Il ministero dell’Ambiente compie 30 anni, Galletti: “Da qui passano le sfide del futuro”

 

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ROMA – Tutte le più alte cariche dello Stato, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini, erano presenti oggi al ministero dell’Ambiente per festeggiare i trent’anni della sua istituzione.

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Una cerimonia, quella che si è svolta all’Auditorium del dicastero, alla quale hanno preso parte anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, il vicepresidente della Corte Costituzinale Aldo Carosi, gli ex ministri Stefania Prestigiacomo, Edo Ronchi e Valdo Spini, i sottosegretari all’Ambiente Barbara Degani e Silvia Velo, parlamentari e altre importanti autorità civili e militari.

Un’occasione importante anche per festeggiare la Giornata mondiale dell’ambiente, istituita dall’Onu nel 1972.

Ad accogliere gli ospiti, davanti all’ingresso di via Cristoforo Colombo, un tappeto di fiori (petali e semi) dedicato alla natura, con le date ‘1946-1986-2016’, realizzato da maestri infioratori di Genzano.

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Un saluto in musica alle autorità è stato poi dato dal coro giovanile dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, che ha eseguito l’inno italiano ed europeo.

È stato poi letto alla platea un messaggio scritto per l’occasione dal segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, il quale ha voluto ribadire che “le Nazioni Unite possono contare sulla costante leadership dell’Italia in materia di ambiente”.

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha affrontato a margine del suo intervento anche il tema dell’impatto della riforma del Titolo V della Costituzione sull’ambiente.

La riforma – ha ricordato il ministro – porta in capo dello Stato materie come energia, ambiente, paesaggio: su queste ci sarà una competenza esclusiva statale perché sono materie sistemiche. 

Il ministero dell’Ambiente “avrà più poteri rispetto a prima e questo vuol dire più tutela per l’ambiente e maggiori possibilità perché l’ambiente diventi il motore dello sviluppo economico per tutto il Paese – prosegue Galletti – la nuova economia, quella del futuro è stata ben identificata alla Cop21: è l’economia circolare che si sostituirà a quella lineare, che consuma meno materie prime e le progetta pensando fin dall’inizio al loro riciclo”.

Questo vuol dire, dice il ministro, “investimenti nei nuovi materiali, ma vuole dire anche una nuova cultura da parte degli imprenditori e delle persone nello scegliere i prodotti”.

Inoltre il ministro ha messo in evidenza quanto sia strategico il ministero “perché da qui passano le grandi sfide per l’infrastrutturazione, la modernizzazione e la messa in sicurezza del territorio”.

E ha ricordato quanto siano stati “intensi e importanti i nostri primi trent’anni: vogliamo e speriamo che siano ricordati solo come la rincorsa per un domani in cui il ministero dell’Ambiente possa e sappia autorevolmente essere non solo il ministero ‘della natura’ ma anche il ministero che indica una strada sicura per lo sviluppo e il futuro del Paese.  

Un futuro più sano, più equo, più attento a chi verrà dopo di noi”.

Hanno preso la parola anche Amy Fraenkel, del Segretariato per la biodiversità delle Nazioni Unite – Unep, e Hakima El Haite, ministro delegato alla tutela dell’Ambiente e responsabile nazionale per i cambiamenti climatici per il Regno del Marocco, il paese che ospiterà la Cop22 di fine anno.

È stata una cerimonia importante – ha affermato il presidente Boldrini a chiusura dell’evento – perché ha consentito di ribadire l’impegno dell’Italia sul fronte ambientale. Mi auguro che il nostro Paese ratifichi quanto prima gli accordi raggiunti alla Cop21”.

Anche se il ministero è ormai “cruciale”, secondo Boldrini “serve una maggiore sinergia tra tutti gli ambiti produttivi e l’ambiente perché oggi non si può più scindere tra ambiente e produttività e non si deve mai più scegliere tra salute e lavoro”.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo oggi 6 giugno 2016 sul sito online della Agenzia Dire)

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