«Quesito legittimo» Il giudice boccia il ricorso di Onida

 

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Il testo del quesito referendario è lo stesso del titolo del disegno di legge costituzionale S 1429, presentato dal Presidente Renzi e dal Ministro Boschi, che si componeva di 35 articoli che modificavano 44 articoli della Costituzione, riassunti nelle 5 domande in una del quesitolo. 

Il testo finale approvato della legge costituzionale si compone invece di 41 articoli, che hanno modificato 47 articoli della Costituzione e conseguentemente tratta argomenti che non figurano nel titolo che è rimasto lo steso del disegno di legge, perché riguardano ulteriori parti riformate (come gli articoli 75 sul referendum abrogativo, l’art. 122 sull’equilibrio tra donne ed uomini nella rappresentanza e l’art.134 sul giudizio della Corte Costituzionale sulla legittimità delle leggi sull’elezione dei membri di Camera e Senato). 

Nel titolo della legge costituzionale così come nel quesito referendario si parla inoltre, testualmente, di “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario”, lasciando intendere che sia stato veramente superato, quando così non è affatto, dal momento che con procedimento bicamerale paritario (esattamente come oggi) dovranno essere approvate ben 16 distinte materie legislative.  

Ne deriva in conclusione che, indipendentemente dalla decisione del Tribunale di Milano, il quesito referendario trae comunque in inganno. 

Ne deriva ancor più che, per quanto avvisato per tempo di questa non rispondenza del quesito a tutte le parti riformate della Costituzione, o il cittadino si legge ben bene il testo di tutti gli articoli modificati oppure vota a scatola chiusa (da prendere o lasciare) decidendo sul futuro dell’Italia in base a chissà quali altri non certo logici criteri.

 

 

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