COMUNICATO STAMPA Dichiarazione e appello di Guido Pollice Presidente VAS Ho fatto un sogno, Renzi non parlava più. Scriveva solo o meglio firmava decreti ed editti: (alcuni efficaci per mettere come dice lui in moto l’economia), altri un po’ meno (per ridurre al silenzio collaboratori, ministri e sindacalisti). Mi sono svegliato di colpo e Renzi parlava facendo il controcanto a tale Malagò, annunciando la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2014. Nello stesso tempo mentre Draghi sentenziava: ripresa improbabile, mi sono chiesto dove vive costui . Lui che fa? Rilancia la bufala delle Olimpiadi, dimenticandosi i danni residuali dei mondiali di calcio a Roma e nelle varie città d’Italia, delle Olimpiadi invernali di Torino, dei mondiali di nuoto di Roma, dimenticando altresì il no secco di Monti . Per ora gli fa eco solo il Sindaco di Roma alle prese con ben più gravi problemi. Facile ironia sarebbe richiamare il detto latino PANEM ET CIRCENSES. Ma c’è poco da scherzare. Mi rivolgo a Ernesto Galli della Loggia, Massimo Teodori, Carlo Ripa di Meana per ripartire con il comitato “no alle Olimpiadi a Roma”. Questa volta l’appello che lanciamo dovrebbe raccogliere molte e più motivate adesioni. Sen. Guido Pollice Presidente Associazione Verdi Ambiente e Società ONLUS Roma, 21 novembre 2014
Archivi Giornalieri: 21 Novembre 2014
Nella scorsa settimana abbiamo assistito impotenti ai disastri causati dalla furia della natura che si è ribellata all’incuria dei territori massacrati dalla speculazione e dalla corsa sfrenata e cieca dell’uomo e dei suoi governanti a causare danni per molti e guadagni per pochi. Con l’aiuto del Prof. Giorgio Nebbia che Carrara la conosce bene, abbiamo ricostruito cause e motivi del disastro che vi sottoponiamo con questa nota. Guido Pollice, Simona Capogna, Daniele Granara, Giannandrea Mencini (Presidenza di VAS onlus) La nostra riflessione Carrara, in tutte le lingue del mondo, significa marmo, anzi marmo bianco, bellissimo, con cui costruire edifici, statue, colonne. Per qualche scherzo geologico la natura, milioni di anni fa, ha fatto emergere da antichi mari un blocco di calcare purissimo marmo che si affaccia sull’attuale Mediterraneo e che abbiamo battezzato Alpi Apuane. La faticosa estrazione, dal fianco di montagne, alte oltre mille metri, del marmo è stata fatta da tempi antichissimi dagli abitanti di una stretta valle attraversata dal torrente Carrione. Allo sbocco del torrente verso la pianura, a cento metri di altezza, è sorta la città di Carrara, abitata da gente rude, con uno strano dialetto che non è ligure, né toscano, da cui sono nati duri imprenditori, alcuni diventati ricchissimi, e rudi operai, bravi e ribelli; non a caso Carrara è stata il principale polo internazionale del movimento anarchico. Il marmo, faticosamente trascinato a valle su ripide strade segnate dal sangue di migliaia di cavatori, veniva imbarcato su vascelli che lo portavano verso terre lontane. Un primo porto d’imbarco era stato creato a Luni, nella lunga striscia sabbiosa costiera, formata dal trasporto solido dei fiumi Magra a nord e Serchio e Arno a sud. Il porto di Luni è stato poi insabbiato tanto che i suoi ruderi si trovano oggi a oltre un chilometro dalla riva […]
Articolo di Alberto Vitucci pubblicato il 10 novembre 2014 con questo titolo su “La Nuova Venezia”. Alberto Vitucci II Consorzio Venezia Nuova resta all’Arsenale. Perché «bisogna assumere come risorsa le funzioni già presenti nell’area e tutelate dalla legge del 2012». E poi perché svolge «attività che sono punti di eccellenza dell’economia dei servizi a scala nazionale e internazionale». Mentre al Consorzio arriva il commissario nominato dall’Autorità anticorruzione, il commissario Zappalorto, che governa Ca’ Farsetti, dà alle stampe il nuovo «Documento direttore sull’Arsenale». Vittorio Zappalorto Che prova a disegnare le destinazioni future dell’area, dopo il passaggio di proprietà del compendio dal demanio al Comune. Centoventidue pagine che riassumono la normativa vigente e tracciano destinazioni e ambiti funzionali. Piano che il commissario ha presentato alla Municipalità e che il 2 dicembre sarà illustrato alla città proprio in Arsenale. Ma i comitati sono sul piede di guerra. E hanno organizzato per giovedì in sala San Leonardo una grande assemblea pubblica. «È pericoloso questo nuovo inizio che fa tabula rasa di riflessioni decennali e dei piani urbanistiche», dice Marco Zanetti di Veneziacambia 2015, «non si possono prendere decisioni così importanti in mancanza di un mandato politico dei veneziani». Altri, come Stefano Boato, ricordano come i Piani in vigore parlino espressamente di “destinazioni pubbliche” dell’area. Stefano Boato In questa situazione, dice Boato, escludere dall’uso pubblico ampie aree e capannoni dell’Arsenale di proprietà del Comune non è legittimo. Il nodo del contendere è quello della manutenzione del Mose. Fino a qualche anno fa era un tema di cui non si discuteva. Al Consorzio era stata assegnata in concessione per vent’anni l’area dell’Arsenale nord insieme ai due bacini di carenaggio. Lì sono già state avviate le attività per la manutenzione delle paratoie, con la nave da 50 milioni che dovrà smontarle una al mese […]
Articolo di Maria Rita d’Orsosgna, fisico, docente universitario e attivista ambientale, pubblicato con questo titolo il 17 novembre 2014 su “Il Fatto Quotidiano”. Maria Rita d’Orsosgna Secondo l’articolo 826 del Codice Civile, in Italia, i giacimenti di idrocarburi sono “patrimonio indisponibile” dello Stato che non si impegna direttamente nella ricerca e nel loro sfruttamento, ma che lascia in concessione ad imprese private. Una società petrolifera titolare di una concessione di coltivazione di idrocarburi è quindi soggetta al rispetto dei programmi di lavoro, al pagamento di canoni proporzionati alla superficie coperta dai titoli minerari e al pagamento di royalties proporzionate alle quantità di idrocarburi prodotte. Le royalties sono calcolate rispetto a dove il giacimento si trova e a cosa si estrae. Per tutte le concessioni c’è una quota di esenzione: ad esempio le prime 50mila tonnellate di petrolio estratte in mare non sono soggette a royalties, che sono del 4% per tutto ciò che viene estratto in eccesso rispetto a quel limite. I petrolieri, e i politici che gli sono amici, parlano spesso di royalties strabilianti versati alle comunità locali, riflettendo miraggi di improbabili El Dorado. E così succede che su La Sicilia del 14 novembre 2014 compaia un’intervista al Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta riguardo il recente voto dell’Assemblea Regionale Siciliana, promosso dal M5S, in cui l’Assemblea stessa si dichiara contraria alle trivellazioni nell’isola sia in terra che in mare. Rosario Crocetta Crocetta dichiara che non può “esserci incompatibilità tra progresso e ambiente”, che gli ambientalisti sono “pronti a dire no a tutto” e, commentando il voto dell’Ams, dice “Dico che è una follia. Dico che la Sicilia perderebbe di guadagnare 500 milioni l’anno di royalties con cui si potrebbe risanare il bilancio e creare nuovi posti di lavoro”. Ma davvero Crocetta crede che la Sicilia con questo voto […]
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Spettabile Associazione Ambientalista Vorrei sottoporre alla Vostra cortese attenzione un fatto di cronaca che mi sta particolarmente a cuore. Sono una ragazza universitaria e provengo da quel piccolo paradiso terrestre siciliano: Pantelleria. Sono mesi che ormai lottiamo per difendere i nostri mari, le nostre case e il nostro futuro; ma purtroppo lo “Sblocca Italia” di Renzi ha rilanciato la corsa all’oro nero nel nostro mediterraneo. Denuncio così quelle trivelle, vere macchine di morte, che fra non molto perforeranno i nostri fondali. Faccio un appello a voi, a nome di tutti coloro che amano il nostro paese, affinché le urla, i nostri no, arrivino alle orecchie di tutti. Difendiamo ciò che fà dell’Italia uno dei posti più ambiti al mondo e preserviamo il nostro territorio; è un nostro diritto ma soprattutto un nostro dovere. Resto a disposizione per ogni chiarimento e la invito a contattarmi per qualsiasi riscontro. Con la presente Vi allego i link di alcuni video e di qualche documento che testimoniano ciò che ho poc’anzi affermato. https://www.youtube.com/watch?v=VfbK6lqJJ60 https://www.youtube.com/watch?v=F0oS-hwKsKQ,https://www.youtube.com/watch?v=Rc1HNUtH76g https://www.youtube.com/watch?v=Id3LSkoWCFc,http://trapani.gds.it/2014/11/09/pantelleria-il-consiglio-dice-no-alle-trivelle_259752/ http://www.wwf.it/petrolio_mi_sta_stretto.cfm http://www.ilovepantelleria.net/trivelle-pantelleria/ Ringraziandola per l’attenzione, le porgo Distinti Saluti Marica Culoma
Articolo di Alberto Vitucci pubblicato con questo titolo il 14 novembre 2014 su “La Nuova Venezia”. Alberto Vitucci Venezia. Il futuro dell’Arsenale non può essere deciso da poche persone in assenza di un governo della città. Il “Documento direttore” elaborato dal commissario va rinviato, e sul futuro del complesso monumentale, diventato due anni fa di proprietà del Comune, va aperto un vero «percorso partecipato». È questa la conclusione dell’assemblea pubblica che si è svolta ieri pomeriggio in sala San Leonardo, organizzata dal Forum Arsenale. sintesi cronologica Sala piena e grande attenzione per le relazioni e le proposte in campo. «L’Arsenale è un bene comune, va gestito con trasparenza e partecipazione», ha esordito il moderatore Silvio Testa. Nel mirino anche gli atti, definiti «illegittimi» che il Comune non ha modificato dopo il passaggio di proprietà del bene. In alcune aree si sono insediati soggetti privati (il Consorzio Venezia Nuova con la nuova sede e la Tethis a nord, mentre la parte sud (Gaggiandre, Corderie e Tese) è in concessione alla Biennale. Poi c’è la Marina militare, che mantiene l’uso degli spazi per i suoi compiti istituzionli. Insomma, l’Arsenale è del Comune, ma il Comune ha la disponibilità soltanto di una sua parte. E i percorsi da una parte all’altra ancora non sono collegati. Adesso è pronto il “Documento direttore” elaborato dalla dirigente comunale Marina Dragotto e dal subcommissario con delega al Patrimonio Michele Scognamiglio (con il quale ieri sera c’è stato un incontro). Marina Dragotto Michele Scognamiglio Già illustrato alla Municipalità sarà presentato il 2 dicembre proprio dentro l’Arsenale. «Ma non può essere quella la base di discussione», è stato detto ieri in sala, «bisogna rispettare e attuare i Piani regolatori vigenti». Che prevedono, ha ricordato Stefano Boato, «l’uso pubblico degli spazi oggi invece occupati da aziende private». C’è anche […]
Articolo di Francesco Erbani pubblicato il 12 novembre su “La Repubblica”. Francesco Erbani STORIE italiane di archeologia. Roma, via Giulia. Le scuderie di Augusto, dove si ricoveravano i cavalli che avevano corso al Circo Massimo, rinvenute nel 2009, giudicate di “eccezionale importanza” dalla soprintendenza archeologica, sono state rinterrate sotto cumuli di pozzolana. Il parcheggio per circa trecento posti si piazzerà, invece, lì accanto. [http://vasonlus.it/?p=7762] I reperti antichi sono emersi durante lo scavo per i garage, ma dopo cinque anni – cantiere fermo, un’orrenda palizzata che recintava l’area, un lembo di centro storico sconvolto – non si è trovata altra soluzione che sacrificare le stalle imperiali. Pozzilli e Venafro, provincia di Isernia. Durante i lavori per un metanodotto fra Busso e Paliano, svolti con la collaborazione della soprintendenza archeologica del Molise, vengono alla luce ville romane, fornaci rinascimentali, tracce di una centuriazione, e, soprattutto, insediamenti neolitici con un focolare e materiali d’età del bronzo e, ancora, i resti dello scheletro di un bambino di sei-settemila anni fa. I reperti andranno al museo di Venafro. Le strutture fisse rimarranno sul posto, protette e visibili. La chiamano archeologia preventiva ed è così che si fa archeologia in Italia. Il novanta per cento degli scavi – circa sei, settemila ogni anno dati del ministero per i Beni culturali – non sono il frutto di programmazione scientifica, coordinata da una soprintendenza. Ma l’effetto, desiderato, più spesso indesiderato, dei lavori per un parcheggio, per le linee di alta velocità, per cavi elettrici. Per la Metro C di Roma, per esempio, o per l’autostrada Bre-Be-Mi. Il risultato può essere positivo, come a Venafro, negativo come a Roma. Ma, anche se fatta così, quest’archeologia rischia di ricevere un colpo mortale. Il decreto Sblocca-Italia, appena convertito in legge, contiene norme che, temono molti archeologi, potrebbero rendere ancora […]
Articolo pubblicato il 19 novembre 2014 su “Il Fatto Quotidiano” La pioggia non ferma la protesta in Basilicata contro lo Sblocca Italia. Anche ieri circa un migliaio tra studenti e cittadini, secondo i dati diffusi dagli organizzatori, hanno manifestato a Potenza, arrivando in corteo fino al palazzo della Regione, per continuare a dire no alle ricerche petrolifere e alle trivellazioni autorizzate dallo Sblocca Italia e che minacciano la regione. Al corteo del capoluogo ieri si è unita anche la protesta di circa un paio di migliaia di cittadini e studenti a Venosa. Il consiglio comunale del centro lucano ha chiesto alla Regione di impugnare anche gli articoli 35, 36 e 37 del decreto Sblocca Italia, per non favorire lobby dei rifiuti oltre a quella del petrolio. È proseguita così anche ieri la protesta, arrivata al sesto giorno consecutivo, che vede gli studenti protagonisti e motore propulsivo. Intanto alla mobilitazione in strada si uniscono i consigli comunali che continuano a pronunciarsi contro lo Sblocca Italia e chiedono al governatore della Basilicata, Marcello Pittella del Pd, fratello di Gianni, capogruppo dei socialdemocratici all’Europarlamento, di impugnare l’articolo 38 e salvare Regione e cittadini dai rischi ambientali e sanitari che comporterebbero le trivellazioni. Marcello Pittella Il presidente avrebbe rassicurato i cittadini dicendo di non avere intenzione di impugnare l’articolo 38. Ricerche e perforazioni, ha detto Pittella, avverranno nel pieno rispetto della salute dei cittadini e dell’ambiente.