Archivi Giornalieri: 1 Luglio 2015
(ANSA del 1 luglio 2015, ore 9:49) – Primo via libera dei 28 Stati membri alle nuove regole che impongono limiti alle emissioni degli impianti di combustione fra 1 e 50 MW, che interessano quelli addetti al riscaldamento o raffreddamento di grandi edifici o condomini, oppure piccole industrie. I rappresentanti dei 28 Stati membri hanno dato luce verde ad un accordo che impone tetti alle emissioni di particolato, anidride solforosa e biossido di azoto. L’adeguamento alla normativa prevede differenti limiti e scadenze a seconda del tipo di impianto. Per i più grandi, fra i 5 e i 50 MW, le nuove regole saranno attuate dal 2025, mentre per i più piccoli (1-5 MW) dal 2030. I nuovi saranno soggetti alla normativa dopo il periodo di due anni necessario al recepimento della direttiva, dopo la sua entrata in vigore. Secondo le stime Ue, sono almeno 143mila gli impianti di questo tipo in Europa, ancora sprovvisti di regole sugli inquinanti. Mentre i più piccoli sono coperti dalla legislazione Ue sull’ecodesign e quelli più grandi dalla direttiva sulle emissioni industriali, generatori elettrici, impianti di riscaldamento o condizionatori condominiali o di piccole industrie, ancora non rientrano in una normativa europea sulle emissioni. La direttiva passa ora al vaglio dell’Europarlamento, prima del sigillo finale da parte del Consiglio Ue.
Alle ore 16,00 del 27 giugno 2015 si sono riuniti in assemblea i sigg.ri Donato Cancellara, Alessandro Cancellara e Maria Pinto per approvare all’unanimità di fondare il “Circolo Territoriale di VAS del Vulture – Alto Bradano”. Sempre all’unanimità è stato nominato Responsabile e Presidente del suddetto Circolo Territoriale il Dott. Ing. Donato Cancellara, mentre Segretario Amministrativo e Tesoriere sono stai nominati rispettivamente Alessandro Cancellara e Maria Pinto. La sede legale è stata fissata nel Comune di Genzano di Lucania, Parco della Rimembranza n. 34 (CAP 85013). stemma del Comune di Genzano di Lucania L’iniziativa è partita dall’Ing. Donato Cancellara, che fin dalla fine del 2013 per combattere il dannoso progetto dell’impianto solare termodinamico di Banzi ha chiesto aiuto anche a VAS che ha prodotto per l’occasione la Nota VAS prot. P35 del 10 gennaio 2014 firmata dal Presidente Guido Pollice, fatta poi oggetto di un articolo – dossier pubblicato il 13 gennaio 2014 su questo stesso sito (http://www.vasonlus.it/?p=3255). A quella richiesta di collaborazione ne sono seguite altre due, l’ultima delle quali dello scorso 17 giugno, che è stata fatta atto oggetto di altrettanti articoli pubblicati sempre su questo stesso sito. Grazie a questa collaborazione con l’ing. Cancellara sono stai pubblicati i seguenti ulteriori articoli. Crescono i NO al progetto di impianto solare termodinamico di Banzi (PZ) – articolo del 5 maggio 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=4783) Termodinamico solare: comitati e associazioni propongono un emendamento al decreto legislativo sulle fonti rinnovabili per vietare l’installazione di impianti industriali in aree agricole – articolo del 5 maggio 2014 (http://www.vasonlus.it/?p=4805) Impianto solare termodinamico di Banzi (PZ): rassegna stampa sugli ultimi aggiornamenti della vicenda – articolo del 26 agosto 2014(http://www.vasonlus.it/?p=6708) Anche VAS aderisce alla richiesta di chiedere lo stop all’incentivazione delle rinnovabili speculative – Articolo del 17 giugno 2015 (http://www.vasonlus.it/?p=15781#more-15781) Da semplice “referente” dell’associazione quale è stato ormai da più di due anni a questa […]
Il seguente articolo di Fabrizio Bottini è stato pubblicato il 26 giugno 2015 su “Eddyburg” con questo titolo e la seguente premessa: “Ettari di asfalto desolatamente vuoti attorno a Expo, frutto di calcoli sbagliati e stupidi, su comportamenti collettivi previsti che non si sono verificati. Riconoscere l’errore e correggerlo?”. È una critica impietosa e pienamente condivisa da VAS del passaggio «virtuoso» dal mezzo pubblico al mezzo privato lubrificato addirittura con soldi pubblici. Fabrizio Bottini Negli anni ’70 girava molto lo slogan «il personale è politico», di cui una delle più concrete interpretazioni, al netto di qualunque legittima divagazione filosofica, suona più o meno: quel che faccio e sento io, è già almeno in nuce qualcosa di grande, collettivo, di interesse comune. Cosa del resto ben nota a chi sviluppa strategie di mercato, perché gira e rigira se al cliente il prodotto proprio non va giù, hai voglia parlare di grandi rivoluzioni, principi generali, mutamenti epocali. Qualcosa del genere succede da sempre col prodotto-processo-immaginario per eccellenza del ‘900, l’automobile privata, privata certamente nell’essere una specie di prolungamento di nostri desideri, appendice funzionale assai simile al guscio di una lumaca o di una tartaruga, ma in grado di proiettarsi nella sfera «politica» al punto da condizionare tutto lo spazio, le leggi, le aspirazioni, anche di chi non ci ha proprio a che fare col trabiccolo in sé. Certo che, se la cosa vale secondo un certo percorso, deve automaticamente valere anche per la direzione opposta: si incrina lievemente qualcosa nella soggettività, nella sensibilità personale, e cominciano ad apparire grosse crepe anche in alcuni solidi «grandi principi condivisi» che sin qui hanno dominato senza discussioni. Con l’automobile, lo sappiamo, si è plasmato non solo il territorio, ma si sono costruiti sedimentati interessi, e aspettative di enormi dimensioni. Quando si incrina il legame […]