile “Il Cittadino”. Lunedì 7 luglio 2014 il gruppo di consulenza multidisciplinare, a seguito di sottoscrizione di contratto di collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, ha depositato ufficialmente gli esiti della Valutazione d’Impatto sul Patrimonio (Heritage Impact Assessment HIA) in merito alla proposta di sviluppo edilizio “Lottizzazione Comprensorio Ponte Lucano” all’interno della zona cuscinetto (Buffer Zone) del sito Unesco Villa Adriana in Tivoli. Il documento, redatto dall’Arch. Jane Thompson che si è avvalsa di collaboratori nazionali e internazionali nonché delle opinioni di numerosi stakeholders e di un sondaggio online di opinione sul progetto di lottizzazione, giace ancora nei cassetti del San Michele a Roma ed è stato possibile divulgarlo solo ora a seguito di regolare accesso agli atti fatto dall’Associazione Italia Nostra presso il comune di Tivoli, il quale, nella persona del Sindaco Giuseppe Proietti, ne aveva richiesta copia ufficiale al Ministero. Jane Thompson In attesa di una auspicabile presentazione pubblica a Tivoli ne diamo qui sulle pagine de’ Il Cittadino un ampio stralcio. Il contenuto del documento è stato preannunciato dal Ministro Franceschini, non entrando però nel dettagli delle motivazioni concrete. L’elaborato, innovativo nel panorama della tutela dei siti Unesco in Italia, si compone della […]