Piano Ministero su lupi fissa ‘soglia’ 60 abbattimenti

 

Lupo

Nessuna uccisione ”a priori” dei lupi ma l’indicazione di una ‘soglia’ che consente l’abbattimento fino a 60 animali.

Il ministero dell’Ambiente chiarisce così il contenuto della bozza del ‘Piano per la gestione e la conservazione del lupo in Italia’, su cui si sono rincorse indiscrezioni sull’ipotesi di un ‘via libera all’uccisione dei lupi’.

E non solo su questo; perché si era parlato anche della possibilità di abbattere cani-lupo e cani-randagi.

Cosa, quest’ultima, che il dicastero di via Cristoforo Colombo ha escluso, facendo presente che ”in nessun punto del Piano’‘ vi si fa riferimento.

I primi a chiamare in causa Gian Luca Galletti sono i deputati che fanno capo a Pippo Civati.

Beatrice Brignone di Possibile infatti dice di aver depositato ”un’interrogazione al ministro dell’Ambiente sulla aberrante quanto arcaica ipotesi di ‘abbattimento legale’ dei lupi in Italia”.

Per questo viene chiesto ”al ministro di aprire un confronto con le associazioni” e di fornire ”informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori”.

Gli fanno eco i deputati pentastellati che, sempre in un’interrogazione, chiedono infatti di ”eliminare la deroga insensata sugli abbattimenti dei lupi’‘, qualcosa che – osserva M5S – somiglia “semanticamente alle bombe ‘intelligenti’ in guerra“; allo stesso tempo invitano a ”investire delle risorse per un censimento” della specie.

Ma secondo il ministero per garantire ”il rigore scientifico e l’impegno nella conservazione del lupo, la bozza di Piano, che nei prossimi giorni sarà all’attenzione del Comitato paritetico per la biodiversità e successivamente della Conferenza Stato-Regioni, è stata redatta a partire dalle più aggiornate informazioni scientifiche”.

Le eventuali deroghe, ”da valutare e autorizzare caso per caso sulla base di analisi e dati oggettivi, hanno l’obiettivo di mitigare il conflitto sociale, connesso alla coesistenza uomo-lupo”.

Per le associazioni, Enpa (Protezione animali) e Lav (Lega antivivisezione) in testa, si tratta di una ”licenza di uccidere” e di un ”ritorno al passato”: in particolare per l’Enpa, che si dice ”pronta alla mobilitazione di massa”, è una ”proposta choc, illegale e inaccettabile; la Lav chiede al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di ”prendere posizione” contro questo ”scempio” soprattutto in merito all’ipotesi, comunque smentita dal ministero dell’Ambiente, relativa all’abbattimento dei cani randagi.

”È ‘assurdo’ che il ministero dell’Ambiente proponga, di fatto, la riapertura della ‘caccia’ al lupo’‘, rileva l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla preannunciando ”dura opposizione a qualsiasi tentativo di legalizzare ‘stragi‘ di lupi; al contrario servirebbe ”aumentare le sanzioni” perché ”il massacro ‘legalizzato’ non limiterà quello ‘illegale”’. 

 

(ANSA del 15 febbraio 2016, ore 20:42)

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