Ddl consumo di suolo passa alla Camera, Simoncini: “Il solito compromesso al ribasso”

 

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La legge sul consumo del suolo licenziata dalla Camera non può lasciare soddisfatti: dopo due anni di dibattito e confronto era lecito attendersi un provvedimento più coraggioso, che lasciasse realmente intravedere un radicale cambio di prospettiva per la questione ambientale in Italia”.

È il commento a caldo dell’ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, al sì della Camera al disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo e sul riuso del suolo edificato, licenziato dalla Camera il 12 maggio 2016 con 256 voti a favore, 140 contrari, due astenuti.

Simoncini sostiene che siano troppe le modifiche e le limature che sono state apportate al testo originario sul consumo di suolo, e che il testo finale rappresenta “il solito compromesso al ribasso tipico della storia recente del nostro Paese”.

Basse le speranze, secondo l’ingegnere, di ottenere miglioramenti nel passaggio ora obbligato al Senato.

Ciò che lascia più perplessi è il fatto che non si sia voluto vincolare in modo più stringente i Comuni a rendere più vantaggioso intervenire sul patrimonio edilizio esistente rispetto alla costruzione di nuovi fabbricati”, afferma Simoncini. 

Discorso simile per la semplificazione amministrativa e i meccanismi premiali per la rigenerazione, sui quali il Governo lascia troppo margine di manovra agli enti locali. In questo modo, contrariamente a quanto hanno scelto di fare tanti Paesi europei, le nostre città continueranno ad espandersi disordinatamente verso l’esterno, lasciando che interi quartieri storici decadano inesorabilmente e creando enormi periferie senza adeguati servizi e infrastrutture”.

Tralasciando le ambiguità riguardo ad alcune competenze, che potrebbero dare luogo a sovrapposizioni o contrapposizioni fra i vari livelli amministrativi, va stigmatizzata la decisione di non comprendere tra i fattori di consumo di suolo le miniere, le grandi opere della Legge Obiettivo o le strutture scolastiche e sanitarie“, aggiunge il presidente di Sogeea.

Troppe, inoltre, le eccezioni alla definizione di superficie agricola, con la conseguenza, ad esempio, che anche terreni che separano due insediamenti industriali potranno scomparire in favore dell’edificazione”.

Se non si capisce una volta per tutte che la cementificazione va drasticamente ridotta”, conclude Simonncini, “l’Italia è condannata a sopportare con sempre maggiore frequenza gli effetti di politiche sciagurate.  

Ogni giorno viene consumata una quantità di suolo equivalente a quella della Città del Vaticano: un’enormità.  

Quasi il 90% dei Comuni è a elevato rischio di frane e alluvioni e addirittura 7 regioni e 51 province presentano un territorio a totale pericolosità idraulica.  

Ben 7 milioni di persone potrebbero trovarsi da un momento all’altro in condizioni di estrema insicurezza a fronte di fenomeni meteorologici di intensità leggermente superiore al normale.  

Per invertire la rotta ci vogliono provvedimenti legislativi ben più incisivi di quello appena varato”.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 12 maggio 2016 sul sito “Ingegneri.info”)

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