Dichiarazione di Guido Pollice Leggendo la rassegna stampa di oggi dedicata alle olimpiadi 2024, abbiamo l’impressione di vivere in un altro pianeta. La prima cosa che balza agli occhi è che ci sarà un direttore generale e guarda caso dovrebbe arrivare da banca Etruria. Ne sentivamo il bisogno in questo benedetto paese di un nuovo direttore generale anche se probabilmente le Olimpiadi non si faranno in Italia. Non sentiamo una voce dissenziente a questo andazzo. Evidentemente la cura Montezemolo comincia a dare i suoi frutti. Il titolo di un quotidiano dovrebbe essere cambiato in DELIRIO Olimpiadi. Marino dovrebbe occuparsi un pò più di Roma e non inseguire chimere. Per quanto riguarda Malagò, lo ripetiamo, dovrebbe almeno ricordarsi di ciò che è successo con il Calcio e poi con il Nuoto, ma dimenticavamo di essere un popolo di smemorati. VAS Associazione Verdi Ambiente e Società
Archivi Giornalieri: 26 Febbraio 2015
Articolo di Roberto Lessio e Marco Omizzolo pubblicato con questo titolo il 18 febbraio 2015 su “Il Manifesto”. Qualche volta capita di vedere una bandiera italiana sopra una casa in fase di costruzione. Sta ad indicare in primis l’orgoglio degli operai per essere arrivati all’ultima «gettata», quella che corrisponde, di solito, alla copertura del tetto, senza alcun incidente nel cantiere. Secondo poi indica che quell’edificio è stato regolarmente autorizzato. Questa consuetudine è stata arrogantemente umiliata alcuni mesi fa in un cantiere situato a Borgo Piave, all’ingresso di Latina. Al posto del tradizionale tricolore è stata apposta una bandiera di Forza Italia. Sembrò apparentemente una goliardata del costruttore, tale Vincenzo Malvaso, originario di Serrata (Reggio Calabria), che nel capoluogo pontino è anche consigliere comunale e provinciale per conto di quel partito. Vincenzo Malvaso Ma l’umiliazione consisteva, e consiste ancora, nel fatto che i lavori erano molto lontani dalla fase in cui è «ammessa» quell’esposizione; il cantiere non era ancora ultimato e probabilmente non lo sarà più. Da alcune settimane infatti l’edificio è stato posto sotto sequestro dalla locale procura della Repubblica attraverso gli ispettori del nucleo investigativo del Corpo forestale dello Stato, a causa delle gravi irregolarità emerse per la concessione del permesso a costruire. A dimostrazione dell’insopportabile «sgarro», il consigliere Malvaso si sarebbe contraddistinto per una minaccia diretta all’ispettore del Corpo forestale che stava apponendo i sigilli. Gli avrebbe infatti rivolto frasi del tipo «ti ricorderai di me, ti ricorderai bene di me», e ancora «così vi sputo addosso». Nella città voluta dal Duce il Piano Regolatore attualmente vigente è stato completamente stravolto con cubature che sono già in eccesso per il doppio rispetto alla popolazione residente. È usanza inoltre sfrattare i poveracci ma non i «camerati» mentre può capitare, come nel 2007, di vedere sotto inchiesta (giudice Lucia Aielli, recentemente destinataria di gravi minacce pubbliche di morte) la proprietà della società Key a seguito della vendita ad […]
La Regione Campania ha inserito, tra i Grandi Progetti da finanziare attraverso l’utilizzo delle risorse del POR FESR 2007/2013, il Grande Progetto “Interventi di difesa e ripascimento del litorale del golfo di Salerno”, per il quale è stato individuato quale beneficiario la Provincia di Salerno. Tale intervento trae origine dalla necessità di individuare azioni di risanamento e difesa di un lungo tratto di litorale della provincia di Salerno, comprendente i comuni di Pontecagnano Faiano, Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli, che risulta attualmente soggetto a un costante e progressivo arretramento a causa di fenomeni di erosione costiera. L’area oggetto dell’intervento è compresa nell’unità fisiografica della piana del Sele, complessivamente estesa tra le località di Salerno ed Agropoli (foce del fiume Picentino e torre San Marco), per uno sviluppo lineare complessivo di circa 33 km ed orientata secondo la direzione NW – SE. Essa costituisce il bordo costiero del graben peritirrenico del Golfo di Salerno. La realizzazione dell’intervento è finalizzata al riassetto ed alla rifunzionalizzazione della costa, in risposta alle esigenze di difesa dell’abitato e delle infrastrutture costiere, di riqualificazione, valorizzazione e fruizione sostenibile della fascia litoranea, di tutela, ripristino e valorizzazione degli habitat costieri. Il 24 ottobre 2011 la Provincia di Salerno ha presentato alla Commissione il grande progetto “Interventi di difesa e ripascimento del litorale del golfo di Salerno” facente parte del programma operativo “Campania 2007-2013” per l’assistenza del FESR ai fini dell’obiettivo “Convergenza” nella regione Campania in Italia nell’ambito dell’asse prioritario “Sostenibilità ambientale ed attrattività culturale e turistica” del programma operativo. Con Decisione della Commissione Europea del 9 gennaio 2015 è stato approvato il contributo finanziario del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) di 70 milioni di euro. Descrizione tecnica dell’investimento in infrastrutture: a) Gli interventi si distinguono in interventi di difesa di tipo diretto e “attivo”, aventi l’obiettivo di […]
Articolo di Paolo Berdini pubblicato con questo titolo il 17 febbraio 2015 sul numero di gennaio/febbraio 2015 della rivista gratuita on line “Granello di sabbia” di Attac Italia. Dal mese di aprile 2014 Roma è sostanzialmente fallita. La capitale dello Stato italiano ha accumulato un debito insostenibile di 22 miliardi quantificati dalla relazione di lavoro iniziata nel 2008 del commissario governativo e presentata al Parlamento. Se ne sono accorti in pochissimi. La notizia era così grave che renderla pubblica avrebbe provocato un terremoto sui mercati finanziari e molti investitori avrebbero preferito abbandonare un paese che vede la sua capitale portare i libri contabili al tribunale fallimentare. Ma gli economisti liberisti, il cui credo domina il mondo, trovarono una soluzione geniale: trattare la capitale d’Italia come una qualsiasi azienda decotta. Come già sperimentato con l’Alitalia, l’obiettivo fu quello di creare una bad company in cui far confluire tutti i debiti ed una nuova società pulita da affidare agli amici del cuore (nel caso di Alitalia, ai capitani coraggiosi guidati da Roberto Colaninno). E così è stato anche per Roma. L’amico del cuore stavolta rispondeva al nome di Gianni Alemanno, da pochi mesi eletto sindaco. Inizialmente ebbe poteri speciali in materia di bilancio e poi nel 2011 gli fu affidata una nuova creatura istituzionale pronta per l’uso: la vecchia Roma se n’è andata in pensione portando con sé 22 miliardi di euro di deficit. Il caso del debito di Roma non è un’eccezione. Alessandria nel 2011 è stato il primo capoluogo di provincia ad essere portato al fallimento. Napoli è in fase di predissesto. Parma è stata lasciata dalle amministrazioni di centro destra e cento sinistra con 850 milioni di deficit. Reggio Calabria è fallita. La quasi totalità delle amministrazioni locali è indebitata. Nel luglio 2014 sono stati complessivamente 180 i comuni […]
La scelta di connotare Antonio D’Acunto come “ingegnere napoletano” risponde all’esigenza di evidenziare alcuni tratti di una personalità ricca e complessa, che possono essere stati messi in ombra dalla dominante percezione, condivisa da tutti quelli che lo hanno conosciuto, delle doti di straordinaria umanità che gli erano proprie. Tra i migliori laureati del Politecnico napoletano della sua generazione, Antonio si rivelava ingegnere nella meticolosità organizzativa che tutti ricordiamo e soprattutto nella costante attenzione alla fattibilità concreta – tecnica – delle intuizioni e delle iniziative più apparentemente visionarie che proponeva. La vita pubblica di Antonio D’Acunto è la vicenda esemplare di un agire localmente pensando globalmente. Una vita pubblica quindi non vocata a facili successi. Qui entra in gioco l’altro elemento connotativo di Antonio l’aggettivo “napoletano”. Il legame di D’Acunto con la sua città, evidenziato nell’invenzione’ della Lega per il Centro Antico, non era solo di carattere sentimentale o genericamente culturale. L’assillo che percorre i quarant’annidi impegno pubblico di Antonio D’Acunto è quello dei meridionalisti di razza. Esso innerva una produzione che va da “Energia, sviluppo e ambiente in Campania” della fine degli anni ’70, sino alla recente legge regionale n. 1/2013 sul nuovo modello energetico. Antonio prefigura “un’altra” Campania, civile, tecnologicamente avanzata, solidale. Il suo riferimento costante è il popolo di questa regione, la gente concreta, soprattutto le aree di disagio sociale. È questa “la bella politica” che ha vissuto Antonio D’Acunto anche come consigliere regionale, un’esperienza non separabile da un’idea di partecipazione democratica e di lotta ai privilegi di casta odi censo. La sua personalità, per questo, non si presta facilmente alla celebrazione commemorativa. Vive piuttosto nell’impegno di quanti lottano per modificare l’attuale stato delle cose; vive come esempio di una vita utile e bella.