Alimentazione ecologica

 

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Alimentazione ecologica o nutrition ecology èun termine recente, una scienza interdisciplinare che esamina tutte le componenti della catena alimentare e ne valuta gli effetti secondo la salute umana,l’ambiente, la società, l’economia.

Oggi, non si parla più di alimenti, ma di vero e proprio sistema alimentare per la sua incidenza sulla salute , sull’ambiente e quindi sulla qualità della nostra vita.

La filiera degli alimenti deve essere studiata sin dal processo di produzione, raccolto, conservazione, trasporto, lavorazione, trasformazione, confezionamento, commercio, distribuzione, consumo, cercando di individuare le vie migliori per una sostenibilità di un stile alimentare nuovo ed efficace che tenga conto della salute degli uomini e della terra.

L’obiettivo della nutrizione ecologica è quello di studiare e modificare le abitudini alimentari per migliorare la nostra salute, individuare e modificare l’impatto ambientale del cibo (impronta ecologica/ecological footprint) .

Importantissimi sono gli interventi di educazione della popolazione atti a modificare l’atteggiamento della collettività nei confronti del consumo alimentare e del comportamento individuale.

Bisogna educare la gente a mangiare diversamente privilegiando cibi amici della salute e dell’ambiente , sarà possibile così salvaguardare la salute della collettività e la salute del pianeta.

La dieta mediterranea molto utilizzata nel passato e abbandonata nel periodo del boom economico degli anni 60-70, perché povera, perché poco attraente rispetto ad altre modalità alimentari provenienti dalla ricca America, e’ un modello nutrizionale sostenibile .

Fa bene alla salute: previene patologie come diabete, obesità ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari,alcuni tipi di neoplasie.

Fa bene all’ambiente: è fatta soprattutto da cibi locali a km zero,con risparmio di carburante, con minore CO2 in atmosfera, meno imballaggi, minore problema di smaltimento

Fa bene all’economia della nostra regione Calabria:si risparmia sui costi, serve a valorizzare e rilanciare i prodotti locali regionali, tipici,di stagione e non di serra.

Se confrontiamo l’immagine della Piramide alimentare classica con la Piramide ambientale vedremo due immagini identiche ma capovolte.

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Questo a voler significare che dobbiamo consumare prevalentemente gli alimenti che fanno bene alla nostra salute perché’ gli stessi , hanno anche un basso impatto ambientale, contrariamente a quelli che dobbiamo mangiare con parsimonia che hanno un alto impatto ambientale.

Il futuro della nostra alimentazione , della nostra salute, del Pianeta sta anche nell’agricoltura e nel legame inscindibile tra territorio e cibo, soprattutto dopo il passaggio da agricoltura rurale ad agricoltura industriale .

È indubbio che a parità di dieta i metodi di produzione chimico intensivi con ampio uso di pesticidi e prodotti chimici, hanno un impatto ambientale maggiore rispetto ai metodi biologici, cosi come a parità di tipologia di produzione maggiore è il consumo di carni e di alimenti di origine animale, maggiore è l’impatto ambientale.

A questo si deve aggiungere, così come ci ricordano le due piramidi alimentari rovesciate, che l’alimentazione basata in maggior parte sui prodotti vegetali e di origine biologica e’ anche più salutare per l’organismo umano.

Il problema dei pesticidi in agricoltura e’ dovuto al cosiddetto “residuo” ossia quello che rimane dopo che la sostanza chimica ha agito ed al “multi residuo” dovuto a più sostanze chimiche usate per agenti patogeni diversi, su una stesso tipo di coltura.

Bioaccumulo nell’organismo, persistenza ambientale, inquinamento delle falde acquifere superficiali e profonde, contaminazioni della catena vegetali-erbivori-uomo, si intrecciano in una spirale pericolosa per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Da valutare anche l’impatto che la produzione di cibo ha sul clima e sui cambiamenti climatici : cibo,energia e trasporti sono i tre fattori principali, ma il cibo è il più potente, perché in termini quantitativi ha il maggior impatto ambientale.

Ha il maggior livello di scelta personale,non dipende da normative, da fonti alternative ecc. e sul cosa mangiare il singolo consumatore ha pieno potere , si può applicare subito, non è a medio o lungo termine come possono esserlo altri aspetti che implicano modifiche di infrastrutture e di tecnologie usate.

La rivista scientifica The Lancet nel settembre 2007 nell’articolo “Cibo, allevamenti, energia , cambiamenti climatici e salute” ha spiegato quanto questi aspetti siano correlati tra di loro e come già da tempo si parla di queste tematiche per le quali non esistono soluzioni tecnologiche, se non quella di modificare i nostri stili alimentari.

Quando si parla di sicurezza alimentare si pensa solamente alla qualità del cibo intesa come contenuto nutrizionale e come controlli sanitari sulla presenza di patogeni e contaminanti . Questa e’ una sicurezza alimentare a breve termine che trascura gli aspetti più importanti e complessi di medio e lungo termine , quali la sostenibilità.

E’ importante quindi valutare la qualità globale del cibo, il L.C.A.(Life Cicle Assessment) cioè il calcolo dell’impatto lungo il ciclo di produzione del cibo, lo smaltimento degli scarti, l’influenza degli stili alimentari sul clima, sulla nutrizione del mondo, sulle malattie legate all’alimentazione (obesità , sovrappeso, fame) sui costi del cibo , sul clima, sulla deforestazione , solo così si potrà parlare di sicurezza alimentare a largo raggio ed a lungo termine.

Compito dei medici di Sanità pubblica è quello di puntare sull’educazione alimentare ed ambientale per prevenire patologie come diabete, obesità ipertensione, malattie cardiovascolari , alcuni tipi di neoplasie . Nel contempo e’ necessario valorizzare e promuovere le produzioni locali, per creare un legame solido con il territorio, per introdurre il concetto di difesa della biodiversità e del patrimonio rurale come tema fondamentale delle nuove generazioni, perché il cibo non è astratto ed indipendente dal contesto naturale in cui avviene la produzione.

Alimentazione ecologica per inculcare attraverso il cibo una nuova cultura alimentare ed una responsabilità verso l’ambiente e verso il prossimo, creando i presupposti nei cittadini di domani, di una coscienza ecologica che altro non e’ che garanzia di diritto alla vita.

Bibliografia:

Cristopher L. Weber and Scott Matthews, Food-Miles and the Relative Climate Impacts of Food Choices in the United States Environ. Sci. Technol. 16 aprile 2008

Foodwatch, Klimatter Bio? 25 aug 2008

Meno proteine animali per l’umanita’Le Scienze 11 aprile 2006

Convegno: Educazione allo sviluppo sostenibile Unesco Udine 21

Dott.ssa Rosanna Labonia Responsabile Unità Operativa Igiene degli Alimenti e Nutrizione D.S. Valle Crati ASP Cosenza

 

L’articolo è stato pubblicato sugli Atti del Progetto Conoscenza e Tutela della Salute Ambientale, a cura di Michele Rucco, Edizioni Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus, Roma, 2016, ISBN 978-88-99182-15-1

La pubblicazione può essere consultata sul sito dell’ONA Onlus (http://osservatorioamianto.jimdo.com/libri-pubblicazioni/atti-dei-convegni-ona/), sul sito Calaméo (http://ita.calameo.com/read/0017089502ae170784c0d) e sul sito SlideShare (http://www.slideshare.net/segretariogenerale/il-progetto-conoscenza-e-tutela-della-salute-ambientale)

Una copia è stata  depositata  alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, alla Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma e all’Archivio della Regione Lazio

 

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