(ANSA del 22 giugno 2015, ore 14:24) – “La parola d’ordine oggi deve essere non tanto fare annunci shock ma prendere un impegno comune, condiviso. Il gruppo dirigente italiano prende su di sé l’impegno, indipendentemente dalle idee di parte, di assumere l’orizzonte di Parigi come l’occasione nella quale trasformare in priorità politica la discussione” sul clima. Lo dice Matteo Renzi agli Stati generali del clima. “Per l’Italia questa è una priorità: utilizziamo i sei mesi che mancano a Parigi, per tentare di dire che questa priorità cerchiamo di non sciuparla“. “Oggi il nostro nemico è il carbone” ha aggiunto il premier Renzi. “Alcune scelte fatte in passato hanno portato paradossalmente a un aumento dell’impiego di carbone“, ha sottolineato. “Fra 40 o 50 anni avremo bisogno di andare ben oltre la lotta contro il carbone ma per arrivarci dobbiamo essere capaci anche di dire le cose come stanno, cioè che le rinnovabili da sole non bastano” e che “da qui a domani mattina non finisce né il petrolio né il gas“. Galletti, futuro economico è green economy “Se la partita del clima è ancora drammaticamente aperta, quella economica è già decisa. Il futuro è della green economy: lì si dirigeranno gli investimenti, lì cresceranno i posti di lavoro“. Lo ha detto il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti agli Stati generali sui cambiamenti climatici. “Dobbiamo decidere, con coraggio – ha proseguito – Prendere in mano il futuro del pianeta a Parigi e del nostro paese qui a Roma, affrontando con decisione e con azioni incisive a livello internazionale il surriscaldamento globale e spingendo con chiarezza ed energia il nostro sistema produttivo nazionale verso lo sviluppo sostenibile e verso l’economia circolare“. Giannini, sul clima finanziamenti in Piano nazionale ricerca ”Il nostro Piano nazionale della ricerca è stato disegnato tenendo conto, per la […]
Archivi Giornalieri: 22 Giugno 2015
Oggi, lunedì 22 giugno, gli “Stati generali sui cambiamenti climatici e la difesa del territorio”. Per la prima volta il Governo italiano presenta il quadro dei rischi, delle azioni e delle opportunità e convoca il Sistema Italia mettendo i cambiamenti climatici al centro dell’agenda politica nazionale. È la prima tappa italiana verso l’appuntamento dell’Onu COP21 a Parigi nel prossimo mese di dicembre, il tema è ormai al centro delle agende dei governi e di negoziati politico-diplomatici in corso che dovranno definire il nuovo accordo globale per il ‘raffreddamento’ della temperatura del Pianeta mantenendola entro il limite di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Gli Stati Generali sono organizzati da #italiasicura e dal Ministero dell’Ambiente e vedranno la partecipazione del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, del Sottosegretario alla Presidenza Claudio De Vincenti, di vari ministri come Graziano Delrio (Infrastrutture e Trasporti), Gian Luca Galletti (Ambiente), Stefania Giannini (Istruzione, Università e Ricerca), Federica Guidi (Sviluppo Economico), viceministro Andrea Olivero (Politiche agricole), i sottosegretari Ilaria Borletti Buitoni (ai beni e alle attività culturali e del turismo), Benedetto Della Vedova (Affari Esteri). Alla giornata parteciperanno i presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, Ermete Realacci e Giuseppe Marinello, il Presidente della Conferenza Stato Regioni Sergio Chiamparino e Dario Nardella, coordinatore per l’Anci delle città metropolitane. Folta la rappresentanza delle grandi aziende e associazioni come Catia Bastioli (Terna), Mauro Moretti (Finmeccanica), Francesco Starace (Enel), Gaetano Maccaferri (vice presidente Confindustria), Paolo Buzzetti (presidente Ance), Assorinnovabili e Assoelettrica, sindacali e ambientaliste (Wwf, Legambiente, Coalizione Parigi 2015, Kyoto Club). A delineare gli scenari di rischio e le azioni di difesa saranno tre relazioni tecniche: del nuovo capo della protezione civile Fabrizio Curcio, del Presidente del Centro Euro Mediterraneo cambiamenti climatici Antonio Navarra e di Francesco Rutelli, Presidente del centro per un futuro sostenibile. […]
Il Consiglio Municipale di Parigi si è espresso fin dallo scorso 13 aprile a favore della candidatura della capitale francese per ospitare i giochi olimpici e paralimpici del 2024. Mentre domani verrà formalizzata la candidatura con una grande festa a Parigi officiata dal sindaco Anne Hidalgo, a Roma nella stessa mattinata di domani si terrà invece una riunione dei capigruppo convocata in Campidoglio per condividere il testo della mozione da inserire all’ordine dei lavori di giovedì dell’Assemblea Capitolina: alla riunione sono stati invitati il presidente del Coni Giovanni Malagò, il capo del comitato promotore Luca Cordero di Montezemolo, il direttore generale Claudia Bugno e il vicepresidente Luca Pancalli. Tecnicamente infatti deve essere la Giunta Capitolina a sottoporre alla approvazione del Consiglio Comunale la proposta di candidatura di Roma al CIO attraverso il Coni, il quale avrà poi il compito di ratificarla, in vista della scadenza del 15 settembre, termine entro il quale l’intero dossier dovrà essere consegnato al CIO. Il motivo della riunione congiunta è dovuto non solo all’inchiesta Mafia Capitale che rischia di “gettare un’ombra di discredito internazionale” su Roma, condizionando negativamente il giudizio dei 90 “grandi elettori” chiamati in prospettiva a selezionare la città ospitante, ma anche e soprattutto la tenuta politica della Giunta Capitolina e le polemiche sorte attorno alla figura del sindaco Ignazio Marino. “Se salta la deadline di fine giugno per l’approvazione della mozione in consiglio comunale, la probabilità che salti tutto è quasi una certezza“, ragionano al comitato promotore, nella convinzione in uno slancio d’ottimismo di riuscire a chiudere la partita al consiglio nazionale convocato per il 2 luglio a Milano. La crisi che si va avvitando in queste ore in Campidoglio sta trasformando l’iter olimpico in un percorso a ostacoli che allontana il traguardo ogni giorno di più per colpa di tempi strettissimi […]
Con deliberazione n. 13 del 25 marzo 2015 il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato all’unanimità il Calendario Venatorio regionale per la stagione 2015/2016. Il Calendario ricalca il calendario dello scorso anno con poche varianti , fra le quali c’è la chiusura della caccia ai turdidi fissata al 31 gennaio, che appare in violazione tanto della legislazione statale vigente in materia, appartenente alla materia esclusiva dello Stato ex art. 117, comma 2, lett. s) della Costituzione, quanto della normativa europea, oltre che di molteplici indicazioni espresse dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente. La Commissione Europea aveva infatti inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una richiesta di informazioni relativa alla non corretta applicazione di alcune disposizioni della Direttiva 2009-147-CE sulla conservazione degli uccelli selvatici. Per mezzo di svariate denunce la Commissione Europea aveva infatti sostenuto che ben “19 specie di uccelli in stato di conservazione non favorevole siano cacciate in Italia in assenza di Piani di Gestione/Conservazione e che 9 specie di uccelli siano cacciate in Italia in fase di migrazione prenuziale ”. Con nota DPE 0008432 del 6 ottobre 2014 il Capo del Dipartimento per le Politiche Europee ha informato il Ministero dell’Ambiente circa la possibilità che “le attività venatorie in varie Regioni italiane potrebbero non essere compatibili con la legislazione UE applicabile”: per evitare l’avvio di una procedura di infrazione con la suddetta nota sono state invitate le amministrazioni ad inviare elementi di risposta entro il 1 dicembre 2014, ciascuna nell’ambito della propria competenza. In particolare nella richiesta della Commissione Europea era stato chiesto “in quale modo le autorità italiane intendessero garantire che le specie migratrici non vengano cacciate durante il periodo della riproduzione e durante il ritorno al luogo di nidificazione”, con particolare riferimento al Tordo boccaccio nella Regione Liguria, che da un lato inizia la migrazione […]
Pubblichiamo la nota ufficiale trasmessa via PEC dal Coordinamento Nazionale “No Triv” e dalla Associazione “A Sud” per invitare le Regioni ad impugnare subito il “Disciplinare tipo” su gas e petrolio dinanzi al Tar Lazio ed a ricorrere alla Corte Costituzionale.
(ANSA del 21 giugno 2015, ore 14:38) – MILANO – I ministri delle politiche agricole italiano e francese, Maurizio Martina e Sthepane Le Foll, hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede agli Stati che stanno lavorando al dossier di Cop 21, l’appuntamento internazionale sul cambiamento climatico che si terrà a fine anno a Parigi, di insistere su azioni e misure per la riduzione dei gas serra in agricoltura e per favorire delle buone pratiche di sostenibilità alimentare in questo campo. Il documento è stato firmato nel padiglione francese in occasione della giornata nazionale della Francia a Expo. “È un grande richiamo al nesso tra agricoltura e ambiente e alle nuove sfide agricole – ha detto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina – il fatto di firmare a Expo questo atto su iniziativa francese dimostra l’importanza diplomatica dell’esposizione, questo documento rappresenta anche un’appendice alla Carta di Milano“, l’eredità dell’esposizione. Maurizio Martina “Ci sono due grandi sfide davanti a noi, quelle della nutrizione e dell’energia – ha detto il ministro dell’Agricoltura francese Stephane Le Foll – i nostri due Paesi sono vicini culturalmente e geograficamente e questo è un messaggio ambizioso di fratellanza che ci lega“. Stephane Le Foll