Accordo di Parigi sul clima: la Camera ratifica, il Wwf apprezza. Ora tocca al Senato

 

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Il Wwf  ha apprezzato  la celerità della Camera nell’approvare il DDL di Ratifica dell’Accordo di Parigi e si augura che il Senato faccia altrettanto.  

La responsabile clima ed energia del Wwf Italia, Maria Grazia Midulla, ha sottolineato che «anche a livello simbolico, è importante che l’Italia arrivi alla Conferenza sul Clima di Marrakech, che inizierà il 7 novembre, con le carte in regola.  

Ci auguriamo poi che, se il Senato ratificherà in fretta, si possa ottenere anche la presenza come Stato membro effettivo sin dal primo meeting dell’Accordo.  

Benché dal punto di vista formale tutta la procedura andasse completata entro oggi, riteniamo che il Segretariato potrà valutare il rilievo della pronuncia senza nessun voto contrario di uno dei due rami del Parlamento. In ogni caso, ci auguriamo che il Senato agisca davvero a tempo di record».

Il Panda auspica che «si avvii da subito la definizione della strategia di decarbonizzazione, in modo che la visione di lungo termine possa aiutare a definire politiche immediate più coerenti e promettenti».

Secono la Midulla, «il mondo sta cambiando rapidamente, i fattori di crisi sono molti e tra questi il caos climatico rischia di essere il più devastante: ma agire subito permetterebbe non solo di limitare i danni del cambiamento climatico, ma anche di aumentare i benefici in termini economici e di benessere».

Soddisfazione anche da parte di diverse politiche.

Il presidente della Commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci (PD) evidenzia che  «con il via libera della Camera è più vicina la ratifica dell’Accordo sul Clima di Parigi.  

Mi auguro che arrivi presto anche l’approvazione del Senato, così da rendere effettiva la ratifica dell’Italia in tempo per la COP22 e andare a testa alta a Marrakech.  

Ora serve una politica all’altezza della sfida, capace di spingere con maggiore forza e determinazione per l’ambiente e per un’economia a misura d’uomo».

Per Chiara Braga, responsabile nazionale ambiente del Partito Democratico, «con l’approvazione alla Camera del DDL di ratifica dell’Accordo di Parigi, collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul clima, l’Italia si prepara ad affrontare una delle più grandi sfide del Terzo Millennio: quella del contrasto al cambiamento climatico e delle relative misure di mitigazione e adattamento.  

Una questione planetaria che incrocia tutti i più grandi temi globali del nostro tempo: dallo sviluppo sostenibile alla green economy, dalla lotta al dissesto idrogeologico all’adattamento ai fenomeni meteorologici sempre più estremi, dall’alternarsi di siccità e alluvioni ai migranti climatici, previsti dalle Nazioni Unite in svariati milioni da qui al 2050.  

Affrontare il cambiamento climatico oltre che dare una risposta in termini di sicurezza contro le calamità e a favore della tutela dell’ambiente, può contribuire allo sviluppo economico delle nostre “vecchie” economie, promuovendo lo sviluppo di tecnologie a basso contenuto di carbonio in un’ottica di uscita dalle fonti fossili.  

In un futuro molto prossimo potremo infatti avere senza difficoltà sistemi energetici a zero emissioni.  

Ora è importante capire come riallocare fin da subito le risorse che già oggi vengono investite nelle fossili verso l’efficienza energetica, le rinnovabili, la mobilità sostenibile, la lotta al dissesto e al consumo di suolo.  

Obiettivi che il Governo Renzi ha ben presenti già nella legge di Bilancio 2017 e nel progetto di “Casa Italia” e che saranno parte fondamentale della posizione che l’Italia, attraverso l’Unione Europea, porterà con orgoglio all’imminente COP22 di Marrakech».

Per una volta è d’accordo con il PD anche il Movimento 5 Stelle, che però non usa certo i toni entusiastici della Braga e, anzi, sottolinea i ritardi del nostro Paese: «Abbiamo avviato la ratifica dell’accordo di Parigi sul clima ma in Italia, diversamente da altri Paesi Ue, non abbiamo ancora un piano d’azione, con le relative risorse economiche necessarie, per uscire dall’emergenza climatica e avviare subito una transizione energetica e nel settore dell’agricoltura, tra i principali comparti coinvolti nelle emissioni di gas serra, soprattutto a causa degli allevamenti intensivi che sono la prima causa di produzione di metano, ma che potrebbe contribuire al loro assorbimento, se convertita in sostenibile».

I deputati pentastellati ricordano che «con questo accordo di Parigi l’aumento della temperatura globale sarà comunque tra i 2,7 e i 3,7 gradi entro fine secolo, a fronte dell’obiettivo di  tenerla sotto i due gradi o meglio, come vorrebbero gli scienziati del clima, entro 1,5».

Durante la dichiarazione di voto, il deputato 5 stelle Mirko Busto ha detto che «con questa roadmap politica non ci salviamo.  

La ratifica dell’Accordo di Parigi sul Clima, più volte annunciata, arriva dopo oltre un anno dalla firma.  

Un ritardo ingiustificato, data l’urgenza e la complessità degli interventi da mettere in campo per avviare subito la transizione verso un’economia sostenibile.  

Ad oggi il Governo continua a tenere il piede in due scarpe, da un lato dicendo sì ad accordi internazionali come questo e dall’altro finanziando le fonti fossili e facendo accordi sottobanco con i petrolieri, come abbiamo visto con la vicenda dell’ex ministro Guidi in Basilicata.  

In vista del prossimo summit globale che si terrà a Marrakesh, in Marocco, dal 7 al 18 novembre, e dove il Movimento 5stelle sarà presente con i propri portavoce nazionali per seguire e monitorare i negoziati, ricordiamo al Governo, a tutte le forze politiche e ai cittadini che non abbiamo più tempo e che bisogna agire subito a tutti i livelli».

La vicepresidente della commissione ambiente della Camera, Serena Pellegrino, di Sel – Sinistra Italiana, sembra più fiduciosa sulla capacità del mondo di andare oltre l’Accordo di Parigi, anche se non si nasconde difficoltà e ritardi: «La Cop21 ha finalmente individuato l’ambiente e la nostra possibilità di sopravvivenza nel pianeta Terra come un bene pubblico globale.  

Il voto favorevole al provvedimento con cui il Parlamento italiano ha autorizzato la ratifica dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico non è quindi un adempimento legislativo, ma rappresenta un impegno politico di enorme rilevanza, presuppone assoluta coerenza e l’attuazione urgente un concreto, diverso approccio alla crescita e allo sviluppo.   

Infatti, gli impegni “volontari” manifestati dai Paesi non saranno sufficienti a contenere il riscaldamento entro i limiti dei due gradi centigradi della temperatura media globale rispetto ai livelli pre-industriali».

Anche la Pellegrino non ha mancato di criticare la contraddittoria politica energetica del governo Renzi:  «Ratificando l’Accordo di Parigi dovremo avere pronti gli strumenti per effettuare cambiamenti radicali riguardo alle politiche industriali e ambientali: invece, le scelte nazionali in materia di mitigazione del riscaldamento climatico oltre a non essere con chiarezza delineate, il più delle volte sono in controtendenza rispetto alle necessità.  

Si continuano a favorire le energie fossili e non si incentivano al 100 per cento quelle rinnovabili,  si realizza il devastante meccanismo dello Sblocca Italia e si autorizzano le trivellazioni nei nostri mari, non si attuano misure massicce di riconversione energetica nei comparti dell’industria e della logistica, che sono i maggiori divoratori di energia fossile, in quelli dell’edilizia, dell’agricoltura della zootecnia, dei trasporti, non si imposta realmente la transizione dall’attuale modello economico a quello dell’economia circolare».

L’esponente di Sel-Si ha concluso: «Se l’Italia  vuole essere un paese avanzato e progressista, se vuole sia riconosciuto il suo peso all’interno dell’Unione Europea e se ancora ricorda di esserne stata uno dei fondatori, mentre ratifica gli accordi di Cop21 intervenga su programmi e strategie di sviluppo a livello nazionale.  

Se non agiamo subito, le generazioni future non potranno adattarsi alla rovina climatica che stiamo per consegnargli».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 20 ottobre 2016 sul sito online “greeenreport.it”)

 

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