Anche quest’anno il 2 febbraio in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale delle zone umide per sottolineare l’importanza di paludi, torbiere, distese di acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata come arre delicate e fondamentali per la conservazione della biodiversità terrestre, ma anche tra gli ecosistemi più a rischio del pianeta.
A livello mondiale le zone umide sono tutelate dalla Convenzione di Ramsar, approvata il 2 febbraio 1971, che è sottoscritta oggi da 168 Paesi.
Secondo l’elenco stilato dal ministero dell’Ambiente in Italia ci sono 53 zone umide “Ramsar” che Interessano ambienti e paesaggi molto significativi di 15 regioni – i laghi, le torbiere, i fiumi e le foci, gli stagni, le lagune, le valli da pesca, i litorali con le acque marine costiere – e sono tutte inserite nella rete Natura 2000 o in aree protette nazionali, regionali o locali.
Oltre a rappresentare l’habitat di una particolare flora e fauna, le zone umide contribuiscono, in quanto regolatrici del regime delle acque alla mitigazione dei cambiamenti climatici.