Giovanni Caudo:”Così demoliremo via dei Fori imperiali”

Proseguiamo il dibattito sui Fori Imperiali con l’articolo di Paolo Boccacci pubblicato il 3 gennaio 2015 su “La Repubblica”.

Dopo il parere della Commissione paritetica di esperti [vedi http://vasonlus.it/?p=10356&preview=true&preview_id=10356&preview_nonce=c11fa1385b] l’assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Roma Giovanni Caudo (intervistato da Paolo Boccacci) pronto a abbattere la strada del Ventennio.

Per VAS sono parole finalmente chiare riguardo alla promessa di riprendere il progetto Fori, realizzando la visione di Antonio Cederna  e proseguendo il lavoro di Luigi Petroselli.

 Immagine.Giovanni Caudo

Giovanni Caudo

Qual è il piano del Campidoglio, assessore Caudo?

«Nel disegno urbano, i Fori devono diventare un’area aperta, proprio come afferma l’ex soprintendente La Regina, da vivere prima ancora come cittadini che come turisti.  

Si deve consentire di realizzare singoli interventi ma dentro un quadro unitario e, infine, si deve stabilire una modalità di coordinamento tra tutti i soggetti interessati, in primis lo Stato e Roma Capitale»

Ma il Campidoglio è per lo smantellamento della via e la riunificazione degli antichi Fori?

«Certamente.  

La commissione di esperti ha rimesso in discussione il vincolo monumentale su via dei Fori Imperiali, anche se sulla rimozione della strada mantiene una posizione contraddittoria e restituisce posizioni diverse.  

Per noi la rimozione dello stradone tra piazza Venezia e largo Corrado Ricci per liberare e dare continuità ai Fori Imperiali non può e non deve più continuare ad essere un tabù.  

Chiunque, dopo aver visto la bellissima ricostruzione virtuale del Foro di Augusto di Piero Angela, ha maturato la convinzione che non può esserci un nastro di asfalto sopra i Fori.  

Ed è quanto prevedeva già il Progetto di Leonardo Benevolo e di Francesco Scoppola nel 1988, bisogna ripartire da lì».

Dunque la via è questa?

«La Commissione scrive che l’area archeologica “va resa più frequentabile e più vissuta dai cittadini, anche solo per la lettura di un giornale o di un libro, per una chiacchierata o per una semplice passeggiata o per il normale attraversamento, accompagnando i bambini a scuola o con le buste della spesa, valorizzando i tracciati esistenti”. 

E io sottoscrivo in pieno questa tesi, come quella per cui bisogna «evitare ogni forma di separatezza tra la città moderna di Roma, con i suoi bisogni e i suoi problemi, e quella antica». 

Ora serve un progetto definitivo.

«I prossimi mesi, come chiede il sindaco Marino, ci vedranno impegnati a mettere a frutto questo lavoro e ad aggiornare il piano urbanistico complessivo del Progetto Fori, lo faremo e lo discuteremo con il ministero Beni culturali.  

Bisogna avere il coraggio di un progetto unitario di grande respiro.  

Sul Colosseo e sulla proposta di ricostruire l’arena non ho elementi per potermi esprimere, mi fido di quanto ha detto La Regina e mi richiamo alla sua prudenza nel valutare le modalità con cui si possono portare avanti interventi in complessi monumentali così delicati.  

Oltre, ovviamente, all’opportunità di farli».

Veniamo allo smantellamento di via dei Fori.

«Bisogna rimuovere via dei Fori imperiali fino a largo Corrado Ricci.  

Un progetto che sono convinto riuscirà a dare ancora corpo alle diverse stratificazioni che l’area ha avuto, compresa quella degli anni ’30, ma che sceglie di ricostituire l’integrità degli spazi dei Fori, assicurando la continuità fra Mercati Traianei, Foro di Traiano, Foro di Augusto, Foro di Nerva, fino al Foro della Pace voluto da Vespasiano.  

Un progetto che accetta la sfida dell’innovazione e della sperimentazione per disegnare i percorsi, anche a quote archeologiche, tra piazza Venezia e largo Corrado Ricci».

E poi?

«Bisogna ripristinare le trasversali tra l’area archeologica e la città moderna che gli è cresciuta sopra e intorno. 

Ad esempio quella che, da piazza Monti, alla Suburra, attraverso via Baccina arriva al Foro di Augusto, lo attraversa e passando dietro il Campidoglio e dopo aver intersecato la via Sacra procede verso il Velabro, il tempio di Vesta e quindi il Tevere e si prolunga fin verso il basamento dell’Aventino con la risalita fino al giardino degli Aranci, per altro da poco ultimata.  

Una passeggiata unica al mondo, una esperienza urbana senza pari che restituirebbe un senso di cittadinanza a chiunque l’attraversi».

Come si trasformerà piazza del Colosseo?

«Con la sistemazione di uno spazio pedonale che restituisca il rapporto con le preesistenze archeologiche ridando dignità ad esempio alla Meta sudans dalla quale si misuravano tutte le distanze ai tempi dell’antica Roma.

Una sistemazione che superi l’attuale aiuola che “arreda” la piazza, che risolva l’uscita dalla stazione metro Colosseo e indirizzi i flussi pedonali verso l’inizio della via Sacra e, oltre l’arco di Costantino, verso l’ingresso al Palatino».

E via dei Cerchi?

«Sarà pedonalizzata e si aprirà un accesso al Palatino.  

Palazzo Rivaldi sarà temporaneamente centro servizi e spazio espositivo in attesa della realizzazione della stazione della Metro C che potrà ospitarne uno più funzionale.  

Mentre a piazza Venezia, venuto meno il collegamento stradale con via dei Fori Imperiali, si può superare l’attuale sistemazione a rotatoria, che la fa sembrare uno spartitraffico.  

Ora, dopo i lavori della commissione, possiamo dare corpo al Progetto Fori come previsto dal PRG del 2008 e dare vita all’area archeologica più importante del mondo che sarà il cuore vivo e pulsante di una città millenaria ora estesa su un territorio metropolitano di cui sarà possibile comprendere e apprezzare la modernità e declinarla al futuro».

 

 

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