Olivo secolare sradaicato
Lecce.
Dietro la diffusione della malattia che ha colpito gli ulivi del Salento, secondo la Procura di Lecce, ci sono dieci responsabili.
Tanti quanti sono i nomi delle persone iscritte sul registro degli indagati, tra cui il commissario straordinario per l’emergenza nominato dal governo, il comandante del Corpo Forestale della Puglia, Giuseppe Silletti.
Oltre a lui, ci sono ricercatori di Cnr e Iam e funzionari regionali.
I nomi emergono dal decreto di sequestro preventivo d’urgenza di tutti gli alberi destinati all’eradicazione.
Un blocco ai tagli che si aggiunge a quello già disposto su buona parte delle piante dal Tar Lazio.
Il provvedimento penale è stato firmato dal procuratore capo Cataldo Motta e dai pm Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci ed è stato notificato ieri da agenti del Corpo forestale dello Stato.
I reati ipotizzati a vario titolo sono di diffusione colposa di una malattia delle piante; violazione dolosa e colposa delle disposizioni in materia ambientale; falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici; getto pericoloso di cose, distruzione o deturpamento di bellezze naturali.
Oltre al commissario Silletti, sono indagati Antonio Guario, già dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari, e il suo successore, Silvio Schito; Giuseppe D’Ong hia, dirigente del servizio Agricoltura della Regione; Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Vito Nicola Savino, direttore del centro di ricerca Basile Caramia di Locorotondo; Franco Nigro, docente di Patologia vegetale all’Università di Bari; Donato Boscia, responsabile della sede operativa di Bari dell’Istituto per la Protezione sostenibile delle piante del Cnr; Maria Saponari, ricercatrice dello stesso istituto; Franco Valentini, ricercatore dell’Istituto agronomico mediterraneo di Bari.
Sotto accusa sono finiti non solo i piani di contenimento del batterio adottati dal commissario, ma anche l’impianto su cui si fondano.
La consulenza allegata al decreto «ha posto in serio dubbio – scrivono i pm – l’attendibilità delle conclusioni scientifiche rappresentate all’Europa e che hanno costituito il presupposto delle determinazioni assunte sia a livello europeo che a livello nazionale».
Non solo, secondo gli inquirenti, il Piano di interventi targato Silletti è «univocamente diretto alla drastica e sistematica distruzione del paesaggio salentino».
E questo nonostante «il ruolo specifico di Xylella fastidiosa nella sindrome del disseccamento degli alberi di ulivo resta ancora da capire».
Ma come è arrivato il batterio nel Salento?
Per i consulenti tecnici nominati dalla Procura, «ci potrebbero essere state non un’unica introduzione dalla Costa Rica, come qualcuno ha ipotizzato, ma più introduzioni».
Quali?
L’attenzione è concentrata soprattutto su due vicende.
La prima è il convegno su Xylella tenutosi nell’ottobre 2010 presso lo Iam di Bari e durante il quale, come scrivono i pm, «è stato introdotto sul territorio italiano un patogeno da quarantena in violazione della normativa di settore».
Poi, ci sono i campi sperimentali avviati nel Gallipolino, area del primo focolaio, tra il 2010 e il 2012, per testare prodotti fitosanitari contro la lebbra dell’olivo.
In quell’occasione, è stato concesso l’utilizzo in deroga di fitofarmaci.
Per la Procura, è «altamente probabile l’ipotesi che i prodotti impiegati, unitamente ad altri fattori antropici e ambientali, abbiano causato un abbassamento delle difese immunitarie degli alberi di olivo favorendo la virulenza dell’azione dei funghi e batteri tra i quali Xylella fastidiosa».
Di più, «quel che è dato acquisito è che le due società interessate alle sperimentazioni in campo nel Salento (Monsanto e Basf) sono collegate tra loro da investimenti comuni, avendo la Monsanto acquisito sin dal 2008 la società Allelyx (specchio di xylella…) dalla società brasiliana Canavialis e avendo la Basf investito 13,5 milioni di dollari in Allelyx nel marzo 2012».
(Articolo di Tiziana Colluto, pubblicato con questo titolo il 19 dicembre 2015 su “Il Fatto Quotidiano”)
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Corriere della Sera 20.12.2015