«La mostra con il Fai? Uno schiaffo a Brugnaro»

 

Immagine.Foto di Berengo Gardin

VENEZIA «L’organizzazione della mia mostra sulle Grandi Navi al Negozio Olivetti è uno schiaffo al sindaco Luigi Brugnaro che, negandomi la possibilità di esporre le mie foto a Palazzo Ducale, come era stato concordato da tempo con la Fondazione Musei Civici, si è dato la zappa sui piedi da solo. Se infatti l’esposizione fosse stata realizzata come previsto, magari l’avrebbero visitata poche centinaia di persone. Così invece ne hanno parlato in tutto il mondo. Ne hanno scritto tutti i giornali italiani, Le Monde in Francia, il Guardian in Inghilterra, El Pais in Spagna. In fondo, devo ringraziarlo, perché mi ha fatto una grande pubblicità…»

È pacato e ironico Gianni Berengo Gardin – che ha ricevuto in Danimarca, a Copenaghen, dove è per una sua esposizione – la notizia ufficiale sulla vicenda della sua tormentata mostra in laguna, che alla fine si farà, inaugurandosi il 22 ottobre, dall’altra parte di Piazza San Marco, invece che al Ducale nel prestigioso Negozio Olivetti progettato da Carlo Scarpa e organizzata ancora una volta dal Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano, come già un anno fa a Milano, a Villa Necchi, per la sua prima uscita.

Immagine.Gianni Berengo Gardin

«Ho aggiunto alcune foto che a Milano non avevo esposto – spiega ancora il grande fotografo – e che documentano ciò che mi stava più a cuore testimoniare con le mie immagini: l’inquinamento visivo che con il loro impatto queste Grandi Navi producono su Venezia e l’area marciana. Un fatto che è sotto gli occhi di tutti. Per questo sono rimasto molto male quando Brugnaro ha deciso, all’ultimo momento, di bloccare la mostra. Ma poi, subito, mi sono arrivate un po’ dappertutto manifestazioni di sostegno, ringrazio tra gli altri Elton John e Adriano Celentano per la loro presa di posizione, ma anche artisti come Mimmo Paladino e altri esponenti del mondo della cultura che mi hanno espresso la loro vicinanza».

Immagine.Foto di Berengo Gardin.1

Quello che a Berengo Gardin proprio non va giù è la denigrazione di Brugnaro nei suoi confronti.

«Ha detto che con la mia mostra avrei danneggiato l’immagine di Venezia», commenta.

«Questo è assurdo, oltre che falso, visto che il sindaco forse non sa che a questa città ho dedicato otto dei miei libri fotografici, “esportandone” l’immagine nel mondo. E sono veneziano, amo questa città. La mia famiglia aveva un negozio in calle Larga San Marco e mio padre vogava per la Canottieri Bucintoro. Sono nato a Margherita Ligure incidentalmente, proprio perché mio padre si trovava là per una regata. E ho vissuto a Venezia sino alla metà degli anni Sessanta, quando sono stato costretto a trasferirmi a Milano, perché a Venezia per un fotografo professionista non c’era lavoro».

E ancora: «Ringrazio il Fai che mi ha dato l’opportunità di esporre le immagini che a Venezia il sindaco Brugnaro voleva che non fossero viste. Mi auguro che vengano in tanti, veneziani e turisti, a vederle al Negozio Olivetti, perché è giusto che di questo problema si discuta e ci si confronti per trovare una soluzione. Che quelle gigantesche navi da crociera “inquinino” quotidianamente con il loro passaggio il Bacino San Marco l’immagine di Venezia è evidente a tutti e le mie foto non fanno altro che mostrare la realtà. Inutile cercare di nasconderla, come voleva fare Brugnaro, sospendendo la mostra a tempo indeterminato, per costringermi, come è avvenuto, a rinunciare. Per fortuna a Venezia non tutti la pensano come lui e il 22 sarò al Negozio Olivetti per constatarlo di persona». 

(Articolo di Enrico Tantucci, pubblicato con questo titolo il 25 settembre 2015 sul quotidiano “La Nuova di Venezia e Mestre”)

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