Patto per Venezia, ci preoccupa lo scavo del Tresse nuovo

 

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Il Patto per Venezia firmato tra il presidente del consiglio e il sindaco di Venezia ci ha preoccupato notevolmente per quanto concerne soprattutto l’inserimento nello stesso Patto del progetto di escavo del canale Tresse nuovo, un collegamento (proposto dal sindaco e dall’autorità portuale) tra il Canale dei Petroli e il Vittorio Emanuele, per far giungere in Marittima le navi crocieristiche.

Il progetto appare dunque avere il sostegno e l’avallo di Renzi, nonostante il ministro delle infrastrutture nella sua recente visita non l’avesse preso in considerazione.

Nel patto, inoltre, a rendere più “pesante” l’appoggio della Presidenza del consiglio compare l’asserzione della centralità di Venezia nel panorama nazionale e i molti milioni di euro finalmente sbloccati.

A ben guardare, però, recentemente la stampa ha dato notizia di un altro patto, stipulato con Milano.

Entrambe le città – si può pensare – hanno gravi problemi, e probabilmente entrambe, per motivi diversi, sono centrali per il governo e lo Stato.

Ma a scorrere le notizie di stampa degli ultimi mesi ci si accorge che Renzi ha firmato un patto per Genova, un patto per Firenze, un patto per Torino, per Palermo, per Cagliari, Reggio Calabria, Messina, Catania, Bari, Napoli (il presidente del consiglio si è perfino dichiarato pronto a firmare un patto per Roma).

Sono stati firmati anche patti per regioni intere: c’è un patto per la Campania, la Sicilia, la Basilicata, la Puglia, il Molise, la Sardegna, l’Abruzzo, il Lazio. 

Dimentico qualcosa?

Tutti questi patti prevedono opere infrastutturali, grandi interventi, finanziamenti cospicui.

Un vortice di milioni.

E sono stati sottoscritti in questi ultimi mesi.

L’opposizione – il senatore Casson – ha l’impressione «che il premier fino al prossimo 4 dicembre firmerebbe qualunque cosa».

Ma anche altrove in molti sono critici: «quei soldi per interventi importanti a Marsala erano stati già previsti anni fa», mentre per la Calabria «non c’è alcun finanziamento aggiuntivo rispetto ai fondi europei e nazionali già stanziati» e per Milano «hanno spacciato come novità il prolungamento della M5 fino a Monza, che praticamente è già in costruzione».

Inoltre, qualcuno ha quantificato i bonus elargiti da Renzi: si tratterebbe di una somma che supera i 12 miliardi a carico dello Stato. 

Questo e altro si legge sui quotidiani nazionali, ma forse – è prudente considerarlo -, si tratta di organi di stampa politicamente avversi a Renzi.

In ogni caso si può considerare l’appoggio al progetto del sindaco con meno preoccupazione. Brugnaro sulle Tresse sostiene: «quello è il progetto della città … lo ha capito Renzi che ha detto chiaro “è la città che decide”, lo capirà anche la Sambo». 

Peccato però che se anche tutti i cittadini concordemente si dichiarassero sostenitori convinti del progetto Tresse ciò non basterebbe: il progetto non passerà la VIA.

Questo progettato canale, infatti, presenta tutte le criticità del Contorta e ne aggiunge altre, come ad esempio il fatto di essere tracciato attraverso l’Isola delle Tresse, una mega discarica di fanghi inquinati (realizzata in regime commissariale, essendo vietatissima la realizzazione di imbonimenti in Laguna, ancor più di discariche). 

Ma la criticità maggiore, che Italia Nostra contesta a qualunque progetto mirante a conservare le navi croceristiche in Laguna, è quello che deriva dal transito nel Canale dei petroli.

Come tutti ormai sanno, il Canale dei petroli è responsabile della spaventosa erosione del bacino centrale, che ha distrutto la morfologia lagunare approfondendo i fondali e cancellando la rete naturale dei canali.

Nella mostra Venezia 1966-2016.

Dall’emergenza al recupero del patrimonio culturale.

Storie e immagini dagli archivi della città (organizzata dalla Biblioteca Marciana e dall’Archivio di Stato nel mese di novembre presso le Sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana, e di cui sarà presto on-line il catalogo) Italia Nostra ha presentato uno scenario progettuale di ripristino di funzionalità idraulica e morfologica dell’area del Canale dei Petroli, curato da Lorenzo Bonometto e di prossima pubblicazione.

La Laguna, patrimonio naturale e culturale dell’umanità, necessita di progetti volti al restauro morfologico e idraulico, e non certo di nuovi, devastanti canali. 

 

(Articolo di Lidia Fersuoch, presidente della sezione di Venezia di Italia Nostra, pubblicato con questo titoilo il 2 dicembre 2016 su “La Nuova di Venezia e Mestre”)
SCARICA IL TESTO DEL PATTO PER VENEZIA

 

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