Gli ex scali ferroviari di Milano La Giunta Pisapia la scorsa settimana ha subìto un imprevisto rovescio con la mancata ratifica in Consiglio comunale dell’Accordo di programma con FS sul riuso degli ex scali ferroviari milanesi, per il voto contrario, oltre quello prevedibile del centro-destra, dei due consiglieri di Sinistra per Pisapia, Rizzo e Sonego, del socialista Biscardini, presidente della commissione urbanistica, e a causa di altre assenze e astensioni persino di alcuni consiglieri PD. [vedi http://www.vasonlus.it/?p=19655] I “renitenti” alla ratifica dell’Accordo nella forma in cui è stato sottoscritto con FS dal Sindaco con l’avallo della Dirigenza del settore Urbanistica sono stati subito bollati come autori di un gesto inconsulto, contrario all’interesse della città e quelli di maggioranza come traditori del programma politico-amministrativo e minacciati di “confino politico” nella prossima campagna elettorale. Il nuovo assessore all’urbanistica, l’urbanista Balducci, sembra aver assunto un atteggiamento di distacco neutrale sui suoi contenuti, avendoli integralmente ereditati dalle trattative con FS condotte dal precedente assessore e vicesindaco, l’avvocato Lucia De Cesaris, dimessasi improvvisamente nel luglio scorso con motivazioni mai del tutto chiarite. Il riutilizzo degli scali ferroviari è il primo grande piano di trasformazione urbana gestito direttamente dalla Giunta Pisapia e non ereditato dalle precedenti Giunte Albertini e Moratti, come quelli ex Fiera/Citylife ed ex Centro Direzionale/Porta Nuova. L’Accordo con FS, quindi, dovrebbe costituire il banco di prova della capacità dell’Amministrazione arancione di essere effettivamente in grado di avviare una stagione progettuale in cui il destino della città tutta venga finalmente posto al centro della strategia politica, fuori dall’orgia di vanagloria che, nel suo “piccolo”, ha saputo essere la stagione di Expo (poiché i problemi dell’alimentazione mondiale richiedono ben diverso e più duraturo impegno per essere avviati a soluzione). Perché, dunque, è stato invece un bene per la città non aver ratificato in quella […]