Articolo di Simona Poli pubblicato con questo titolo il 1 aprile 2015 sulla cronaca di Firenze del quotidiano “La Repubblica”.
Anche adesso che è finita, che il Piano del paesaggio è stato approvato, che la polemica si è per forza di cose un po’ attenuata, continua la guerra tra l’assessore all’urbanistica della giunta Rossi e il Pd Toscano.
Sul Tirreno il consigliere regionale Ardelio Pelegrinotti accusa Anna Marson di non essere stata un buon amministratore ma soprattutto tira in ballo i costi del Piano: 1 milione e 140 mila euro, di cui 260 mila serviti per pagare «giovani ricercatori universitari ed esperti di livello». (vedi http://www.vasonlus.it/?p=13026#more-13026)
Sul punto Pellegrinotti aveva pure presentato un’interrogazione a cui Marson ora risponde pubblicamente: «La Regione», dice, «non è mai ricorsa a consulenze esterne per il Pit.
Il rapporto di collaborazione è stato instaurato con il Centro Interuniversitario di Scienze del Territorio, che grazie a un accordo tra gli atenei toscani coordinato da Firenze ha attivato 25 assegni di ricerca, quattordici borse di studio e dieci incarichi messi a concorso con bandi pubblici e quattro borse del fondo “GiovaniSì”.
I docenti non hanno avuto un soldo.
Del milione e 124.400 euro di costi del Piano, oltre 1 milione è andato ai ricercatori».
Oltre che per la faccenda dei soldi Marson ammette di essere «molto amareggiata e affaticata» per la reazione suscitata nel Pd dal suo ultimo intervento in consiglio regionale.
«Ho detto e ripeto che mentre noi e i tanti che hanno sostenuto il Piano eravamo impegnati per il bene collettivo chi ha osteggiato il nostro lavoro era mosso da interessi privati.
Non è facile approvare un piano alla vigilia di una campagna elettorale, ci sono consensi da raccogliere nei territori e io questo lo capisco».
Lei, al contrario, non vede per se stessa un orizzonte politico.
«Per ora nessuno mi ha chiesto niente», confessa.
«Ho il mio lavoro di insegnante a cui tornare per fortuna, un lavoro che mi piace».
Con Rossi giura che il rapporto si sia chiuso bene.
«Si è impegnato molto e mi ha difesa, anche se è stata dura.
Io però non credo di avere nulla da rimproverarmi, al di là dei miei difetti ce l’ho messa tutta».
Intervistata da Raffaele Palumbo a Controradio ieri Marson fa un bilancio del Piano “riveduto e corretto”:«Newsweek ha scritto che rispetto alla versione originale le regole sono state “watered”, un po’ annacquate e forse è vero.
Ma restano comunque regole e tra pochi giorni arriverà la validazione del ministero dei Beni culturali.
E avere regole certe fa comodo a tutti, ai cittadini e agli operatori delle imprese.
A questo punto dobbiamo solo monitorare come il Piano sarà applicato.
Intanto ringrazio chi lo ha votato anche senza far parte della maggioranza».