Milano Expo, Renzi al summit dei ministri della Cultura: «Motore di sviluppo contro la arbarie»

 

L’articolo di Silvia Morosi, pubblicato con questo titolo il 31 luglio 2015 sul “Corriere della Sera”, è dedicato al vertice mondiale dei ministri della cultura che si è tenuto all’Expo per due giorni con un obiettivo comune: proteggere il patrimonio culturale materiale e immateriale che esiste al mondo: descrive lo svolgimento della prima delle due giornate.

Arrivano da tutto il mondo le oltre 80 delegazioni di ministri della Cultura – 83 per la precisione – che si ritrovano da oggi all’Expo per due giorni con un obiettivo comune: proteggere il patrimonio culturale materiale e immateriale a livello planetario. 

Dalla distruzione dei Buddha di Bamyian nel 2001 da parte dei talebani in Afghanistan alla denuncia fatta nei giorni scorsi dalla direttrice dell’Unesco Irina Bokova della “pulizia culturale” in corso nelle zone dell’Iraq in mano all’Isis, senza contare le calamità naturali come l’ultimo terremoto in Nepal, le minacce sono di stretta attualità. 

Per l’occasione, l’Auditorium all’interno del sito espositivo è stato trasformato in una scenografia di Pompei: una grande tavolata rettangolare al cui centro sono state posizionate ricostruzioni di reperti archeologici e sullo sfondo le immagini dell’antica città proiettate sulle pareti del foro.  

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Renzi: «La cultura è la carta d’identità di un popolo»

«Oggi siamo alla boa, al giorno X di metà Expo. Abbiamo scelto di invitarvi perché se Expo ci deve rendere più ricchi» e «il primo valore è quello della cultura e dell’identità», ha detto Matteo Renzi arrivato al sito attorno alle 17. 

«La cultura deve essere il motore dello sviluppo dell’Italia che verrà. Non ci rassegniamo alla barbarie». 

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È evidente – ha aggiunto – «che il terrorismo sa bene dove farci male, nel nostro modo di vivere ispirato a valori, cultura, passione, bellezza. Siamo qui per dire ci siamo e possiamo reagire», ricordando le uccisioni registratesi nel sito di Palmira, oggetto dell’avanzata dell’Isis in Siria. 

«I valori non sono solo economia e business ma cultura e identità», ha affermato il premier, spiegando come la cultura sia la carta d’identità di un popolo «e non qualcosa di passato. Parliamo di cultura perché vogliamo bene al futuro dell’Italia». 

L’idea dei caschi blu della cultura è «una grande proposta, perché significa dire che non ci rassegniamo alla barbarie», ha concluso il premier. 

Cogliendo l’occasione per ricordare l’attentato mafioso di Firenze nel 1993 e la strage dei Georgofili: «Stavo preparando l’esame di maturità. Se è vero che non accadono più eventi del genere oggi in Italia, è ancora forte il ricordo del dolore perché quando colpiscono i luoghi della cultura è come se strappassero un pezzo di te. Facciamo uno sforzo per difendere la nostra identità».

Franceschini: «Tutelare il patrimonio anche dal terrorismo»

La giornata è iniziata con la visita alla Fondazione Prada e alcuni incontri bilaterali tra le delegazioni degli 83 Paesi partecipanti. 

Franceschini ha sottolineato che oggetto della conferenza dei ministri è «la tutela del patrimonio, non solo dalle calamità naturali, ma anche dagli attacchi terroristici. Su questo l’Unesco ha di recente approvato all’unanimità un documento, di iniziativa italiana, per interventi sul patrimonio minacciato da attacchi terroristici, in forma anche di difesa preventiva». 

Il ministro ha, poi, annunciato la nascita in Italia una scuola internazionale sul patrimonio culturale, «che offrirà agli studenti di tutto il mondo di venire in Italia per completare il proprio percorso formativo in campi come l’archeologia, la storia dell’arte e la musica». 

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Le nostre diversità «possono diventare una ricchezza comune, come un grande fiume con tanti affluenti», ha concluso Franceschini. 

«Ciascuno di noi ha la proprietà giuridica dei beni culturali ma questi beni sono di tutti, perche’ ricevuti da civiltà millenarie» e «le pietre» di cui sono fatti «ci ricordano le fatiche e la sapienza che sono servite per realizzarle. Abbiamo il dovere di tutelarle». 

Sala: «Riconoscere il primato dell’Italia»

«È un momento importante: poter lavorare con gran parte dei nostri Paesi è un elemento di soddisfazione. È bello vedere come le nazioni riconoscano all’Italia un primato culturale», ha detto Giuseppe Sala, all’inizio dei lavori. 

Per il commissario unico «l’attenzione alla cultura popolare è insita dell’Expo» e «da oggi usciamo più arricchiti e possiamo confermare il ruolo di primo piano dell’Italia nella cultura». 

Fin da ora «vi prego di considerare Expo la casa di tutti i popoli», ha concluso dando il benvenuto alle delegazioni internazionali. 

A rivolgere un messaggio ai partecipanti anche il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, che attraverso un video ha detto: «Il terrorismo non si può combattere solo con le armi ma con la tutela di valori universali. Occorre promuovere l’educazione sul patrimonio culturale», ha detto annunciando la presentazione di un piano contro l’estremismo violento. 

Bokova: «I caschi blu proteggano i beni culturali» 

Dal direttore generale dell’Unesco, Bokova, è arrivata una richiesta per i presenti. 

«Abbiamo i Caschi Blu: chiediamo, con forza, di includere nelle missioni di pace dell’Onu la responsabilità di proteggere i beni culturali. Lo abbiamo già fatto in Mali, che rappresenta un caso esemplare», ha detto, sottolineando come i beni culturali siano nel cuore dell’agenda mondiale. 

«Vediamo i tentativi sistematici di cancellare memorie e identità – ha proseguito – e noi dobbiamo continuare a parlare di cultura e della sua importanza per lo sviluppo». 

L’Italia, ha sottolineato il direttore generale dell’Unesco «è uno dei Paesi più ricchi di storia e di tradizioni non solo di bellezze ma anche di umanesimo. Oggi abbiamo bisogno di impegnarci per proteggere la cultura a livello internazionale». 

Se viene attaccata la cultura «viene minata la costruzione della costruzione della pace. La tutela dei valori e del passato è importante per la riconciliazione e la pace. La cultura è una fonte di resilienza all’odio», ha concluso Bokowa. 

Uniti nella difesa dalla Palestina al Nepal

Il popolo palestinese «subisce ancora il colonialismo, e dalla sua nascita ha lavorato per preservare la sua identità culturale. L’obiettivo è proteggerla dagli attacchi programattici», ha detto nel suo intervento Rula Mayaah, ministro della Cultura dell’Autorità palestinese. 

«Sono stati saccheggiati 7mila siti archeologici, e siamo arrivati ad un vero livello di pericolo», ha spiegato ricordando come in passato anche «Gerusalemme e Gaza non sono state preservate da bombardamenti e distruzioni» con attacchi «fuori da ogni regola» e affermando che Israele «abbia commesso crimini anche Nablus e Betlemme». 

A portare la propria esperienza anche il ministro nepalese: «Abbiamo avuto un brutto colpo dopo il terremoto, ma piano piano stiamo recuperando e stiamo tornando a una situazione di normalità. Chiunque può venire a visitare il Paese e godere della sua bellezza». 

Dopo gli interventi di 27 diversi ministri della Cultura da tutto il mondo e di quello del premier Matteo Renzi si è chiusa la prima giornata della Conferenza internazionale.

 

 

 

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