Di nuovo a Roma, in piazza contro Ombrina: «si rispetti l’Abruzzo»

 

Manifestazione davanti al MISE.

ROMA. «Siamo abruzzesi, siamo pastori non siamo pecore cari signori. Pane e olio, senza petrolio. C’è l’Abruzzo da rispettare via i pirati dal nostro mare».

 Questi gli slogan intonati da circa 150 manifestanti del Coordinamento ‘No Ombrina’ sotto al ministero dello Sviluppo Economico a Roma, dove ha preso il via la Conferenza dei Servizi sul progetto per estrazione petrolifera di ‘Ombrina Mare’.

Alla riunione partecipano la Regione Abruzzo con il sottosegretario all’Ambiente Mario Mazzocca, le Province di Chieti e Pescara, 35 comuni tra cui Pescara, Francavilla, Ortona, Lanciano, Fossacesia; naturalmente le direzioni competenti del ministero.

«C’è una legge che blocca Ombrina – spiega Alessandro Lanci del Coordinamento No Ombrina – ed è quella della costituzione di un parco marino regionale, secondo cui dal 6 novembre non si possono più fare attività petrolifere. Noi – continua Lanci che si fa portavoce anche per Nuovo Senso Civico, Comitato No Petrolio Ortona e Associazione Zona 22 – siamo qui per sostenere regione e comuni. Abbiamo anche mandato una diffida ieri sera al ministero, nei confronti di tutti i funzionari, informando della presenza di una legge che non consente l’autorizzazione a Ombrina».

Ci sono anche Legambiente, Wwf e Greenpeace a sostenere i manifestanti con l’augurio «che dalla Conferenza dei Servizi venga fuori o una bocciatura o una sospensione».

LEGAMBIENTE: «VERSO UN NUOVO RINVIO»

«La riunione è iniziata questa mattina alle 11 ed è ancora in corso. La sensazione è che si vada verso un nuovo rinvio dopo quello del 14 ottobre, mentre in mattinata si era diffusa la voce che il ministero volesse chiudere la partita con l’approvazione del progetto Ombrina Mare».

 Lo ha detto Giuseppe Di Marco, presidente regionale di Legambiente, che insieme ad un altro centinaio di manifestanti ha preso parte al presidio, davanti all’ingresso del ministero dello Sviluppo Economico a Roma, dove è in corso la Conferenza dei servizi che ha il compito di esaminare il progetto Ombrina Mare 2, finalizzato all’estrazione di idrocarburi nelle acque antistanti il litorale abruzzese.

«In ogni caso – ha aggiunto Di Marco – siamo di fronte ad una falla giuridica evidente, nell’ambito di uno scontro tra il Ministero, che vuole portare avanti il progetto e la Regione, che con l’appoggio dei Comuni ha messo in campo due leggi regionali relative alla moratoria, entro le 12 miglia, per gli insediamenti petroliferi e all’istituzione del parco marino regionale».

MAZZOCCA: «CHIESTA SOSPENSIONE»

«Tutte le Amministrazioni si sono unite alla nostra richiesta di sospensione del procedimento in attesa della soluzione di giudizi di costituzionalità: Si tratta dello Sblocca Italia più la Legge regionale che blocca le trivellazioni entro le 6 miglia dalla costa se dovesse essere impugnata. Abbiamo chiesto anche la verbalizzazione immediata della posizione del Presidente della Conferenza».

 Lo dice all’Ansa il sottosegretario regionale con delega all’Ambiente della Regione Abruzzo Mario Mazzocca a margine della Conferenza dei Servizi su Ombrina in corso di svolgimento al ministero dello Sviluppo Economico.

 RESPINTA SOSPENSIONE

Secondo quanto si apprende l’istanza di sospensione sarebbe stata rigettata acuendo lo scontro istituzionale tra gli enti locali ed il ministero.

Non sembra ci siano molte speranze -al momento- di un rigetto del progetto.

TUTTO SECONDO COPIONE: OMBRINA PASSA, L’ABRUZZO CON LE PIVE NEL SACCO

 Si era già  capito fin dalle prime ore della conferenza dei servizi che l’epilogo sarebbe stato favorevole ai petrolieri e al contestatissimo progetto di Ombrina.

Secondo le ultime informazioni una decisione formale non c’è ancora ma anche i partecipanti non negano che le speranze di una cancellazione del progetto sono ridotte al lumicino.

Il tavolo ha infatti rigettato le istanze di sospensione della procedura avanzate da tutti gli enti locali intervenuti.

A nulla sono valse le mille ragioni esposte, né le leggi regionali approvate, né le minacce di ulteriori ricorsi al Tar.

Il Ministero ed il Governo non si sono fatti intimidire né hanno avuto timore di prendere una decisione impopolare.

A questo punto si apre una frattura insanabile sia sociale che politica avendo di fatto calpestato ogni istanza ragionevole del territorio per accettare senza troppi problemi, controlli o analisi approfondite le ragioni dei privati.

Si apre una nuova fase dello scontro che non potrà non coinvolgere anche tutte le istituzioni locali che dovranno fare un serio esame di coscienza su come è stata condotta la battaglia e cosa si poteva fare e non si è fatto, facendo passare come “salvifica” una legge anticostituzionale votata da tutti i consiglieri regionali nella piena consapevolezza.

Cade così anche la teoria di consulenti e studiosi che avevano proposto proprio la strategia della “anticostituzionalità come l’arma giusta dilatoria.

Tutto falso. Tutto inutile.

Governo, certi politici e petrolieri oggi hanno vinto su tutta la linea.

 GIORNO NERO (PETROLIO) PER REGIONE NERA

 «È un giorno nero per l’Abruzzo e l’Adriatico», ha fatto sapere il coordinamento No Ombrina, «ovviamente non ci arrendiamo perché pensiamo sia un vero e proprio sopruso, con l’impegno di tutti i cittadini vedremo di ribaltare il risultato presentando esposti e ricorsi in tutte le sedi, dalla Giustizia penale a quella amministrativa passando per la Commissione Europea».

 Da quanto abbiamo appreso è stata una riunione resa difficile dalle varie norme regionali approvate in queste settimane e dalle numerose incongruenze fatte emergere dai vari rappresentanti degli enti abruzzesi presenti.

«Solo un colpo di mano deciso dal dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico pare abbia sbloccato la conferenza a favore dei petrolieri, con una situazione che evidentemente diventava ogni ora sempre più insostenibile e che quindi andava risolta in fretta il prima possibile», dice il coordinamento, «Sarà interessante leggere il verbale per scoprire chi e con quali argomenti ha superato le innumerevoli criticità del procedimento e le norme di salvaguardia vigenti del parco marino. Ovviamente metteremo sotto la lente di ingrandimento il comportamento dei singoli funzionari che hanno partecipato all’iter.  Resta il problema di un Governo tutto votato alla causa dei petrolieri, con un’azione che stride sempre di più con gli allarmi che gli scienziati da tutto il mondo stanno lanciando sull’uso dei combustibili fossili. Proprio oggi l’Associazione Mondiale di Meteorologia ha lanciato un vero e proprio monito. Se non si tagliano le emissioni di gas climalteranti provenienti da carbone, petrolio e gas il nostro pianeta sarà reso, testualmente, “più pericoloso e inospitale per le future generazioni”».

WWF: «TOTALE SCOLLAMENTO TRA IL GOVERNO NAZIONALE E UN’INTERA REGIONE»

 «Il Governo nazionale, e in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico, ha colpevolmente ignorato la volontà di una intera regione – dichiara Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia – Ha considerato carta straccia gli atti ufficiali della Regione Abruzzo che ha approvato due leggi tese a vietare la realizzazione dell’opera, non ha tenuto conto della volontà di Enti locali e Associazioni imprenditoriali del turismo, pesca e produzioni agroalimentari che da sempre si sono opposti a quest’opera. Si vuole mettere a tacere la voce di migliaia e migliaia di cittadini che, attraverso le Associazioni ambientaliste e in prima persona, da anni manifestano il proprio dissenso contro un’opera deleteria per l’ambiente e la salute. Oggi  il Ministero dello Sviluppo Economico non ha certo assicurato lo “sviluppo economico” di chi vive in Abruzzo e sulle coste del Mare Adriatico, ma esclusivamente quello della lobby dei petrolieri: davvero un pessimo segnale a meno di tre settimane dall’avvio della COP 21 di Parigi sul clima.

 Nonostante questo atteggiamento di chiusura, la battaglia contro Ombrina Mare 2 non è certamente finita per il WWF: la procedura e le modalità seguite dalla Conferenza di servizi convocata dal Ministero offrono ulteriori motivi di ricorso davanti alla giustizia italiana ed europea. Il WWF ha già impugnato il decreto di autorizzazione sulla Valutazione di Impatto Ambientale e non lascerà nulla di intentato per fermare questo vero scempio ai danni del Mare Adriatico e del rispetto della volontà dei cittadini».

 

(Articolo pubblicato il 9 novembre 2015 sul sito www.primadanoi.it)

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