Ilva: Vendola, Aia va fatta al 100%

Come dovrebbe esser noto, il 24 dicembre 2014 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legge sull’Ilva di Taranto.

Il 15 gennaio 2015 si è svolta una audizione della Commissione Ambiente del Senato con il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, di cui riferisce l’ANSA della ore 20:10 del 15 gennaio 2015.

“Non è sopportabile la parcellizzazione. Solo l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) nella sua interezza può garantire” salute e ambiente altrimenti potrebbe anche aprirsi “il rischio di esporre il Paese a infrazioni comunitarie“.

Così il governatore della Puglia Nichi Vendola in audizione in commissione Industria al Senato sul dl Ilva chiedendo di “cassare la norma dell’80%” sull’applicazione delle prescrizioni Aia.

Ci chiediamo perché proprio l’80%? Siamo di fronte a una nuova proroga?“, dice.

”Parliamo di interventi indispensabili”, osserva Vendola citando tra questi per esempio quelli sui ”parchi minerali”, per la data che va dal 31 luglio 2015 in poi (primo step di una serie di prescrizioni). Se non si riesce a rispettare le prescrizioni e i tempi dell’Aia, spiega Vendola, ”l’Ilva dovrebbe presentare adeguate motivazioni sui ritardi e poi rimettersi al giudizio dell’Autorità”, come il ministero dell’Ambiente.

Poi per la Regione Puglia sarebbe il caso di ”cassare anche l’impunibilità” del commissario (comma 6 art.2).

Tra l’altro Vendola chiede di ”riattribuire la vigilanza a un ente terzo, a un garante”.

Da ”cassare” anche la parte del decreto sulle discariche (art.4).

Infine ”serve una chiara demarcazione tra le risorse destinate alla riqualificazione dell’Ilva e le risorse per il rilancio e lo sviluppo dell’area di Taranto”.

Secondo Vendola, ”è l’ennesimo decreto. Riteniamo che la decretazione di urgenza non sia lo strumento più idoneo”, soprattutto perché ”i commissari hanno via via espropriato le procedure ordinarie senza tuttavia ottenere miglioramenti ambientali”.

Il governatore della Puglia segnala comunque ”alcuni aspetti che valutiamo positivamente” come l’introduzione del ”nuovo protagonismo dello Stato”.

Per la Regione, “qualsiasi salvaguardia del siderurgico più grande d’Europa deve rispettare due requisiti, che ci sia la tutela dei livelli di occupazione e che la produzione sia rispettosa dell’ambiente”, aggiunge Vendola.

”Con la decretazione d’urgenza si è provocato un impoverimento dei procedimenti ordinari – osserva il governatore pugliese – e si è andati sempre più verso un regime monocratico: e non si può dire che a questo sia corrisposto un miglioramento ambientale, anzi”, prosegue, si è avuta richiesta di proroga e dilatazione dei tempi dell’Aia.

”Riteniamo però necessario – rileva Vendola parlando del nuovo decreto Ilva – che accanto al livello di governance dello Stato ci sia anche una governance scientifica per la salute e l’ambiente, potenziando il Centro salute e ambiente istituito dalla Regione nel 2012, garantendo specifiche risorse. Bisogna poi potenziare l’organico Arpa, perché se lo Stato ci chiede di fare una guerra, ebbene non la possiamo fare senza un esercito’‘; in proposito viene proposto un emendamento ad hoc per autorizzare, ”in deroga agli attuali vincoli, la copertura del 60% dei posti della dotazione organica generale dell’Agenzia, per raggiungere 498 unità a tempo indeterminato” per ”garantire il completamento e lo sviluppo delle attività sul territorio tarantino”.

”Se dovesse chiudere l’Ilva dubito che potremmo essere di fronte alla possibilità di dibattere del futuro di Taranto: oggi si può avere un’acciaieria sostenibile. La chiusura dell’Ilva sarebbe un colpo al sistema industriale nazionale” ha sottolineato il governatore della Puglia, citando l’esempio di Bagnoli.

”In questo momento ci sono 500 milioni cantierizzati per il porto, 200 milioni pronti per il nuovo grande ospedale di Taranto; è in corso di costituzione un registro tumori di Taranto. Il ciclo della salute insieme a quello delle bonifiche non è un ciclo del rapporto”.

”Ci lascia perplessi che il commissario operi al di fuori delle leggi e della punibilità penale. E’ una norma superflua e perfino pericolosa” afferma Vendola, a proposito di una norma introdotta dal nuovo decreto sull’Ilva e Taranto.

In questo modo, aggiunge, tra deroghe e proroghe, ”i sistemi corruttivi si sono ubriacati”.

Sindaco Taranto, chiarire norma decreto su 80% Aia

”Occorre chiarire cosa riguarda l’80% e stabilire un termine temporale per la realizzazione del restante 20%” dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale).

Così il sindaco di Taranto Ippazio Stefano in audizione in commissione.

 Immagine.Ippazio Stefano

Ippazio Stefano

”Serve più precisione nel dire quando avverranno gli interventi e quando arriveranno i finanziamenti per l’attuazione delle prescrizioni ambientali – osserva poi Stefano – se ci dicono che tra 15 giorni almeno questi arriveranno cominciamo a parlare di cose concrete. Noi non vogliamo gestire le risorse, vogliamo che sia il ministero. Noi programmiamo quello che vogliamo fare e chiediamo di essere controllati sull’utilizzo”.

Il sindaco critica poi la diminuzione di controllo da parte del territorio, e il venir meno del controllo all’Arpa: ”Si toglie la possibilità di verificare come vanno le cose”.

Poi dice che inizierà presto, ”a giorni”, la bonifica del quartiere Tamburi: è ”già stata preparata la tensostruttura dove verrà depositato il terreno prelevato, terreno inquinato. Abbiamo bisogno di riavvicinare i cittadini alle istituzioni”.

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