Un meritato ricordo della manifestazione di sabato 28 marzo 2015 contro la tangenziale Vigevano-Magenta

 

Immagine.No TANG Su questo stesso sito il 27 marzo 2015 è stato pubblicato un articolo di Domenico Finiguerra dal titolo “Quel campo patacca non è il vero grano”, che dava fra l’altro la notizia della manifestazione che si sarebbe svolta il giorno dopo 28 marzo 2015 da Albairate ad Abbiategrasso. (http://www.vasonlus.it/?p=12721#more-12721)

La manifestazione è stata organizzata contro il progetto di realizzare il prolungamento della superstrada di Malpensa-Magenta fino ad Abbiategrasso, che segue il progetto riesumato dai cassetti di ANAS (datato dicembre 2008).

 La manifestazione ha riguardato indirettamente anche la Tangenziale Est di Milano (TEM).

 Immagine.Pianta tangenziale

Immagine.No TEM

Gilberto Rossi, che frequenta l’Università degli Studi di Milano e che da tempo collabora con VAS, ha ripreso la manifestazione per conto di VAS Multimedia Communications.

 Immagine.VAS multimedia Communications

Lo scorso 1 aprile ha pubblicato il suo filmato e ci ha trasmesso un po’ di materiale sulla meravigliosa giornata di sabato, per fare informazione e soprattutto per un meritato ricordo che volentieri pubblichiamo, dando però prima un dovuto resoconto della manifestazione così come descritta nel seguente articolo di Valerio Poccobelli pubblicato il 29 marzo 2015 sul sito del Comitato No Tangenziale, che abbiamo corredato delle foto scattate quel giorno.

 Immagine.Gilberto Rossi

Gilberto Rossi

La mattina di sabato 28 marzo, a partire dalle 9,30, si è svolta una importante manifestazione che ha preso le mosse dalla piazza del Mercato di Albairate.

 Immagine.Locandina manifestazione 28.3.2015

L’intento della popolazione manifestante del Parco agricolo Sud Milano era quello di informare e trovare soluzioni alternative alla tangenziale cancellando il progetto ANAS, uscendo dalla Legge Obiettivo e definendo un piano di lavoro per i comuni del territorio per riqualificare le strade esistenti, migliorando il trasporto pubblico e realizzando una rete di piste ciclabili interconnesse tra i comuni per seguire il modello europeo.

Tutto ciò per salvaguardare il futuro delle nuove generazioni.

Il corteo, che ha poi attraversato la via Donatori di Sangue, era capeggiato dai sindaci dei comuni oppositori alla superstrada: Giovanni Pioltini (Albairate), Andrea Cipullo (Vermezzo), Daniele Del Ben (Rosate), Omar Cirulli (Gudo Visconti), Daniele Accinasio (Cassinetta di Lugagnano), Luca Durè (Cisliano) e Gabriella Raimondo (Zelo Surrigone).

 Immagine.No tangenziale.Sindaci

Daniela Pallazzoli, sindaco del comune di Cusago, non ha preso parte al corteo per motivi di salute. 

Accompagnati dalle forze dell’ordine (Carabinieri e Polizia Municipale) hanno attraversato il ponte che divide Albairate dal territorio abbiatense, seguiti dai cittadini che utilizzavano ogni mezzo: biciclette, trattori, pedoni che, al grido di “No alla Tangenziale” si sono diretti verso Piazza Marconi di Abbiategrasso attraversando le arterie principali del comune.

 Immagine.No tangenziale.4

Immagine.No tangenziale.2

Immagine.No tangenziale.0

Immagine.No tangenziale.6

Hanno di fatto “sfilato” davanti alla stazione, al mercato in corso di svolgimento e all’ospedale bloccando il traffico.

 Immagine.No tangenziale.5 

Pian piano il corteo ha raggiunto Piazza Marconi, con il trattore che trainava il palco “semovente” che ha stazionato proprio di fronte al municipio.

Immagine.No tangenziale.1 

Sono stati poi invitati a parlare numerosi esponenti di partiti, circoli, associazioni, fra cui l’ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano Domenico Finiguerra, attuale consigliere comunale di Abbiategrasso e facente parte della lista civica “Cambiamo Abbiategrasso”, nonché i primi cittadini.

 Immagine.Domenico Finguerra

Domenico Finiguerra

Il punto comune a tutti i discorsi era: “Non vogliamo la tangenziale”.

 Immagine.No tangenziale.7

Assenti il primo cittadino di Abbiategrasso, il Ragioniere Pierluigi Arrara e quello di Vigevano, il Dottor Andrea Sala

Hanno invece aderito al corteo popolare nomi come: “Coldiretti” (Milano, Lodi, Monza Brianza), “Confagricoltura” (Milano, Lodi), “Confederazione Italiana Agricoltori” (Milano, Lodi, Monza Brianza), Movimento 5 Stelle (Albairate), “Comitato No Tangenziale” (Abbiategrasso), e molti altri.

 Immagine.No tangenziale.3

Il tutto per salvaguardare il futuro delle nuove generazioni. 

Il corteo si è concluso alle 12,45 con la speranza di aver smosso gli animi di chi, forse per convenienza, vuole rovinare il bene più prezioso dei cittadini stessi: il proprio territorio. 

Quali sono le motivazioni dei favorevoli alla cementificazione del territorio a riguardo? 

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Nel messaggio di posta elettronica che ci ha trasmesso, Gilberto Rossi dà le seguenti indicazioni:

il primo video del corteo, che, a tratti, oserei definire didascalico, grazie ai commenti dall’altoparlante

https://www.youtube.com/watch?v=yDmdZDL2ea0 

poi quello con tutti gli interventi

https://www.youtube.com/watch?v=A81vcUTEL6g

e infine i vari interventi divisi, sempre su youtube, li trovate nel blog

http://gibo7.blogspot.it/2015/04/coltiviamo-paesaggio-sradichiamo.html

tutti significativi, dagli agricoltori ai politici, dalle associazioni ai comitati 

un pò di foto

http://ecocivicilombardia.blogspot.it/2015/03/coltiviamo-paesaggio-sradichiamo.html

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Riceviamo all’ultimo minuto sempre da Gilberto Rossi l’invito a pubblicare l’articolo di Anna Pellizzone che è stato scritto per MilanoinMovimento ed è stato pubblicato il 30 marzo 2015 sul sito “La Terra Trema”.

Immagine.La Terra Trema

Lo pubblichiamo ben volentieri perché integra la descrizione dello svolgimento della manifestazione fatta nell’articolo precedente, valutandola in un quadro socio-politico più generale.

 Immagine.Anna Pellizzone

Anna Pellizzone 

Circa 134 miliardi in più di quelli previsti, opere incomplete e incrementi dei costi fino al 917%. 

Proprio nel giorno in cui fanno notizia i dati sulla spesa e sul mancato completamento delle grandi opere inserite nella legge Obiettivo del 2001 divulgati dalla CGIA – l’associazione degli artigiani di Mestre – a Sud di Milano tra Albairate ed Abbiategrasso oltre un migliaio di persone hanno sfilato per ribadire il proprio “NO” alla superstrada di collegamento Vigevano-Malpensa.
Un no che è prima di tutto una composizione di innumerevoli sì: sì alla difesa della vocazione agricola del territorio, sì allo sviluppo di turismo sostenibile, sì alle piste ciclabili per collegare i centri abitati, sì al potenziamento della linea ferroviaria e del trasporto pubblico, sì alla manutenzione delle strade esistenti. 
 

Perché la cosiddetta tangenziale, che nel 2001 è stata individuata dal governo come una priorità degna della Legge Obiettivo, per la popolazione del territorio abbiatense, e non solo, è un’infrastruttura inutile e dannosa: il progetto ANAS, concepito 14 anni fa in un momento in cui Malpensa sembrava dover ricoprire un ruolo chiave nel traffico aereo internazionale, non prevede collegamenti con Milano, taglierebbe in due le aree protette Parco Agricolo Sud e Parco del Ticino e comprometterebbe l’integrità di beni dal grande valore paesaggistico, ambientale e culturale come il Naviglio Grande, i fontanili e le ville storiche di Cassinetta di Lugagnano.

 Immagine.No Tangenziale.000

Il rischio, o meglio la certezza, è che – oltre ai 419 milioni di euro per il finanziamento interamente a spese della Regione – la realizzazione della superstrada costerebbe irreversibilmente il sacrificio di una vera e propria mezzaluna fertile, a vantaggio di un’infrastruttura inutile, che avrebbe come unico e immediato risultato la frammentazione di un’area che significativamente contribuisce a fare della Lombardia la prima regione agricola italiana, alla faccia del buon senso e del bene comune.
Si mettano quindi in pace l’anima i fedeli della sindrome di Nimby, un concetto che le scuole internazionali di sociologia dell’ambiente (leggi ad esempio gli studi di M. Wolsink) ritengono abusato e fuorviante, perché con questa storia gli interessi individuali legati “al proprio giardino”, hanno davvero poco, per non dire nulla, a che fare. 
 

E ridurre le sempre più diffuse e consapevoli resistenze di comunità a residuali a egoistiche proteste di sognatori utopici significa scegliere di non tutelare il patrimonio agricolo, di non valorizzare i processi di partecipazione e di rinunciare alla messa a frutto dell’intelligenza sociale dei territori.
E così, schizofrenicamente, mentre all’opinione pubblica sono venduti obiettivi come l’azzeramento del consumo di suolo entro il 2020 e l’incentivazione del turismo locale, le istituzioni (ai vari livelli, dalle regioni all’Europa) perseverano nel dotarsi di strumenti modellati ad arte per inseguire un modello economico e sociale sterile e depauperante, dalla legge Obiettivo allo Sblocca Italia. 

Un modello basato su grandi infrastrutture destinate, quando completate, a non essere utilizzate (vedi i dati sul traffico della BreBeMi), su grandi poli logistici come il centro commerciale previsto, proprio ad Abbiategrasso, al posto del Parco dell’Annunziata, oppure su grandi eventi internazionali che da un lato tentano di sedurre l’opinione pubblica inneggiando alla sostenibilità e dall’altro poggiano le proprie fondamenta su terreni cementificati a proprio uso e consumo.
Mentre la crisi indebolisce gli individui, i territori che riescono a farsi comunità, come quello di Abbiategrasso, sono sempre più determinati nel rifiutare lo spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate per il welfare, e sono sempre più preparati nell’individuare tutti gli strumenti per ottenere dei risultati concreti in opposizione alle grandi opere: dai ricorsi al Tar alle petizioni al Parlamento Europeo, alle manifestazioni di piazza. 

Perché le grandi opere che infestano il territorio sono anche, se non prima di tutto, una questione politica che ha a che fare con la partecipazione delle popolazioni alle scelte di gestione del territorio.
«È un modello di sviluppo vecchio, che però continua a sussistere», ci spiega Agnese Guerreschi, del Comitato No Tangenziale, «ma la popolazione è sempre più sensibile a questi temi e la manifestazione di oggi è un successo, anche se c’è ancora molto lavoro da fare». 
 

 Immagine.Agnese Guerreschi.0011

Agnese Guerreschi

E sottolinea: «Quando l’attenzione su Malpensa è calata, sembrava che l’idea della superstrada fosse stata abbandonata.

Ora abbiamo imparato che i progetti possono sempre risbucare e la cosa grave è che né i cittadini, né i sindaci hanno accesso alle informazioni sul progetto.

E questo significa che il territorio è tenuto in ostaggio perché non si può programmare nulla se c’è un’infrastruttura che lo attraversa».

 Queste sono le forme di resistenza che ci piacciono: radicali, consapevoli, propositive, competenti e di comunità.  

Largo ai trattori, ai comitati, alle associazioni, ai contadini, ai piccoli commercianti e agli abitanti che hanno animato il corteo di ieri e che ben sanno riconoscere il bene comune da perseguire per il proprio territorio.  

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Dott. Arch. Rodolfo Bosi

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