In questa stessa data è stato pubblicato su questo sito un articolo dal titolo ““Un tunnel sotto le ville del Palladio”. Rivolta a Vicenza”, che riferisce fra l’altro di “una lettera allarmata” che “è stata inviata all’Unesco affinché salvaguardi un bene – il paesaggio palladiano – che la stessa Unesco tutela dal 1994. ” (http://vasonlus.it/?p=10334&preview=true&preview_id=10334&preview_nonce=433cc94d01)
La Missiva è di Francesca Leder, docente dell’Università di Ferrara e membro di OUT – osservatorio urbano-territoriale Vicenza, che ha segnalato all’UNESCO la forte preoccupazione destata dal progetto ferroviario promosso dal Comune di Vicenza, dalla Camera di Commercio e sostenuto dal Ministero delle Infrastrutture: è stata pubblicata il 3 gennaio 2014 sul sito dell’Osservatorio Urbano/Territoriale di Vicenza.
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Francesca Leder
Dott. Kishore Rao
DirettoreWorld Heritage Centre (UNESCO)
Parigi
Dott. Stefano De Caro
Direttore – Generale International centre for the Study of Preer!ation and “Restoration of Cultural Property (ICCROM)
Roma
Dott.ssa Regina Durighello
DirettoreWorld Heritage Programme (ICOMOS)
Parigi
Dott.ssa Petya Totcharova
Ressponsabile di Unità
Unità Europea e Nord America
World Heritage Centre (UNESCO)
Parigi
Dott. Gianni Bonazzi
Direttore
Uffcio UNESCO
MIBACT
Roma
Vicenza, 30 dicembre 2014
Gentilissimi Signori,
giusto vent’anni fa, nel 1994, l’UNESCO iscriveva la città di Vicenza, luogo nel quale si conservano le opere più note del Palladio, nella Lista del Patrimonio Mondiale (Vicenza City of Palladio 712 C “i” e “ii”).
Com’è noto, nel 1996, il riconoscimento è stato esteso a tutto il complesso delle ville progettate da Palladio e disseminate nel territorio del Veneto (sono venticinque), dando particolare rilievo a quelle ubicate nella provincia di Vicenza (sedici).
Molti cittadini, direttamente impegnati e non in associazioni per la tutela del paesaggio culturale, del patrimonio naturale e ambientale, ritengono che il grande valore di questo patrimonio culturale non sia stato adeguatamente promosso se non in quanto fruttuoso catalizzatore turistico imperniato sulla capacità attrattiva delle singole opere palladiane (la Basilica, Palazzo Chiericati, Palazzo Barbaran da Porto, il Teatro Olimpico, la Villa La Rotonda, tra le tante) quasi sempre isolate (estraniate) dal loro contesto.
In particolare nulla di specifico è stato messo in campo al fine di conservare il paesaggio e l’ambiente a ridosso del centro storico di Vicenza, intimamente legati alla genesi e alla ragion d’essere di questi straordinari monumenti.
Un paesaggio culturale che, citando gli stessi scritti di Palladio, ha rappresentato la fonte privilegiata della sua straordinaria ispirazione e che, malgrado i pesanti cambiamenti imposti dallo sviluppo economico ed edilizio più recente, è riuscito ad arrivare a noi ancora ricco di evocativa bellezza. Lo scorso mese di agosto (12/08) ho fatto pervenire alla vostra attenzione una lettera nella quale esprimevo tutta la preoccupazione, mia e di molti concittadini, per gli effetti devastanti provocati al paesaggio palladiano dal completamento di un imponente quartiere multifunzionale, costruito su una piccola e fragilissima lingua di terra circondata dai due fiumi che attraversano la città, il Bacchiglione e il Retrone, e posta all’imbocco del centro storico.
L’insediamento edilizio sorto per ospitare funzioni direzionali, commerciali e residenziali si trova a poche centinaia di metri dalla Villa La Rotonda, opera simbolo della produzione architettonica palladiana, a ridosso della Villa Valmarana ai Nani, meravigliosamente affrescata dal Tiepolo, e ancora, a un passo dalle rinomate Scalette di Monte Berico che rappresentano lo scenografico accesso da sud alla dolce collina che domina la città.
A distanza di pochi giorni (21/08) ho ricevuto una cortese e rassicurante risposta da parte della dott.ssa Totcharova, ma da allora non ho avuto più alcuna notizia.
Per quanto mi è dato sapere, nessun atto è stato compiuto per sanzionare l’immenso danno, quasi certamente irrimediabile, arrecato al patrimonio culturale mondiale, esito di due atti amministrativi (varianti agli strumenti urbanistici) approvati dall’Amministrazione comunale nel 2004 e nel 2009.
Conseguenza di queste scellerate decisioni, è stata la cancellazione dell’originaria bellezza di questo pezzo di paesaggio, la distruzione di un patrimonio culturale che, secondo i dettami della convenzione internazionale sottoscritta dall’Amministrazione comunale di Vicenza all’epoca del riconoscimento e continuamente rinnovata, non solo avrebbe dovuto essere tutelato, ma anzi potenziato.
Un gesto irresponsabile e arrogante che ha cancellato in modo definitivo la vista alla collina da sud, alterando, contestualmente, quella verso il centro storico.
Ora, come se ciò non bastasse, un’altra follia sta per segnare in modo indelebile il destino del patrimonio culturale mondiale legato all’opera palladiana.
Ciò che appare ancora più grave è che alcune scelte urbanistiche devastanti per il nostro territorio stanno per essere assunte senza che i cittadini possano in alcun modo discutere e ragionare pubblicamente ed esprimersi su quanto si va proponendo, avendo elementi certi per poter capire se tutto ciò è necessario e utile alla comunità locale.
Nei prossimi giorni (08/01) l’Amministrazione comunale si appresta ad approvare lo studio di fattibilità relativo al potenziamento della linea ferroviaria AV/AC che collega Verona a Venezia (si vedahttp://www.comune.vicenza.it/uffici/dipterr/mobilita/tav/).
Il progetto, presentato con un pesante corredo infrastrutturale richiesto espressamente dall’Amministrazione comunale, stravolgerà il sistema urbanistico della città intaccando tanto il centro storico quanto le aree immediatamente attigue (le importanti aree tampone) grazie alla realizzazione di un gran numero di opere complementari.
L’opera che preoccupa tutti maggiormente è un lungo tunnel (14 metri di ampiezza, 17 di altezza e 1.150 di lunghezza) che attraverserà la collina di Monte Berico da ovest a est.
In particolare, lo sbocco a est del tunnel è stato collocato proprio sotto la Villa Valmarana ai Nani (quindi a poche centinaia di metri dalla Villa La Rotonda) per farlo poi proseguire oltre il fiume Bacchiglione grazie ad un nuovo ponte di servizio a cui ne sarà affiancato un secondo, con la funzione di convogliare il traffico proveniente da sud.
È evidente che il tunnel, oltre ad arrecare i danni ai capolavori d’arte e d’architettura appena citati, comprometterà per sempre la bellezza del paesaggio rurale di frangia che circonda la città creando, allo stesso tempo, fortissimi disagi ai quartieri residenziali posti a sud.
Per tutte queste ragioni, sono a chiedervi un deciso intervento di approfondimento che possa costituire un segnale di speranza per i cittadini di Vicenza i quali, per le ragioni sopra addotte, vivono un forte senso di frustrazione e di impotenza essendo sempre più convinti che la gran parte delle istituzioni internazionali sono realtà astratte, incapaci di sostenere le comunità nel loro impegno per la tutela del patrimonio culturale e per la qualità paesaggistica e ambientale delle realtà locali.
Vi sarò molto grata per l’attenzione che porrete a questa mia segnalazione. Conto di avere notizie al più presto
Con sincera cordialità,
Francesca Leder
University of Ferrara
Committee Member of OUT Osservatorio urbano territoriale – Vicenza
Il 2 gennaio 2014 l’ufficio UNESCO del MiBACT ha chiesto informazioni al Comune di Vicenza su Tav e tunnel sotto le ville a Vicenza con la seguente nota.
Il 3 gennaio 2014 L’Osservatorio Urbano/Territoriale di Vicenza ha emenato il seguente comunicato stampa.
L’ufficio UNESCO del MiBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali), scrive al Comune di Vicenza chiedendo informazioni sugli impatti che il progetto di attraversamento del territorio vicentino della ferrovia Alta Velocità / Alta Capacità può arrecare al sito UNESCO di Vicenza.
La lettera, firmata da direttore dell’Ufficio Unesco del MiBACT Gianni Bonazzi, arriva dopo che una missiva della prof. Francesca Leder, docente dell’Università di Ferrara e membro di OUT – osservatorio urbano-territoriale Vicenza, aveva segnalato il 30 dicembre scorso all’UNESCO la forte preoccupazione destata dal progetto ferroviario promosso dal Comune di Vicenza, dalla Camera di Commercio e sostenuto dal Ministero delle Infrastrutture.
Per la seconda volta in pochi mesi (agosto e dicembre) gli uffici centrali di Parigi dell’UNESCO e quelli del Ministero dei Beni Culturali sono stati interpellati e sollecitati perché si esprimessero sulla compatibilità di progetti della portata di quello relativo all’insediamento di Borgo Berga, ad un passo dalla Rotonda e dal centro storico di Vicenza (prima segnalazione), e del tracciato dell’Alta Velocità/Alta Capacità, con tutto il corredo di opere complementari (seconda segnalazione), fermamente volute da questa Amministrazione, così come affermato pubblicamente dal Sindaco di Vicenza Achille Variati e confermato dalle azioni messe in campo sinora.
Opere che considerano necessario la realizzazione di un tunnel carrabile che attraversa longitudinalmente Monte Berico, la collina che domina la città storica, per sbucare proprio sotto la Villa Valmarana ai Nani (universalmente nota per i suoi meravigliosi affreschi del Tiepolo) distruggendo così, in modo definitivo, quel brano di paesaggio culturale che comprende le ville palladiane e il loro intorno.
La cosa più deprecabile è l’assoluta indifferenza nei confronti degli impegni presi dal Comune di Vicenza attraverso la firma della convenzione internazionale per la conservazione del patrimonio culturale sottoscritta all’atto del riconoscimento (nel 1994 e nel 1996) e rinnovata anche negli ultimi mesi grazie ad una verifica dello stato di conservazione del patrimonio culturale palladiano.
I cittadini e le associazioni ambientaliste sono lasciati soli nell’impegno della tutela del bene mondiale: oggi come nei mesi scorsi tacciono le istituzioni culturali cittadine, prestigiose realtà come il CISA, il Centro Internazionale di Studi “Andrea Palladio”, che ha il compito di difendere l’opera palladiana essendo questa la ragione stessa dell’esistenza del Centro.
Con questa lettera si è chiesto un intervento deciso da parte degli organi nazionali e internazionali competenti e una messa in mora del comportamento dell’Amministrazione comunale incapace di assumere appieno questa importante e delicata responsabilità di coordinare le azioni di tutela dell’intero complesso del patrimonio palladiano, bene culturale mondiale UNESCO.
La risposta è arrivata a breve giro di posta e questo per i cittadini e le associazioni riunite in OUT è un importante segnale culturale e politico con il quale l’Amministrazione comunale non può non fare i conti.