Clima: il Patto dei Sindaci punta al -40% di CO2 entro il 2030

 

Immagine.Inquinamento.AAA

Mentre i Governi del Pianeta si arrovellano in difficili negoziati in vista della Conferenza ONU sul Clima in programma a Parigi nel prossimo mese di dicembre, città ed enti locali di 42 Paesi si sono già dati da fare: in 6.000, di cui oltre 3.000 in Italia, hanno aderito al primo “Patto dei Sindaci”, un’iniziativa partita in tutta l’Unione nel 2008 con l’impegno di andare oltre l’obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di CO2 entro il 2020 fissato dall’UE.

Il record assoluto in termini di firmatari lo conquistano gli italiani (3.550), seguiti a grande distanza dagli spagnoli (1.455) e belgi (245).

Il risultato di questa maxi-mobilitazione è che 126 milioni di cittadini europei, cioè un quarto della popolazione dell’UE, vive in centri urbani che hanno messo a punto un piano d’azione per l’energia sostenibile, con interventi che vanno da trasporti più sostenibili a un maggiore uso di energia verde, fino a edifici più efficienti nei consumi energetici.

Il principio di base dell’iniziativa è quello di coinvolgere più Enti Locali possibili, senza stilare pagelle di buoni e cattivi.

Non bisogna fare una classifica fra le città firmatarie del Patto dei Sindaci – spiega Frèdèric Boyer, a capo della struttura – in quanto tutte le città sono dei campioni, a modo loro, perché entrano in campo quando le nazioni falliscono, assumendosi l’impegno di target ambiziosi su base volontaria. Questa è la vera forza del Patto dei Sindaci”.

Un taglio che vale 189 milioni di tonnellate di CO2.

Gli sforzi congiunti raccolti finora promettono di incassare un taglio di 189 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2020, più di quelle prodotte oggi dal Belgio e Lussemburgo, il che equivale ad un target del 28% di riduzione di CO2, ben oltre gli obiettivi fissati dall’UE.

In campo, almeno sulla carta, figurano grandi capitali a partire da Londra, Berlino e Madrid, seguite da Roma, Parigi e Budapest, oltre a Milano, Napoli e Bologna.

Le pioniere però sono sempre le città “nordiche”, come Stoccolma e Copenaghen, senza dimenticare Bristol, Capitale Verde europea per il 2015.

Copenaghen lavora per essere la prima capitale mondiale a emissioni zero nel 2025, 25 anni prima rispetto all’obiettivo fissato dal Governo danese.

Il piano di Stoccolma prevede un taglio del 45% della CO2 entro il 2020, quello di Bristol del 40%. In Italia i leader sono i tanti piccoli Comuni, con la Sardegna in pole: Arzana, Seulo e Villanova Tulo nel 2020 saranno verdi al 100%.

(Fonte: Europe Direct Veneto, pubblicato il 24 settembre 2015 sul sito “Argav”)

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