Troppo spesso sentiamo parlare di discariche ed inceneritori in disaccordo con quanto ci chiede l’Unione europea circa il corretto recepimento della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento e del Consiglio europeo, del 19 novembre 2008, che prevede l’ottimizzazione della raccolta differenziata, la riduzione e il riuso del rifiuto e la gestione del rifiuto residuo tramite impiantistica finalizzata al massimo recupero di materia. L’assurdo diventa beffa quando si cerca, da oltre 10 anni, di realizzare una discarica in un’area a rischio idrogeologico, di rilevante valore paesaggistico, ambientale, monumentale e, soprattutto, a ridosso di un sito archeologico del neolitico scoperto dall’Università di Pisa e risalente al VI millennio a.C., di grotte rupestri, di una chiesa rupestre ipogea a croce greca con cinque absidi, di una masseria templare risalente al 1097 quale monumento tutelato sin dalla legge n. 1089 del 1939, oggi dall’art. 2 del D.Lgs. n. 490/1999 [abrogato dall’art. 184 del D.Lgs. n. 42/2004 ma recepito al suo art. 10, ndr.] e nelle vicinanze della masseria Salomone del XVI-XVII secolo. Una potenziale discarica già sequestrata e dissequestrata un paio di volte. Un’area che allertò in passato la Procura della Repubblica di Trani e più recentemente la Procura della Repubblica di Bari che tramite il Corpo forestale dello Stato barese riuscì a portare alla luce decine di tonnellate di rifiuti tombati (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=wXiULXhTUjA) Si sta parlando del sito denominato “Grottelline” interessato da un progetto di discarica e da centro di selezione e biostabilizzazione dei rifiuti solidi urbani. Il sito è in agro di Spinazzola (BT), distante circa 340 mt dal confine amministrativo Spinazzola – Poggiornisi e circa 1,7 Km dal confine amministrativo con il Comune di Genzano di Lucania (PZ) della Regione Basilicata. Dopo Poggiorsini, Genzano di Lucania è il Comune più vicino al sito che si vorrebbe adibire a discarica. L’area ricade nel bacino imbrifero […]