Archivi Giornalieri: 1 Settembre 2015
(ANSA del 21 agosto 2015, ore 15:31) – Tra giugno e luglio di quest’anno la maggior parte del continente europeo è stato colpito da una grave siccità, una delle peggiori mai registrate dal 2003. Lo afferma l’ultimo rapporto del Joint Research Centre della Commissione Ue, secondo il quale tra le aree più colpite c’è anche il Nord Italia, insieme alla Spagna settentrionale e poi soprattutto Francia, Benelux, Germania, Ungheria e Repubblica Ceca. Questa straordinaria siccità, spiegano i ricercatori, è causata da una combinazione di fattori: in primis una carenza prolungata di pioggia e temperature eccezionalmente elevate, come del resto evidenziato anche dagli ultimi dati del Noaa secondo i quali lo scorso mese di luglio è stato a livello globale il mese più caldo da quando c’è disponibilità dei dati, cioè dal 1880. Immagini satellitari e modelli informatici, spiegano gli scienziati, hanno rivelato che la siccità in Europa, causata da carenza di pioggia dal mese di aprile, ha già modificato il contenuto di umidità dei suoli e influito sulle condizioni della vegetazione nel mese di giugno. Le stesse aree sono state poi interessate dalla eccezionale ondata di caldo che ha raggiunto valori record. Mappa interattiva della siccità nei vari continenti
(ANSA del 16 agosto 2015, ore 15:15) – Le città sono isole di calore in cui si registrano temperature da 1 a 3 gradi più alte rispetto alle aree circostanti, a causa della presenza di asfalto, cemento, edifici e altre superfici impermeabilizzanti che frenano il raffreddamento naturale fornito dalla vegetazione. A dirlo è uno studio della Nasa che per la prima volta ha preso in esame gli impatti dell’urbanizzazione su tutto il territorio Usa. Secondo gli esperti, un fattore essenziale per limitare il surriscaldamento cittadino è la presenza di vegetazione. Analizzando dati satellitari, i ricercatori hanno scoperto che le aree coperte da superfici impermeabilizzanti – siano esse centri cittadini, periferie o strade interstatali – hanno una temperatura estiva che è in media di 1,9 gradi centigradi più alta rispetto alle aree rurali circostanti, mentre d’inverno il termometro segna 1,5 gradi in più. “Questo non ha nulla a che fare con le emissioni di gas a effetto serra: è un effetto che si aggiunge alle emissioni e che dipende esclusivamente dall’uso del suolo“, spiega Lahouari Bounoua del Goddard Space Flight Center della Nasa. Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, esamina il modo in cui le piante presenti nelle aree urbane, lungo le strade e nei parchi regolano il riscaldamento. “La quantità e il tipo di vegetazione hanno un ruolo importante sulla misura in cui l’urbanizzazione cambia le temperature“, evidenzia il ricercatore Kurtis Thome del Goddard. Attraverso simulazioni al computer, gli scienziati hanno scoperto che l’incremento della temperatura resta costante a 1,3 gradi con una superficie impermeabilizzata che va dall’1 al 35% della città. Oltre questa percentuale il termometro prende a salire fino a 1,6 gradi, raggiunti al 65% di copertura. L’impatto, sottolineano gli studiosi, è anche nel consumo energetico: un grado in più durante l’estate fa salire dal […]
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato. ACQUE BIANCHE E MALEODORANTI NEL SARNO Gli attivisti del WWF e del Meet-up amici di Beppe Grillo di S.Antonio Abate e Scafati denunciano lo scarico in atto!!! Al confine tra i comuni di Scafati e S.Antonio Abate, da alcuni giorni i cittadini che abitano in via Calvanese, lamentavano odori nauseabondi. Assieme agli attivisti del Meet-up di S.Antonio Abate e Scafati, nel pomeriggio di mercoledì 26 agosto, ci siamo recati sul luogo ed abbiamo notato che dal canale del depuratore Medio Sarno gestito dalla Gori Spa, da dove dovrebbero uscire le acque depurate, fuoriuscivano liquami di colore grigio-biancastro e dall’odore acro e pungente che si immettevano nel canale Marna per poi confluire nel fiume Sarno. Depuratore Medio Sarno La fuoriuscita di sostanze inquinanti e maleodoranti si è protratta per molto tempo ed è stata documentata con un video. Liquami in uscita dal depuratore È stato richiesto al 1515 l’intervento del Corpo Forestale dello Stato che, causa incendi in atto, non è potuto intervenire, poi è stata allertata tramite il 1530 la Capitaneria di Porto di Castellammare che aveva i propri uomini impegnati a pattugliare le coste, ma ha preso in cura il caso facendo intervenire la Polizia Locale di Scafati e quella di Sant’Antonio Abate. Agli agenti, accorsi sul posto, dopo circa due ore dal nostro allarme, per prendere visione e documentare l’accaduto, abbiamo sollecitato di chiamare l’ARPAC per i rilievi e le analisi delle acque. Il caso è ora al vaglio della Polizia Locale di Scafati, in quanto la zona in questione ricade nel territorio di loro competenza. Lo sversamento di liquami di natura presumibilmente fognaria, ma di cui al momento si ignora esatta composizione e consistenza, ha di fatto provocato una grave alterazione morfologica delle acque con un conseguente visibile danneggiamento […]
L’articolo pubblicato con questo titolo il 17 agosto 2015 sul sito http://www.cacciapassione.com , che come fonte dichiara LaPresse (Twitter LaPresse), fa il quadro della situazione. Cala il numero di cacciatori in Italia, ma la passione resiste. Nel Belpaese, maglia nera dell’Europa per le infrazioni sull’ambiente, dai rifiuti alla tutela della fauna, fa discutere la decisione dell’apertura della caccia a inizio settembre, prima di quanto raccomandato dall’Ue. In diverse Regioni d’Italia a inizio settembre si apre la caccia, e con essa le polemiche sollevate dalle associazioni animaliste. Si tratta, in realtà, di una preapertura rispetto alle indicazioni dell’Europa, che chiede ai Paesi membri di cominciare a sparare dopo la terza domenica di settembre. Secondo i dati dell’Enpa, Ente nazionale protezione animali, se negli anni ’80 erano 2milioni e 200mila gli italiani che come hobby imbracciavano il fucile a caccia di animali selvatici, oggi sono non più di 650mila. Una passione che parrebbe in declino, ma che conserva comunque uno zoccolo duro di estimatori: rarissime le donne, pochi i giovani, il cacciatore è soprattutto un uomo di mezza età. “L’unica caccia accettabile è quella chiusa per sempre. Siamo contrari sia per l’impatto drammatico che hanno gli spari sulla fauna, sia per un discorso etico: uccidere per divertirsi è inaccettabile”, sostiene l’Enpa. “Ogni Regione ha il suo calendario venatorio, che varia a seconda della presenza faunistica di ciascun territorio e delle fasi di ripopolamento”, ribatte l’Associazione nazionale libera caccia. Nelle Marche, ad esempio, si caccia dal 2 settembre al 10 febbraio 2016: il merlo può essere ucciso e catturato da settembre a dicembre, la volpe fino al 31 gennaio del prossimo anno. In Umbria, invece, per tutta l’estate, da giugno ad agosto, è stato possibile cacciare il daino, il capriolo, il cervo e il muflone, e sarà possibile farlo pure ad ottobre […]