Veryplagio. chevergogna. beniculturali. it

Sabato 24 gennaio 2015 il ministro dei beni, delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini in compagnia del ministro dell’Agricoltura e del Commissario Unico di Governo per Expo 2015 ha presentato alla stampa “Verybello!”, il nuovo portale dell’offerta turistico.culturale italiana nel periodo dell’Expo 2005, che va quindi da maggio a ottobre 2015.

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Ne hanno parlato il giorno dopo “La Repubblica”, “Corriere della Sera” ed “Il Sole 24 ore”.

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Ne ha parlato anche “Il Fatto Quotidiano” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/25/franceschini-verybello-lascia-senzawords-tante-domande/1368756/), secondo cui «nelle ore immediatamente successive alla presentazione del sito, l’iniziativa, sul web, è stata letteralmente seppellita da critiche e polemiche tanto che l’hashtag #verybello già conta – dopo meno di 24 ore – più di 13 mila tweet, tra i quali è davvero difficile, per non dire impossibile, trovare commenti positivi o plausi che non siano, naturalmente, quelli del ministro Franceschini, del suo staff o di quanti hanno, a vario titolo, preso parte all’operazione. 

Il ministro, dal canto suo, nel pieno delle polemiche, non ha trovato niente di meglio da fare che cinguettare così: “In 6 ore 500.000 accessi a verybello.it ! Come speravamo grande pubblicità da ironie, critiche e cattiverie sul web… Verygrazie!”. » 

Fra le voci nettamente contrarie all’iniziativa c’è quella di Tomaso Montanari di cui riportiamo il seguente articolo che con questo titolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2015 sul blog “Articolo 9” del quotidiano online “La Repubblica” (http://articolo9.blogautore.repubblica.it/2015/01/25/veryplagio-chevergogna-beniculturali-it/?ref=HROBA-1)

Immagine.Tomaso Montanari

Tomaso Montanari

Si chiama verybello.it l’ultima, campale, disfatta culturale del Ministero per i Beni culturali. 

Se anche fosse stata un”idea’ originale, usare un titolo da film di Natale per battezzare il portale della cultura italiana durante Expo sarebbe stata una scelta inutilmente degradante. Un angloitalico grottesco per un sito che non ha nemmeno la versione inglese. 

Ma la cosa incredibile è che non è un’idea originale, ma un imbarazzante plagio dal sito di verybella.it, che è la «prima linea di make-up e style per bambine».

 Immagine.Verybella

E davvero si vorrebbe sapere quanto si è fatto pagare, per questo plagio, l’anonimo creativo. 

Chissà se sarà la Corte dei Conti a cercare una risposta. 

Resta l’imbarazzo cocente: per un Paese che comunica il proprio patrimonio culturale con le stesse strategie e le stesse parole con le quali si vendono i cosmetici per bambine. 

E, più o meno, con lo stesso progetto educativo. 

Di fronte all’ondata di disappunto, il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini avrebbe potuto scusarsi. 

E magari licenziare il creativo-plagiaro. 

Invece il ministro ha twittato: «In 6 ore 500.000 accessi a verybello.it! Come speravamo grande pubblicità da ironie, critiche e cattiverie sul web… Verygrazie!»

Non volevo crederci.

Me l’ha girato un’amica, aggiungendo: «a questo punto, visto il successo, il governo registrerà anche i siti culturali “spaghettiandmeatballs”, “mammamia” e “mafiaboys”. Anche per questo tipo di motivi, noi ci siamo trasferiti a Zurigo». 

E se invece di andarcene noi, ci decidessimo finalmente a trasferire altrove questa classe ‘dirigente’? 

S’intende, con un caloroso veryprego!

 

 

 

 

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