Archivi Giornalieri: 9 Febbraio 2015
Sabato 7 febbraio 2015 all’Hangar Bicocca di Milano si è svolta una giornata dedicata ai contenuti dell’EXPO per scrivere la cosiddetta “Carta di Milano”. All’evento è stata dedicata la seguente ampia rassegna stampa dell’8 febbraio 2015.
Expo 2015, sabato a Milano, ha scoperto le sue carte autocelebrandosi. La kermesse che si è svolta all’Hangar Pirelli prevedeva prima delle conclusioni “pirotecniche” degli sponsor di Renzi, 42 tavoli di lavoro suddivisi per 4 aree tematiche: 1) Dimensioni dello sviluppo tra equità e sostenibilità; 2) Cultura del cibo, energia per vivere insieme; 3) Agricoltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile; 4) La città umana, futuri possibili tra smart e slow city. L’impressione che ne abbiamo tratto è che le tracce fossero già determinate e di conseguenza in gran parte la cosidetta “Carta di Milano” già definita. Da qui al prossimo aprile faremo di tutto affinché alcune questioni siano affrontate e poste all’odg e abbiano risalto e trovino soluzioni positive. Una per tutte la questione del lavoro: i nuovi poveri e chi ha diritto al cibo sono anche e soprattutto coloro che lavorano per assicurarlo alla maggior parte del Pianeta. Il caso Italia è emblematico. Centinaia di miglia di lavoratori, emigrati e non solo, costretti in schiavitù senza protezione e con salari da fame per produrre cibo per le società opulente e per le multinazionali. A loro e al lavoro deve essere dedicato Expo 2015. In caso contrario lo slogan da “Nutrire il Pianeta, energia per la vita” deve essere sostituito “Nutrire il Pianeta o nutrire le multinazionale” ? E proprio all’insegna di questo slogan, in contemporanea a Palazzo Marino, si è svolto un convegno alternativo che ha tentato di dimostrare che ben altro si poteva fare come mettere al centro il cibo e l’acqua come beni comuni, così come bisogna rendersi conto che questo sistema alimentare non funziona più e produce squilibri e ingiustizie sociali. Sui queste questioni Vas si ripromette di portare il proprio contributo ed aumentare impegno e iniziative di lotta. Nella giornata di sabato, nei […]
Articolo di Paola Somma pubblicato con questo titolo il 1 febbraio 2015 su “Eddyburg”. Mentre le prime pagine dei quotidiani locali descrivono le “eccezionali” misure antiterrorismo adottate per “blindare” piazza San Marco in occasione del Carnevale, il Sole 24 ore sobriamente ci informa che, in data 30 gennaio 2015, la sussidiaria italiana di Hines, un colosso immobiliare di Houston, ha perfezionato il subentro nella gestione del fondo Real Venice ed è finalmente sbarcata in laguna. Il fondo era stato costituito nel 2009 dalla giunta del sindaco Cacciari e dato in gestione a Est Capital, società di investimento presieduta da Gianfranco Mossetto, già assessore al turismo e alla cultura della stessa giunta Cacciari. Il portfolio di Est Capital si è poi arricchito con l’acquisizione dei due grandi alberghi del Lido, Excelsior e Des Bains, e dell’Ospedale al Mare, venduto per finanziare la costruzione, mai avvenuta, di un nuovo palazzo del cinema. Ex Ospedale al Mare Propagandato dalla giunta Cacciari come “strumento d’investimento innovativo”, il fondo non ha prodotto i profitti auspicati e nel 2103 Est Capital ha deciso di restituirlo al comune, che avrebbe di conseguenza dovuto “incamerare” una perdita di 41 milioni. Nello stesso periodo Est Capital ha anche abbandonato i progetti di valorizzazione del compendio dell’ospedale al mare che, dopo una serie di passaggi di proprietà, è stato ceduto dalla Cassa Depositi e Prestiti. Subito dopo l’acquisizione dell’area, la cassa depositi e prestiti ha siglato un accordo preliminare con Hines per “promuovere un piano di rigenerazione del Lido che veda pubblico e privato impegnati insieme nel favorire un progetto esemplare di riqualificazione del territorio”. Dopo di che Hines ha accettato di subentrare anche in Real Venice. Il punto di vista di Hines è perfettamente descritto da Manfredi Catella, azionista e amministratore delegato della società. Manfredi Catella “Venezia […]
Su questo stesso sito il 29 gennaio 2015 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Contorta, 27 pagine demoliscono il progetto”, che ha dato notizia degli esiti della Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) sul progetto del canale Contorta. (http://www.vasonlus.it/?p=10786) Se ne torna a parlare nel seguente articolo di Alberto Vitucci pubblicato con questo titolo il 29 gennaio 2015 su “La Nuova Venezia”. Alberto Vitucci Un quadro progettuale «opaco». E una «mancanza di approfondimento grave» su molti aspetti. Eccole le osservazioni inviate dalla commissione Via del ministero per l’Ambiente all’Autorità portuale sul progetto di scavo del canale Contorta. Ventisette pagine firmate dal dirigente Sandro Campilong per il presidente, ingegner Guido Monteforte Specchi, che demoliscono l’intera relazione Sia presentata dal Porto a sostegno dell’ipotesi Contorta. Per l’Autorità portuale si tratta di «poche osservazioni importanti, a cui si darà risposta». Per i comitati la definitiva bocciatura del progetto, che con queste prescrizioni dovrebbe essere «completamente rifatto». La risposta dovrà arrivare al ministero entro i 30 giorni previsti dalla legge, cioè il 20 febbraio. Sono tante le contestazioni avanzate dal ministero. La prima è «la verifica della compatibilità dell’intervento con i Piani urbanistici (Ptrc, Prg) e con il Piano regolatore portuale. Riguardo ai sedimenti e agli effetti che lo scavo avrebbe sulla laguna centrale, la commissione chiede di «realizzare una nuova e approfondita campagna di caratterizzazione dei sedimenti». Questo perché, scrivono i tecnici dell’Ambiente, «la caratterizzazione del proponente non coincide in alcun modo con le campagne già svolte in laguna». Obiezione già contenuta nel parere del Comune, che aveva sollevato perplessità sulla qualità dei fanghi da scavare. Milioni di metri cubi di materiale che dovrebbero servire per costruire nuove barene e velme. Ma cosa succederà a quel tratto di laguna una volta scavato il Contorta, che andrebbe portato da due a dieci metri e […]