Risciò e gladiatori tornano al Colosseo, Alfonsi: “Chiediamo a Raggi un’altra ordinanza”

 

Risciò

Fino a pochi giorni fa c’era l’apposita ordinanza, ora scaduta, del commissario Tronca, che col pacchetto di provvedimenti “salvacentro” aveva provato a tutelare la vetrina turistica della città in vista dal Giubileo.

Ma tolto l’unico strumento giuridico sicuro e di facile e chiara applicazione, la giungla di risciò e gladiatori intorno al Colosseo, appena restaurato, è tornata.

È il classico scenario post ordinanza: in 24 ore si torna al punto di partenza.

Il centro storico, tra anti alcol, anti bivacco, anti risciò, anti centurioni, anti saltafila, di provvedimenti tampone a tutela di decoro e sicurezza urbana ne sa qualcosa. 

“Sono utili perché definiscono in maniera precisa il divieto spiega la presidente del I municipio, Sabrina Alfonsi ai microfoni di Radio Radio, “siamo pronti con una proposta da sottoporre alla sindaca Raggi per riproporre un provvedimento analogo”.

O, in alternativa, una circolare da far emanare dal comando di Polizia Locale ai vari gruppi di vigili urbani, per l’applicazione del Regolamento di polizia urbana, che all’articolo 34 già si vieterebbe espressamente l’esercizio su suolo pubblico di commercio ambulante.

La legge però risale a oltre un decennio fa, e non comprende in maniera esplicita risciò e finti “antichi romani”, fenomeni border line i primi, gestiti da cooperative di ex carcerati e inizialmente nati come servizio a offerta libera, da sempre tollerati, pur senza regole, i secondi.

L’impianto è forse debole e difficile da applicare senza che le sanzioni vengano impugnate al Tar. 

Anche se è lo stesso Tar a definire abusive le suddette attività secondo quanto stabilito appunto dal regolamento di polizia urbana.

Insomma, un corto circuito giuridico dove l’ordinanza, per sua stessa natura stringente e direzionata a frenare un fenomeno preciso per ragioni di sicurezza, finisce per risultare più incisiva di una norma vecchia e variamente interpretabile.

Intanto, mentre attendiamo che la prima cittadina a Cinque Stelle batta un colpo sul tema, risciò e gladiatori continuano a intercettare orde di turisti poco spaventati dal caldo africano, ancora avvelenati contro il provvedimento del commissario che li ha cacciati dal monumento.

E ancora pronti a gridare allo scandalo, se non al complotto.

“È colpa dei tassisti, dicono che gli facciamo concorrenza sleale – racconta a Radio Radio il guidatore di un risciò – sono loro che hanno pressato per questa ordinanza, ma noi siamo un servizio completamente diverso”. 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 6 luglio 2016 sul sito online “Roma Today”)

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