La riforma della Costituzione “fa bene alla democrazia, rafforza le istituzioni e dà strumenti utili per fare le altre riforme“.
Lo ha detto il ministro delle Riforme Boschi.
“Credo – ha aggiunto – che possa avere un’incidenza sulla crescita economica.
Perdere questa opportunità ha un costo non solo per i risparmi che non ci sarebbero, ma anche in termini di crescita del Paese“.
“Chi propone il ‘no’ – ha poi affermato – non rispetta il Parlamento“.
“Abbiamo trascorso nottate a discutere modifiche come quella sulla dichiarazione dello stato di guerra.
I parlamentari hanno votato 120 modifiche rispetto al testo approvato dal governo“, ha sottolineato il ministro Maria Elena Boschi.
“Ora con il referendum questa scelta del Parlamento può essere confermata o meno dai cittadini. Nel nostro caso, a differenza del Regno Unito, il sì o no è decisivo. Siamo tutti noi a dire si’ o no al cambiamento che stiamo proponendo al Paese“.
“La riforma non è perfetta, ma anche quando fu approvata la Carta fu criticata” – “Sono la prima a riconoscere che questa non è la riforma perfetta, e del resto leggi perfette difficilmente esistono, ma mi rincuora pensare che anche quando fu approvata la Costituzione italiana del 1948 non mancarono le voci critiche.
Salvemini disse addirittura che gli unici articoli buoni erano quelli che permettevano di modificarla.
Ruini disse che se la prima parte era destinata a non cambiare, sarebbe stato necessario rivedere la seconda parte“, ha evidenziato Boschi.
“Magari – ha ribadito – non è la riforma ideale, ma i suoi pregi fanno dire che è una riforma positiva, che ci fa fare un passo avanti“.
La ministra ha concluso che “nello scegliere oggi di modificare la Costituzione ci siamo mossi nel solco di quanto previsto da padri e madri costituenti.
Noi abbiamo scelto di rispettare in toto l’articolo 138 non cercando strade alternative o gruppi ristretti“.
M5S: “L’ultima sparata della ministra Boschi” – Non tarda ad arrivare la replica dell’opposizione alle parole della ministra.
Il deputato M5s Danilo Toninelli attacca su Facebook: “L’ultima sparata della Boschi su quella che chiama ‘riforma’ è che chi vota ‘no’ non rispetta il lavoro del Parlamento“.
“È ovviamente vero l’opposto, come sempre, e per chi c’è stato davvero, in Parlamento, è facile dimostrarlo: i lavori del Parlamento sulla riforma sono stati tutti condotti all’insegna della prevaricazione da parte del governo Renzi“, spiega.
“Se ci sono voluti due anni è perché la riforma si è fermata per mesi, quelli in cui occorreva trovare un modo per raccattare i voti dei verdiniani e per promettere chissà cosa alle varie correnti del Pd.
Tutti ricordiamo che le modifiche apportate al progetto iniziale sono state decise dal Governo.
Tutti ricordiamo che non una delle proposte del M5S è stata accolta, anche se si trattava di proposte di buon senso, come il dimezzamento dei parlamentari e l’introduzione di referendum senza quorum.
Tutti ricordiamo che Renzi per soffocare il dissenso e qualsiasi modifica sgradita è arrivato addirittura a cacciare dalle Commissioni Affari costituzionali i parlamentari del Pd, sostituendoli con altri allineati al suo volere“, ibadisce.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 9 agosto 2016 su “TGCom24”)
M5S: paradosso Boschi parli di rispetto
“È un paradosso” che Boschi parli di “rispetto del Parlamento“.
Questa la replica dei capigruppo del M5S Laura Castelli e Stefano Lucidi alla ministra delle Riforme che ha definito il no al referendum una mancanza di rispetto per chi in Parlamento ha lavorato due anni sulle riforme.
Boschi “prende in giro gli italiani“, “la riforma è stata scritta al Nazareno insieme a Berlusconi e poi approvata in Parlamento, a colpi di maggioranza, grazie al sostegno di Verdini“.
“L’unica strada è votare no“, concludono.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 9 agosto 2016 su “RaiNews”)