Archivi Giornalieri: 8 Giugno 2015
L’articolo che segue, pubblicato il 5 giugno 2015 sul sito “Blog Sicilia”, fa sapere la reazione delle associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente e WWF alla sentenza del TAR del Lazio sul progetto “Offshore Ibleo” (vedi http://www.vasonlus.it/?p=15436&preview=true). Greenpeace, Legambiente e WWF hanno deciso di appellarsi alla decisione del TAR del Lazio di respingere il loro ricorso contro il progetto di trivellazione in mare conosciuto come “Off-shore Ibleo” di ENI ed Edison. Il progetto prevede otto pozzi, di cui due “esplorativi”, una piattaforma e vari gasdotti al largo della costa delle province di Caltanissetta, Agrigento e Ragusa. Associazioni ambientaliste e amministrazioni locali avevano presentato un ricorso al TAR contro questo progetto, di cui è stata sancita la compatibilità ambientale senza che venissero nemmeno definiti – e tanto meno valutati – gli scenari di rischio rilevante e le possibili conseguenze. La sentenza del TAR conferma invece che nel nostro Paese attività pericolose come le trivellazioni in mare possono essere autorizzate senza alcuna valutazione dei rischi più rilevanti e dei conseguenti impatti ambientali. Secondo le associazioni ambientaliste, due capisaldi del ricorso non sono stati presi in dovuta considerazione. Con il primo si contestava il progetto di ENI ed Edison come non assentibile, per la presenza nell’area di habitat prioritari, dunque in violazione del DM 184/07. Con il secondo si contestava la decisione presa nel 2010 dai ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, con la quale il progetto era stato sospeso anziché archiviato, essendo intervenuto nel frattempo un preciso divieto di legge relativo alla distanza di queste attività dalla costa: il limite delle 12 miglia fissato dal cosiddetto “decreto Prestigiacomo”. Il progetto originario, peraltro, non prevedeva la realizzazione di una piattaforma offshore. Le deroghe sopravvenute con il “decreto Sviluppo” dell’allora ministro Passera non possono applicarsi, anche secondo il parere del Consiglio di Stato, a una […]
Il progetto “Offshore Ibleo” di Eni e Edison è un progetto destinato alla produzione di gas naturale: secondo la descrizione che ne fa l’Eni prevede lo sviluppo integrato di due giacimenti a metano, Argo e Cassiopea (scoperti nel 2008 a circa 20-22 km al largo della costa di Agrigento), localizzati nel Canale di Sicilia, 7 chilometri l’uno dall’altro, a circa 30 chilometri dalla costa e a una profondità d’acqua di oltre 600 metri. Lo sviluppo del progetto implica la realizzazione di 8 nuovi pozzi di produzione e l’utilizzo di infrastrutture esistenti quali la piattaforma Prezioso e il gasdotto Greenstream, in una zona del Canale di Sicilia ad una trentina di chilometri al largo della costa delle province di Ragusa, Caltanisetta ed Agrigento: il progetto interesserà un’area di oltre 145 chilometri quadrati per 20 anni. Il tracciato del gasdotto Greenstream, lungo 520 Km., realizzato tra il 2003 ed il 2004: collega la Libia alla Sicilia e trasporta a pieno regime 8 MLD di metri cubi di gas naturale all’anno. Piattaforma Prezioso Per l’esattezza il progetto prevede al largo delle coste di Licata la perforazione ed il completamento di sei pozzi nei campi ARGO e CASSIOPEA (Argo 2 e Cassiopea 1-5) e la perforazione di due pozzi esplorativi (Centauro 1 e Gemini 1)”, a beneficio di ENI Spa. L’area marina interessata è situata all’interno del Canale di Sicilia, canale strategico per le rotte marine e per la presenza di fauna marina, tra cui specie protette di cetacei tutelati, oggetto del programma di ricerca denominato “Biodiversità Canale di Sicilia”: inoltre è ubicata all’interno della ZPS “Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela”, per il 3,6% della superficie totale della Rete Natura regionale, in prossimità del SIC “Biviere e Macconi di Gela”, inclusa nell’Important Bird Area (IBA) n. 166 “Biviere e Piana di […]