Il segretario di Stato per il commercio estero francese, Matthias Fekl, ha confermato che il blocco dei negoziati sul Traité de libre-échange transatlantique (Tafta, come chiamano i francesi il Ttip), «è oggi l’opzione più probabile» a causa dell’atteggiamento degli Stati Uniti. Dopo la pubblicazione da parte di Greenpeace di 248 pagine di documenti che rivelano le conseguenze dannose per la salute dei consumatori e per l’ambiente del Ttip, Fekl insiste: «Denuncio da un anno l’atteggiamento [degli Usa]. Noi vogliamo la reciprocità. L’Europa propone molto e riceve molto poco in cambio. Questo non è accettabile. Allo stato attuale, l’accordo non è assolutamente accettabile». Poi, intervenendo a Mardi politique su Radio France International, Fekl ha ribadito: «No è no. La Francia pensa di bloccare i negoziati con gli Stati Uniti sul Tafta». Quando?, gli ha chiesto un giornalista. «Entro la fine dell’anno», ha risposto il segretario di Stato, promettendo che «il nostro Paese non mollerà». Poco prima il presidente francese François Hollande aveva detto: «A questo stadio dei negoziati, la Franca dice no al Tafta perché non siamo per il libero scambio senza regole». Dichiarazioni che hanno fatto più scalpore in Italia che in Francia, anche perché Hollande aveva già attaccato duramente il 25 aprile i negoziati sul Ttip, nel tentativo di riconciliarsi con la sinistra in piazza contro la sua “loi travail” e per presentarsi come il protettore dell’Europa contro l’asse Barack Obama-Angela Merkel sul Ttip. Ma già il 15 aprile, durante una comparsa in televisione, Hollande aveva avvertito che «la Francia ha fissato le sue condizioni, la Francia ha detto che se non c’è reciprocità, se non c’è trasparenza, se per gli agricoltori è un pericolo, se non ha accesso agli appalti pubblici mentre gli Stati Uniti possono avere accesso a tutto quel che facciamo qui, io non lo accetterò». Insomma, la Francia era già da un […]