Quel monocolore grigio come il cemento

Su questo stesso sito sono stati pubblicati i seguenti articoli sul Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) con valenza di Piano Paesaggistico.

Apuane. Le ruspe cancellano i monti27 giugno 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=5930#more-5930)

Il Piano paesaggistico della Toscana e le Apuane1 luglio 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=5951)

Alpi apuane – nuova maggioranza nella Regione Toscana – 3 luglio 2014 ((http://vasonlus.it/?p=6004#more-6004)

Apuane, serrata delle imprese marmo. Ma dossier denuncia: “Cave in area Unesco” – 7 luglio 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=6080)

Il Piano che salva il Paesaggio 11 luglio 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=6199)

Vigneti e piano paesaggistico. Cronaca di una cronaca – 9 settembre 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=6949)

Il paesaggio è la risorsa delle risorse26 settembre 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=7528)

Il nuovo piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana: polemiche fondate o strumentali?20 ottobre 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=8113)

Pol Pot in Toscana 20 ottobre 2014 (http://www.vasroma.it/pol-pot-in-toscana/)

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge urbanistica della Regione Toscana che detta le “norme sul governo del territorio – 7 gennaio 2015  (http://www.vasonlus.it/?p=10323)

Paesaggio, da Roma alt sulle cave «Non accetteremo altri cedimenti»13 febbraio 2015 (http://www.vasonlus.it/?p=11258)

Il paesaggio. Il dialogo ha una faccia23 febbraio 2015 (http://www.vasonlus.it/?p=11434#more-11434)

Sul maxi-emendamento presentato in Commissione su testo coordinato dal PD sono stati pubblicati i seguenti articoli.

La spallata del PD a Marson: piano del paesaggio azzerato – 23 febbraio 2015 (http://www.vasonlus.it/?p=11520#more-11520)

Da che parte sta il PD toscano nel conflitto tra tutela e distruzione del paesaggio?23 febbraio 2015 (http://www.vasonlus.it/?p=11439#more-11439) (

L’accesso dibattito che si è scatenato sul maxi emendamento continua con l’articolo di Tomaso Montanari che con questo stesso titolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2015 sulla cronaca di Firenze del quotidiano “La Repubblica”.

Immagine.Tomaso Montanari

Tomaso Montanari

NELLA reprimenda che Enrico Rossi ha riservato al migliore dei suoi assessori, Anna Marson, si legge che il presidente toscano si adopererà «per trovare le soluzioni più avanzate per conciliare ambiente e lavoro». [vedi http://www.vasonlus.it/?p=11589#more-11589]

Rossi ce l’ha già in mano quella soluzione: è l’avanzatissimo Piano Paesaggistico, che il suo partito sembra deciso a inabissare.

Perché è importante chiarire un punto.

Non siamo di fronte a uno scontro tra ambientalisti radicali e uomini di governo, o tra tecnici e politici.

Siamo di fronte allo scontro tra una politica che crede in uno sviluppo sostenibile, e una politica che vuole perpetuare in eterno l’insostenibile stato delle cose.

Come ha scritto lo stesso Enrico Rossi (nel suo Viaggio in Toscana), «il Piano offre una cornice di regole certe, finalizzate a mantenere il valore del paesaggio anche nelle trasformazioni di cui esso è continuamente oggetto».

È verissimo: il Piano non avrebbe l’effetto di imbalsamare il paesaggio toscano, ma darebbe finalmente gli strumenti per governarne la trasformazione in modo responsabile.

La sua approvazione sarebbe la vittoria di chi crede che il paesaggio non si salva con i vincoli, cioè con le (pur necessarie) proibizioni delle soprintendenze, ma con la capacità di immaginare un futuro condiviso.

Sarebbe il successo di una democrazia matura: il Ministero per i Beni culturali ha accettato di rinunciare a una serie di vincoli perché convinto della qualità del Piano.

Ma ora tutto questo rischia di saltare, perché il pacchetto di emendamenti presentato dal Pd svuota il Piano al punto tale da renderlo inerte.

Basterebbe questo comma: «Le criticità contenute nelle schede di ambito costituiscono valutazioni scientifiche non vincolanti a cui gli enti territoriali non sono tenuti a fare riferimento nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica».

Se il Piano non è vincolante, se i Comuni non sono tenuti ad osservarlo: ebbene, quello non è più un piano, ma un auspicio.

E il Mibact non lo firmerebbe. Insomma, il Piano morirebbe prima di nascere.

La cosa inquietante è che negli emendamenti di Forza Italia troviamo non solo la stessa volontà, ma le stesse identiche parole presentate dal Pd: «Le criticità contenute nelle schede di ambito costituiscono valutazioni scientifiche non vincolanti a cui gli enti territoriali non sono tenuti a fare riferimento nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica ».

Siete capaci di trovare una sola virgola diversa dal testo del Pd?

E non è la sola convergenza letterale.

Quando si parla dell’enorme problema della distruzione delle Apuane, Pd e Forza Italia piantano gli stessi paletti, con le stesse parole: «Salvaguardando, comunque, le cave esistenti e il loro futuro sviluppo».

E si potrebbe continuare a lungo, purtroppo.

Siamo evidentemente di fronte al tentativo di imporre a Rossi uno Sblocca Toscana, perfettamente allineato a quell’asse Renzi-Lupi che ha partorito lo Sblocca Italia, che è un triplo salto mortale nel passato, con il ritorno ad un consumo di suolo senza freni, e ad un totale asservimento dell’interesse pubblico agli interessi privati di lobbies industriali, edili ed estrattive.

Se i toscani fossero chiamati a un referendum, il Piano Marson passerebbe con l’80% dei voti.

Mentre rischia di cadere in un Consiglio regionale in cui il peggio di vecchie stagioni, locali e nazionali, e il peggio del renzismo sono ormai indistinguibili.

Se giovedì prossimo il Piano cadesse davvero, il finale di queste interminabili ‘cinquanta sfumature di Rossi’ sarebbe un monocolore senza sfumature.

Grigio: come il cemento.

Immagine.La Repubblica del 22.2.2015.1

Immagine.La Repubblica del 22.2.2015.2

 

 

 

 

 

 

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